SECONDA ANTIFONA “O”
Buongiorno a tutti,
continuiamo il nostro percorso di “Avvento” invocando la venuta del Salvatore con la seconda antifona “O”, di seguito riportata:
“O Signore (Adonai), guida della casa di Isdraele,
che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto,
e sul monte Sinai gli hai dato la Legge:
vieni a liberarci con braccio potente!”
L’invocazione contenuta nella presente antifona è arricchita di una importante premessa che ricollegandosi alla storia della salvezza e ad alcuni avvenimenti salienti dell’antico Testamento ci consente di rivolgerci a Cristo chiedendogli la liberazione. E proprio la liberazione sembra essere il tema principale di questa antifona, insieme alla rivelazione. Essa infatti si apre con il richiamo alla figura di Mosè, a cui Dio si manifestò per liberare il popolo dalla schiavitù dell’Egitto e per condurlo nella Terra Promessa. Ma il riferimento a Mosè contenuto nell’antifona non si limita a considerare gli eventi straordinari e clamorosi dell’esodo nel corso dei quali Dio manifesta al mondo intero la sua potenza e il suo amore di predilezione per Isdraele e per gli ultimi, esso infatti si estende anche al ruolo fondamentale affidato a Mosè da Dio negli avvenimenti della rivelazione. In particolare il secondo e il terzo verso dell’antifona ci riportano alla mente due eventi straordinari e precisamente la rivelazione del nome di Dio e la rivelazione della Legge. Mosè è colui al quale Dio nel roveto ardente manifesta apertamente il suo nome, realizzando e stringendo così con l’uomo una relazione intima. Conoscere il nome di Dio significa infatti poterlo chiamare, poterlo supplicare, poterlo invocare, poterlo ringraziare, poterlo lodare, poterlo consultare, poterlo amare. Il nome di Dio si rivela per l’uomo mezzo principale di salvezza e sorgente d’amore. Nella conoscenza del nome di Dio è contemplata la realizzazione di un rapporto intimo che permette a colui che lo pronunzia di giungere al cospetto del Signore per essere ascoltato, per ottenere aiuto e per vivere l’amore. Dio rileva il suo nome a Mosè perché questi a sua volta lo riveli al mondo intero associando a tale nome il desiderio di Dio di attuare la promessa della salvezza. Altro elemento della rivelazione citato nell’antifona è la Legge, ossia la prima alleanza stretta da Dio con l’uomo. Anche in questo caso Mosè è il primo destinatario della parola salvifica di Dio. Dio, dopo aver rivelato il suo nome e la potenza dell’amore in esso contenuta, rivela all’uomo la sua parola di vita, parola che diventa alleanza con il popolo. Il patto di alleanza è scritto con la Legge, la quale a sua volta è via di salvezza e luogo per vivere l’amore. L’amicizia stretta da Dio con Mosè inizia dunque con la presentazione del nome e viene confermata con la stesura del patto di alleanza, rappresentato dalla Legge. I due eventi attenzionati dall’antifona sono perciò eventi fondamentali attraverso i quali passa la salvezza dell’umanità. Nel richiamare questi due importanti momenti della storia di Isdraele, l’antifona ci fa rivolgere a Cristo introducendolo come il vero Mosè. Così come Mosè è inviato da Dio al popolo di Isdraele per liberarlo dalla schiavitù del Faraone e per condurlo nella Terra Promessa, allo stesso modo Cristo viene nel mondo per liberare l’umanità dalla schiavitù del peccato e dalla condanna della morte, per condurre l’uomo alla gloria del Paradiso e per restituirgli la vita eterna, persa con la disobbedienza. Mosè ci rivela il nome di Dio, Cristo ci rivela il volto di Dio e ci presenta il Padre permettendoci di rivolgerci a Lui come suoi figli. Mosè è testimone della prima alleanza, Cristo, invece, è realizzatore della Nuova ed Eterna Alleanza, in cui il patto viene scritto con il sangue stesso di Cristo. In tal senso Mosè è figura di Cristo, in quanto egli anticipa la figura del Salvatore e l’adempimento della salvezza. Dunque con questa antifona la Chiesa ci prepara al Natale del Signore facendoci ricordare che tale giorno è per l’umanità il giorno in cui la rivelazione di Dio all’uomo viene portata a compimento con la discesa del Figlio sulla Terra e la salvezza è realizzata per mezzo dell’Alleanza stretta dal Figlio per noi e suggellata dal suo eterno sacrificio.
Capo d’Orlando, 18/12/2012
Dario Sirna.