ESODO 20, 1-6
Buongiorno a tutti,
la liturgia di oggi guida i nostri passi sul cammino indicato dai seguenti versi del libro dell’Esodo:
“ Dio pronunciò tutte queste parole:
2«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile:
3Non avrai altri dèi di fronte a me.
4Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. 5Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, 6ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.”
Nel Decalogo il Signore prima ancora di cominciare ad enunciare i comandamenti si presenta a noi mettendo in evidenza due aspetti molto importanti che ci riguardano, Lui e la relazione che lega l’uomo a Dio. La signoria di Dio nella realtà dell’universo viene rafforzata dall’espressione “tuo Dio”, con cui il Signore si pone al centro non solo di tutto il creato, ma in particolare si pone al centro della vita di ciascun uomo con l’autorità e l’onnipotenza di un dio. Con questa affermazione il Signore indica all’uomo la sua origine, il motivo della sua esistenza, la forza della sua permanenza, la ragione di ogni cosa, la verità del mondo, le dimensioni, la consistenza e la sostanza dell’universo. Tale rivelazione è fondamentale nell’orientamento della nostra vita, essa infatti ci permette di individuare con luce chiara ed inconfondibile quali sono le verità che dobbiamo seguire e a cui dobbiamo tendere. Il Signore pone tale rivelazione al primo posto, facendola precedere ad ogni altra parola, volendo con ciò sottolineare l’importanza centrale di questa sua affermazione. L’importanza della verità rivelata è legata alla relazione tra l’uomo e Dio da essa manifestata. Il Signore, infatti, non si limita a dire “Io sono il Signore”, o, Io sono Dio, ma associa alla parola Dio la parola “tuo”, chiarendo così con estrema semplicità la relazione esistente tra Lui e l’uomo. Il Signore è il Dio dell’uomo, l’unico Dio dell’uomo. L’uomo non ha altri dei. Esiste un solo Dio e questi è il Dio che ha creato l’uomo, che lo ama, che lo fa esistere, che lo segue, che lo educa, che lo alleva, che lo cresce, che lo protegge, che lo salva, che lo nutre, che lo comanda, che gli vuole bene, che gli fa il bene, che a lui si dona, che a lui tutto dona gratuitamente, che lo innalza alla condizione della vita eterna del Paradiso. Tale relazione indica una strettissima dipendenza della vita, dell’esistenza e del benessere dell’uomo dal suo rapporto con Dio. Questa relazione stabilisce che l’uomo proviene dalla volontà di amore di Dio e che per tale volontà è chiamato a restare nella comunione con Dio, unico senso e significato della vita ricevuta, unica ricchezza esistente nell’universo stesso, il quale si espande e si contrae intorno a tale realtà. L’universo trova la sua unica essenza nella realtà della comunione con Dio, tutto il resto senza tale realtà è un frutto senza sapore, senza profumo, senza polpa e senza sostanza. In realtà il vero universo è Dio e la comunione con Lui, tutto il resto non aggiunge e toglie nulla all’Universo. Il creato è espressione dell’Amore dell’Universo (Dio e la comunione con Lui), ma senza o con il creato questo Amore continua ad esistere, a pulsare, a essere. Il creato, dunque, non fa l’Universo, ma è l’Universo che fa il creato per manifestarsi in esso. Questo concetto è alla base delle restanti affermazioni rilevateci dal Signore, prima fra tutte il comando di non adorare altri dei, i quali sono parti del creato a cui la nostra immaginazione erroneamente attribuisce poteri divini, poteri di amore. Questi sono dei falsi, dei cioè che non esistono, dei che sono frutto dell’immaginazione dell’uomo, proiezione dei suoi desideri e delle sue necessità interiori. Non esistono altri dei oltre il Signore, prestare culto a dei diversi dal Signore è una stupidaggine che rende l’uomo schiavo di realtà inesistenti, vuote e rovinose, come l’Egitto. L’uomo è stato già una volta liberato da tale schiavitù, rappresentata simbolicamente dall’Egitto. Il Signore nel presentarsi all’uomo ricorda tale sua esperienza, facendo così emergere la Sua natura divina, ricordando il Suo amore per l’uomo e ed evidenziando il suo interesse per il bene dell’uomo. L’uomo porta scritto nel suo DNA il desiderio di legarsi in comunione di vita con Dio, questo desiderio è una necessità che Dio stesso ha inserito nel cuore dell’uomo per spingerlo verso le realtà più alte dell’esistenza, ma l’uomo, incitato dall’impellenza di tale necessità e fuorviato dal maligno, facilmente è portato ad allontanarsi da Dio per avvicinarsi a dei che sono surrogati del Signore e frutto della sua immaginazione. Ecco dunque concretizzarsi il pericolo da parte dell’uomo di rovinare completamente la sua esistenza legandosi agli idoli. Questo pericolo è reale e molto grave, il Signore ci mette in guardia da esso dicendoci chiaramente come evitarlo e cosa non fare per cadere in tale errore. Dio ci rivela infine che il suo interesse per noi è un interesse puramente amoroso, un interesse perciò sano, benevolo, edificante, un interesse che non può e non deve essere sottovalutato. Tale interesse costa a Dio la sua infinita gelosia, espressione di un amore sincero e ineguagliabile.
Capo d’Orlando, 26/07/2013
Dario Sirna.