DORSALE DEI NEBRODI – DA PORTELLA MITTA ALLA BATESSA IN CIASPOLE
L’elevazione di un promontorio di alta pressione dalle regioni delle Azzorre verso l’Artico ha provocato una forte e velocissima discesa di aria fredda su tutta l’Italia. L’invasione gelida è avvenuta con maggiore efficacia alle quote alte dell’atmosfera, dove una massa d’aria con temperatura di -30°C è riuscita a penetrare sul nostro stivale attivando un potente ciclone italico, nelle cui strette spire sono state strette tutte le regioni, compresa la Sicilia. |
La curvatura ciclonica delle correnti a tutti i livelli ha favorito il moto ascensionale delle stesse con conseguente calo pressorio e con forte raffreddamento di enormi masse di vapore risucchiate dalla superficie di un Mediterraneo piuttosto caldo. Le bassissime temperature in quota hanno incentivato i moti ascensionali e la formazione di enormi ammassi nuvolosi, forieri di ingenti precipitazioni. I fenomeni sono stati particolarmente ingenti e violenti proprio a causa del forte gradiente termico e barico esistente tra il suolo e la quota, ove il vapore acqueo è stato raccolto e condensato. A titolo puramente didattico ricordiamo che la condensazione del vapore contenuto dell’aria avviene con il raffreddamento dello stesso e che fonte indispensabile per la formazione di nuvole e precipitazioni è la presenza di una sorgente fredda. Dunque l’aria artica presente in quota è stata l’origine delle precipitazioni di questi giorni. Trattandosi di una massa molto fredda e fortemente ciclonica, ossia favorevole alla condensazione del vapore, le abbondanti precipitazioni hanno avuto la capacità di far tracimare al suolo oltre che le precipitazioni stesse, anche il freddo. Le termiche presenti al suolo non sono state infatti eccezionalmente basse a causa della mancata alimentazione fredda da parte di una forte sorgente gelida alle basse quote, ma nonostante ciò le precipitazioni nevose sono arrivate anche a quote di alta collina e in alcuni casi anche a quote inferiori, fino al piano e alle spiagge. Ovviamente si è trattato di gruopel, una forma di neve compatta capace di mantenere lo stato solido a temperature superiori allo zero termico bel oltre il tempo di caduta dal cielo al suolo. Le precipitazioni più abbondanti e fredde si sono avute nella giornata di venerdì 18, quando il vortice freddo ha raggiunto l’Italia meridionale e nel giro di poche ore ha generato la formazione di imponenti cumulonembi da cui mantelli si sono rovesciati sul suolo grandi quantità di precipitazioni a carattere freddo, grandine, groupel e neve, in un contesto altamente instabile e fortemente ventoso per raffiche di maestrale e tramontana. Le celle temporalesche con impetuosità hanno rapidamente interessato la zona dei Nebrodi e al ritmo cadenzato e continuo di saette e tuoni hanno creato la giusta atmosfera musicale per l’ingresso in pompa magna della Dama Bianca. Rapidamente il palcoscenico del cielo è stato trasformato in un gran salone delle feste ove ad esibirsi sotto i riflettori dei fulmini e al rombo dei tuoni erano le più belle principesse dell’atmosfera: le nubi. Come eleganti modelle, esse, acconciate con settecentesche capigliature torreggianti e rivestite di preziosi abiti lunghi, hanno sfilato nel cielo esibendo le loro nude e seducenti bellezze. I loro vigorosi ed esuberanti corpi avvolti in ampi mantelli di pioggia e grandine, impreziositi dai merletti della neve, illuminati dallo splendore delle perle di gruopel, hanno introdotto il corteo regale al cui centro sedeva su trono di zaffiro blu sua maestà Dama Bianca, regina dell’Artico. Le ancelle, le principesse, i principi e i servi di sua maestà hanno percorso i cieli dei Nebrodi conducendo la carrozza reale su tutte le alture della dorsale. Qui lo spettacolo ha raggiunto il suo culmine con la straordinaria magia e con l’incantevole danza dei fiocchi di neve. Le danze hanno avuto inizio la notte e sono durate fino alla sera del giorno successivo, senza interruzione alcuna. La Dama Bianca, amorevolmente accolta dalle alture siciliane, ha così disteso i suoi canditi mantelli di organza bianca su ogni colle e in ogni valle trasformando il paesaggio mediterraneo in un ambiente dalle sembianze polari. Le 18 ore di precipitazioni intermittenti ma consistenti hanno permesso l’accumulo al suolo di un manto nevoso dello spessore di circa 50 cm alla quota di 1.250 m. slm. Il giorno successivo al 18 le grandi feste dell’atmosfera polare hanno lasciato il posto nel cielo alle scure e morbide principesse africane, che con le loro calde correnti meridionali hanno innalzato rapidamente le temperature e hanno ricoperto il cielo di alte nubi stratificate. Noi abbiamo sfruttato la coincidenza del sabato per effettuare una spedizione nel cuore interno e solitario dei Nebrodi, ove la Dama Bianca, in un contesto di perfetta privacy, ama rilassarsi e esibire le sue più intime e seducenti bellezze. Siamo entrati sulla dorsale dalla Portella Mitta e seguendo la traccia della trazzera che attraversa l’intera catena siciliana ci siamo inoltrati laddove la neve, ancora freschissima, era completamente immacolata, raggiungendo il casale della Badessa. Per effettuare questo lungo cammino ci siamo serviti delle ciaspole, indispensabili per evitare di sprofondare nella neve fresca. La ciaspolata è stata piacevolissima e poco stancante, gratificata dalla presenza di uno scenario innevato di indescrivibile bellezza e suggestione. Le condizioni meteo fortemente penalizzanti per una intensa e ventosa corrente sciroccale non ci hanno permesso di godere degli effetti straordinari del contrasto del cielo e della natura siciliana con la nordica e bionda Dama dagli occhi azzurri e dalle vesti candidissime. Il cielo coperto e l’atmosfera fortemente nebbiosa hanno penalizzato soprattutto le foto con le quali non abbiamo potuto documentare al meglio le straordinarie emozioni regalateci da questa giornata trascorsa nel silenzio, nella pace e nella bellezza della neve. Gli scenari spettacolari sono stati arricchiti dalla suggestione stimolata dalle atmosfere del candido mantello di neve. I sensi hanno potuto godere di inusuali e intese emozioni che hanno affascinato e rapito l’anima verso la contemplazione. Entrare con le ciaspole in questo mondo incantato è come camminare a piedi scalzi su un soffice e vellutato tappeto bianco che ti avvolge con la piacevole carezza del tatto fino a raggiungere le pieghe più interne e profonde del cuore, per sedurti con l’angelica poesia del paradiso. L’anima vola via verso le altezze Celesti per presentarsi dal suo Creatore e Salvatore con l’incontenibile desiderio di ringraziarlo, di lodarlo, di incontrarlo, di unirsi a Lui, di stare con Lui, di essere sua, di adorarlo e di legarsi a Lui per l’eternità. Il cammino sulle ciaspole in mezzo alle morbidissime e modellate dune di neve diventa un cammino di vita, un cammino che ti cambia la vita dirigendola verso la bellezza del vero paradiso: il cuore tenerissimo, accogliente, caldo e misericordioso di Dio.
Capo d’Orlando 21/01/2013
Dario Sirna