O EMMANUELE, …

SETTIMA ANTIFONA “O”

Buongiorno a tutti,

continuiamo  il nostro cammino di preparazione al Natale tramite le antifone “O” con la riflessione suscitata dalla settima e ultima  antifona,  di seguito riportata:

“O Emmanuele

nostro re e legislatore,

speranza e salvezza dei popoli:

vieni a salvarci, o Signore nostro Dio!”

Questa ultima antifona ci induce a invocare la venuta del Salvatore ricorrendo a termini che gli attribuiscono funzioni differenti e che allo stesso tempo ne qualificano la missione. Il salvatore atteso è il salvatore delle promesse fatte da Dio tramite i Profeti, Egli è perciò l’Emmanuele, il Dio che stabilisce la dimora nel mondo, in mezzo agli uomini, per stare accanto a loro e per prendersi cura direttamente e personalmente dello loro vite. Le necessità degli uomini, per le quali Dio si incarna e viene in mezzo a noi, sono in parte contenute e sintetizzate dai vari titoli con cui Cristo viene definito, individuato e invocato nell’antifona. Egli scende in mezzo a noi per venirci incontro in tali necessità e garantirci col suo intervento salvifico il loro superamento. L’uomo ha bisogno innanzitutto di essere amministrato negli affetti, nel credo, nella religione, nello spirito, nell’anima e in tutto il resto della sua vita da una autorità superiore che mettendosi a totale suo servizio gli garantisce il bene. Questo servo del popolo in nome di Dio, e quindi in primo luogo servo di Dio, è il re. Per tale motivazione l’antifona ci invita a invocare la venuta del nostro Salvatore individuando nella sua persona anche il re delle nostre vite. Colui, cioè che si prende cura di esse, ci garantisce la libertà, il cibo, la pace e ogni altro bene necessario alla crescita nell’amore. Ma l’uomo, sia preso come singolo individuo, sia preso come essere sociale, oltre ad avere di bisogno di un re che lo garantisca nei suoi interessi umani e spirituali ha bisogno anche di un soggetto che lo guidi nella vita verso l’amore tramite la stesura di norme e leggi che abbiano come unico scopo la realizzazione del precetto dell’amore nella vita del singolo e della comunità. Questo legislatore non può che essere che Cristo, il quale è Egli stesso esempio e testimonianza  vivente di obbedienza alla regola dell’amore. L’uomo inoltre vivendo in mezzo al mondo e al male che in esso imperversa ha necessità di sentirsi proiettato verso il bene, di vivere cioè con la certezza di una speranza sempre viva, esaltante e rivitalizzante. La realtà della morte è spesso un elemento destabilizzante per la vita dell’uomo. Essa toglie ogni gusto all’esistenza e rende privo di ogni senso anche l’amore, la felicità e il bene. La morte distrugge, dunque, ogni speranza e abbatte ogni vigore, sconfiggendo l’uomo moralmente, fisicamente e spiritualmente. Dio ha creato l’uomo per l’eternità e la presenza della morte nel futuro dell’essere umano è altamente destabilizzante. L’uomo sente dentro di sé il richiamo all’eternità infuso da Dio nel nostro essere e non può dunque accettare senza demoralizzarsi la realtà della morte. In tale situazione Cristo Risorto è l’unica speranza a cui l’uomo si può attaccare, speranza di eternità, speranza di bellezza, di bene, di amore. L’uomo senza tale speranza non può vivere. Ecco, perché l’Emmanuele, oltre ad essere il re e il legislatore di cui abbiamo bisogno per riuscire a vivere in pieno l’amore, è anche la nostra unica e solida speranza di vita eterna. Infine, l’uomo vive nella sua coscienza il dramma del peccato, dell’offesa a Dio e ai fratelli, dell’offesa all’amore. Questo dramma è ancora più forte di qualsiasi altra realtà negativa della vita terrena, perché esso consegna l’uomo ad un futuro e a un destino di dolore, di separazione da Dio e di morte. L’uomo sa benissimo che nella sua vita prima o poi commetterà almeno una volta il peccato, peccato che va ad aggiungersi alla macchia originale. Il dramma del peccato è il dramma più grande dell’uomo ed è un dramma pure per Dio che vede scivolare la sua creatura verso la perdizione e verso il male. Cristo, con il dono della Redenzione, ci ha riconsegnato nelle mani la certezza della salvezza, la quale ci permette in qualsiasi istante di cancellare dalla nostra vita le colpe di tutti i nostri peccati e di continuare ad aspirare ad una vita di totale comunione con Dio. L’antifona, dunque, ci aiuta e ci insegna a invocare la venuta di Cristo nel mondo nella maniera più conveniente possibile per ogni uomo e per tutti i popoli della terra.

Capo d’Orlando 23/12/2012

Dario Sirna

 

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.