O RE DELLE GENTI …

SESTA ANTIFONA “O”

Buongiorno a tutti,

anche oggi ci faremo guidare verso il Natale dalle antifone “O”, ed in particolare dalla sesta antifona, di seguito riportata:

“O Re delle genti, atteso da tutte le nazioni,

pietra angolare che unisci i popoli in uno:

vieni e salva l’uomo che hai formato dalla terra!”

Per comprendere il testo dell’antifona riflettiamo sulle parole del verso finale. In questo verso l’antifona ci ricorda innanzitutto che non veniamo dal nulla, ma che siamo stati originati da una volontà ben precisa, la volontà di Dio. La nostra vita è desiderio ed espressione dell’amore di Dio e noi siamo sue creature. Nel contempo l’antifona precisa che Dio nel crearci ci ha tratto dalla terra, ci ha formato con la terra. Tutti siamo stati creati alla stessa maniera e tutti siamo stati formati dalla terra, abbiamo dunque un’origine comune che proviene dalla volontà di Dio e abbiamo una natura comune che deriva dalla terra. In tal senso nessun uomo può paragonarsi a Dio e nessun uomo può pensarsi superiore agli altri. Se il blu è il colore del Cielo e il marrone è il colore della terra, nelle vene di ogni uomo del mondo non scorre un sangue blu, ma un sangue terreno. Anche nel confronto tra noi uomini non esiste differenza di natura, la nobiltà è un’invenzione umana perché tutti gli uomini hanno la medesima comune natura. Questa riflessione ci permette di comprendere il senso dei versi iniziali in cui si afferma che “Cristo è Re delle genti”. Nell’Antico Testamento il popolo ebraico faceva differenza tra popolo di Dio e genti. Non manteneva rapporti con queste ultime, considerate escluse da Dio stesso dai benefici divini e dalla salvezza. Nel Nuovo Testamento, con Cristo la volontà divina esprime chiaramente l’intenzione di estendere a tutto il mondo e a tutti i popoli la Salvezza portata dal Salvatore. La fratellanza tra gli uomini e i popoli del mondo trova le sue radici proprio nella comune creazione dell’uomo. Tutti i popoli e tutti gli uomini del mondo sono voluti da Dio per amore, sono amati da Dio allo stesso modo e hanno la medesima natura, la natura terrena. Dunque Cristo non è solo re di Isdraele, ma è anche re delle Genti. Nel ricordarci questa importante verità la Chiesa ci stimola a invocare il Salvatore per tutti i popoli del mondo che non si sono ancora convertiti o che non conoscono Cristo, perché il Natale di Gesù possa entrare nella vita di ogni uomo. Cristo, dunque, come Re delle Genti diventa elemento di unione tra tutti i popoli del mondo, realizzatore dell’unità. Rifacendosi alla natura terrena, l’antifona introduce anche il concetto di Cristo “Pietra Angolare”. La natura terrena fa riferimento alla terra, materia con cui Dio ci ha “formati”. Di Cristo l’antifona ci dice invece che Egli è Pietra Angolare. Tra la terra e la pietra esiste una notevole differenza. La pietra appartiene alla natura delle rocce e spesso Cristo è definito anche come Roccia. Dunque l’antifona ponendo l’attenzione su tale differenza indirettamente ci suggerisce un confronto tra la natura umana e la natura di Cristo. Cristo, facendosi uomo, oltre a mantenere la natura divina, acquisisce anche la natura umana, quella stessa natura terrena che possediamo tutti noi. Lo scopo di tale abbassamento è quello dell’innalzamento della natura terrena. Ciò significa che Cristo vero Dio si piega sulla terra, scende su di essa, acquisisce la natura terrena con l’incarnazione e, dopo averla unita alla sua persona divina, per mezzo della Redenzione la innalza con sé in Paradiso, sollevandola dalla condizione della terra. La terra con cui Dio plasma l’uomo e lo forma conferendogli la vita, viene dunque accostata alla sostanza divina e sollevata insieme ad essa per un comune destino in Paradiso. In questo processo di elevazione da condizione terrestre a condizione di Paradiso della natura umana quest’ultima perde tutti i limiti e le debolezze della terra per diventare roccia solida. Da tale roccia solida è estratta la Pietra Angolare su cui è edificato il mondo della nuova creazione operata da Cristo. Trattandosi di una nuova creazione essa interessa tutti i popoli del mondo che vengono quindi uniti e raggruppati in un solo popolo di Dio, il popolo dei cristiani. L’antifona contiene, dunque, il messaggio universale dell’unità e ci fa invocare Cristo quale realizzatore e autore di tale progetto di salvezza comunitario.

Capo d’Orlando 22/12/2012

Dario Sirna

 

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