NEVE – LA SCALATA DI MONTE SORO

NEBRODI IMBIANCATI – ESCURSIONE A MONTE SORO

La stagione invernale quest’anno, dopo un inizio precoce ed entusiasmante, fino ad ora non si è manifestata se non attraverso sporadici episodi di maltempo di carattere autunnale. Dal punto di vista meteorologico le configurazioni realizzatesi hanno visto l’oda anticiclonica dell’Oceano Pacifico, tecnicamente nota come Onda 1, innalzarsi sino alle latitudini polari e mettere in atto diverse azioni di disturbo del vortice polare ai danni della compattezza del centro di detta depressione.

Tale disturbo ha prodotto la scissione del nucleo principale della depressione in lobi secondari, ossia in vortici di minore potenza e decentrati verso latitudini più basse. Il processo di scomposizione del vortice polare è un processo tipicamente invernale, è  grazie ad esso che l’aria gelida dell’Artico si riversa in basso producendo un forte raffreddamento delle regioni a clima mite. Questo evento si è realizzato in maniera marcata soprattutto in America, ove le ondate di gelo sono state e continuano ad essere poderose. Perché ciò non è accaduto da noi? La configurazione barica necessaria al verificarsi di questi eventi nel Mediterraneo richiede l’impegno dell’Onda 2, ossia dell’onda anticiclonica Atlantica, conosciuta come Anticlone delle Azzorre. L’innalzamento di questo promontorio anticiclonico produce almeno tre  effetti convergenti che favoriscono le azioni di raffreddamento del Mediterraneo. La prima è il blocco del vortice Canadese, spina nel fianco che con le sue potenti spire zonali inibisce le spinte meridiane dell’anticiclone. La seconda è lo spostamento delle masse d’aria fredda stanzianti nelle regioni artiche e il loro scivolamento sul bordo orientale dell’anticiclone in direzione del Mediterraneo. Il terzo effetto è l’attivazione delle spinte antizonali, ossia il possibile spostamento delle masse d’aria dalla Russia verso l’Europa. Altro effetto determinate è l’attivazione della ciclogenesi sulle acque calde dei nostri mari. Questi fenomeni convergono, ossia lavorano tutti nella medesima direzione e sono responsabili dell’avvio della stagione fredda alle nostre latitudini. Da questo quadro si evince in maniera molto chiara che l’azione meridiana di blocco dell’onda 1 è fondamentale per l’attuarsi dell’inverno. Cosa favorisce l’innalzamento della cupola Azzorriana verso l’Artico? Affinchè questo evento si verifichi sono necessarie almeno due condizioni concomitanti. La prima è un forte disturbo del vortice polare con l’indebolimento delle spire roteanti del vortice. Quando il Vortice Polare ruota a velocità elevatissime impedisce gli scambi di calore, schiacciando l’HP delle Azzorre alle basse latitudini e obbligandola ad assumere un asse orizzontale, allungandola sui paralleli. Lo stesso effetto ha il vortice canadese. L’indebolimento  del Vortice Polare stimola l’Anticiclone delle Azzorre a innalzarsi verso il Circolo Polare Artico, ma affinché ciò possa avvenire senza troppe difficoltà è necessario che il Vortice depressionario Candese, sia anch’esso sufficientemente debole da non potere ostacolare questa dinamica. L’energia rotazionale dei vortici ciclonici è come una lima che smussa tutto ciò che incontra nel suo cammino o che gli viene incontro. In questa strana stagione la prima parte delle dinamiche dell’inverno si è attuata e continua a permanere in quanto il Vortice Polare, grazie all’Onda 1 del pacifico, è fortemente disturbato e rischia addirittura lo split. Ciò che invece non si verifica in maniera decisa è l’indebolimento del Vortice Canadese. Quest’ultimo continua a ruotare con potenza sufficientemente elevata da opporsi a tutti i tentativi di innalzamento dell’Onda 1. Ciò significa che l’Anticlone delle Azzorre fino ad ora è rimasto schiacciato dalle miti correnti Atlantiche, le quali hanno permesso alla stagione autunnale di sopravvivere ben oltre la sua scadenza temporale. La settimana scorsa qualcosa è cambiato nelle dinamiche atmosferiche. Il raffreddamento dell’area continentale russa ha provocato la formazione del potente Anticiclone termico della Russia, noto con il nome di Orso. Tale figura stabile ha origine dalla inversione termica dell’atmosfera  e produce una forte azione di blocco zonale. L’Orso, dotato di grande stabilità atmosferica, impedisce alle correnti Atlantiche di spostarsi da Ovest verso est e le costringe a scendere di latitudine, facendo assumere ad esse una direttrice più meridiana e nel contempo stimola l’HP Azzorriano a lanciarsi verso l’Artico. Il flusso perturbato azionato dal Vortice Canadese è così costretto a scivolare verso il Mediterraneo con una componente artica consistente. I nuclei perturbati rilasciati dalla cellula madre Canadese in prossimità delle nostre regioni ricevono ulteriore alimentazione da  apporti freddi forniti dall’area russa. Questo tipo di dinamica produce fasi perturbate aventi carattere prettamente invernale. Tuttavia trattandosi di nuclei rilasciati dal Vortice Canadese la loro natura termica non è continentale ma polare marittima, alimentata cioè da aria meno fredda. Ciò produce ondate di freddo ma non di gelo. La quota neve si abbassa ma non riesce a raggiungere le colline, resta confinata al di sopra dei mille metri. Questa evoluzione si è verificata nei giorni scorsi con successo riportando la Dama Bianca sulle alture dei Nebrodi. Approfittando della pausa di ieri siamo saliti in macchina fino a Portella Femmina Morta e da lì a piedi abbiamo raggiunto le antenne di Monte Soro a 1.847 metri di altezza dal livello del mare. In questo articolo mostriamo la prima parte del cammino effettuato, di cui anticipiamo solo che per la straordinaria bellezza del paesaggio abbiamo deciso di suddividere la galleria fotografica in due parti al fine di non caricare i singoli  articoli di un numero eccessivo di immagini. La bellezza del paesaggio incontrato ha ampiamente soddisfatto e ripagato lo sforzo compiuto per raggiungere la vetta di Monte Soro, arricchendoci di importanti spunti contemplativi in cui abbiamo apprezzato la grande generosità e benevolenza del Creatore. Il cammino effettuato si è così  trasformato in un inno di lode e di ringraziamento alla bellezza dell’Amore Celeste.

 

Capo d’Orlando, 17/07/2013

Dario Sirna

 

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