LUCA 16, 10-13
Buongiorno a tutti,
il cammino di oggi è suggerito dai seguenti versi del Vangelo di Luca:
“ 10Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. 11Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? 12E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
13Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».”
Chi ha fatto il cuore dell’uomo non sa forse come funziona? Chi ha creato il cuore umano forse non ne conosce tutti i meccanismi e non ne ha stabilito tutte le regole? Il Signore conosce perfettamente il nostro cuore e tutti i suoi limiti. Il Vangelo di oggi in merito ci riferisce che nel nostro cuore c’è posto per un solo grande amore, una sola irresistibile passione. Ciò significa che tutto quello che contrasta con il soggetto da noi amato non può da noi essere amato. L’amore è senza limiti, esso cioè è sempre totale, altrimenti non è amore ma convenienza. Quando amiamo davvero qualcuno la amiamo con tutta la sfera che gli appartiene e conseguentemente amiamo tutto ciò che questa persona ama, mentre non riusciamo ad avere simpatia per tutte le realtà che contrastano con tale amore e con il soggetto cui esso è diretto. Sembra un gioco di parole, ma in sostanza il Signore ci dice che se amiamo veramente Lui non possiamo amare tutte quelle realtà che sono in contrasto con Lui, o analogamente se amiamo queste realtà non possiamo amare Lui. Questo teorema sull’amore non necessita di dimostrazioni in quanto la dimostrazione delle verità da esso affermate è già nel suo enunciato, ossia si trova nella definizione stessa del verbo amare e non deriva da una conseguenza deducibile da tale enunciato. Amare una persona significa donarsi ad essa totalmente, ossia senza limitazioni e senza condivisioni, in maniera unica, piena e totale. Chi dunque è innamorato non ha altro desiderio che per la persona amata e per tutto ciò che le appartiene, mentre sente repulsione per le realtà che si oppongono ad essa. Ciò vale indipendentemente dal soggetto o dall’oggetto da noi amato. Vale cioè sia se il nostro cuore è innamorato di una persona, sia se esso è innamorato di una cosa. Essere convinti del contrario significa ingannare se stessi. Spesso noi inganniamo il nostro cuore e la nostra coscienza per motivi di pura convenienza, nascondiamo cioè l’oggetto della nostra passione coprendolo con altri falsi amori, da noi utilizzati per scopi secondari. L’amore vero, puro e nobile è sempre libero, fiero, disinteressato, non condizionato, solare, splendente. Quando l’amore è invece nascosto, umiliato, soffocato, tormentato, abbassato e schiavizzato esso non è mai pieno. L’amore, quando è veramente tale, diventa l’assoluto della nostra vita, esso viene prima di tutto e di tutti, esso non è secondo a nessuno. Così dunque se amiamo il denaro non possiamo amare la povertà, se non quella degli altri, non possiamo amare la generosità, se non quella in entrata, non possiamo amare la carità se non quella che ci frutta nuovi guadagni, non possiamo essere liberi di dare se non nella logica di una speculazione, di un ricavo che faccia rientrare la somma donata incrementata di un interesse. Quando si ama veramente qualcosa non si è disposti a liberarsi da essa se non nella logica di riaverla restituita con un valore maggiore. Chi dunque ha la passione per il denaro e per la ricchezza non può avere la passione per Dio. Il suo cuore è infatti tutto impegnato ad escogitare meccanismi anche osceni, ingiusti ed eretici, che abbiamo come unico obiettivo l’accumulo di un tesoro più grande. Chi invece ama Dio non può avere passione per il denaro, in quanto questo lo dividerebbe da Dio, lo metterebbe cioè in netto contrasto con Lui. Ora dunque quando i valori e gli insegnamenti della Parola di Dio, luogo in cui si incontra, si conosce, si vive e si realizza l’Amore, sono in noi motivo di contraddizione è segno che il nostro amore per il Signore e la nostra fede, sono solo apparenti, non hanno radici. Ciò può accadere per convenienza, per tradizione, per speculazione, per malvagità. In tal caso può succedere che la contraddizione presente in noi ci porti a vivere una vera scissione tra coscienza e amore. Queste due presenza vivono dentro di noi senza comunicarsi, senza relazionarsi tra di loro, ma tenendosi isolate l’una dall’altra, come se non si conoscessero, come non appartenessero alla stessa unica realtà. Esse convivono nello stesso individuo, ma sono perfettamente estranee. La conseguenza è che la coscienza lavora solo nella teoria, senza cioè essere messa mai in pratica, senza essere sperimentata e attuata attraverso l’amore. Ancora peggio può accadere che questo gioco sia volontario, sia cioè voluto dalla malvagità umana che si serve di tutti i suoi poteri per ingannare il prossimo, senza sapere che alla fine è essa a restare ingannata.
Capo d’Orlando, 22/09/2013
Dario Sirna