SALMO 12
Buongiorno a tutti,
il cammino di oggi si sviluppa intorno alla parola del Salmo 12, di seguito riportato:
Fino a quando, Signore,
continuerai a dimenticarmi? *
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
Fino a quando nell’anima mia proverò affanni, †
tristezza nel cuore ogni momento? *
Fino a quando su di me trionferà il nemico?
Guarda, rispondimi, Signore mio Dio, †
conserva la luce ai miei occhi, *
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
perché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!» *
e non esultino i miei avversari quando vacillo.
Nella tua misericordia ho confidato. †
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza
e canti al Signore, che mi ha beneficato.
Questo Salmo, breve e semplice è pieno di contenuti e ricco di umanità. In esso viene apertamente sfogato dall’uomo il suo lamento contro Dio per le difficoltà della vita. Un tema sempre attuale, che spesso è causa di vere e proprie rotture con il Signore. Il grido di lamento dell’uomo per le difficoltà del vivere quotidiano è un grido di dolore che trascina spesso nella disperazione più grande che l’uomo possa provare nella sua esistenza: il dubbio di essere dimenticati da Dio, il dubbio di non valere nulla agli di Dio, il dubbio di non avere più nessuno che ci ama e che ci sostiene nel cuore e nella vita. Dio è per l’uomo l’unica certezza sicura di un amore sincero, puro e disinteressato, di un amore che accoglie sempre con grande tenerezza, che cura le ferite del cuore, le risana e ridona la vita. Quando questa certezza viene messa in dubbio dall’apparente mutismo di Dio la fede dell’uomo vacilla immediatamente e dalla sicurezza si passa all’incertezza, al dubbio, alla disperazione. Il cammino del Salmista parte da una situazione simile, la sua condizione oscilla tra la speranza e la disperazione. Il dubbio di essere stato dimenticato e abbandonato da Dio si inserisce nel suo cuore portando scompiglio, tristezza, affanno, scoraggiamento. Ma è ancora un dubbio, una verità che viene pronunciata con un punto interrogativo, rivolto non solo a Dio, per sollecitarne l’intervento, ma anche a se stesso per prendere coraggio nella disperazione. L’uomo non può vivere senza vedere nel cuore il volto di Dio. Tale volto è la forza che consente ad ognuno di noi di affrontare tutte le difficoltà della vita, di essere saldi nella fede, di respingere gli attacchi dei nostri nemici, di mantenere sempre viva la nostra vita interiore e il nostro amore per Dio e il prossimo. Senza la luce del volto di Dio che brilla nella nostra anima gli occhi della fede si chiudono nell’oblio della morte spirituale e il male trionfa su di noi. Il Salmista prova dentro di sé tutte queste necessità e si appella fortemente a Dio perché in questi tragici momenti della vita in cui egli sente vacillare la sua sicurezza i suoi nemici non lo travolgano nelle tenebre della morte eterna. Il Salmista ci insegna che la fede non è frutto di noi stessi ma dono di Dio, dono che Dio stesso rinnova e alimenta dentro di noi, attraverso lo stimolo della crescita e del cammino. L’uomo è allievo di Dio e come tale viene istruito dal Signore attraverso le vicende della vita perché possa crescere nell’amore fino a raggiungere le vette più alte. Questo cammino è il cammino che ci invita a seguire il Salmista ogni volta che il nostro cuore prova la paura dell’abbandono, mentre l’anima precipita nell’angoscia della solitudine. Tale cammino viene percorso dal Salmista e ci viene trasmesso nel Salmo, i cui versi finali ci forniscono la via di uscita dal pericolo del disorientamento totale. La parola chiave è: misericordia. Così, nel dubbio, nella disperazione, nell’incertezza il Salmista scopre una nuova luce del volto di Dio, un nuovo aspetto della sua tenerezza, un nuovo ritratto del suo dolce sorriso. E’ la via della misericordia la via da percorrere per ritrovare Dio quando ci allontaniamo dalla sua presenza e perdiamo la cognizione del nostro essere. La scoperta fatta dal Salmista e consegnataci a noi in questo Salmo come messaggio di vita per la nostra fede diventa motivo di gioia infinita, di giubilo, di canto incontenibile che esprime la riconciliazione con l’amore di Dio. La vita può riservare momenti di grande difficoltà in cui la fede viene attaccata per essere demolita, questi periodi sono tempi forti che l’uomo deve vivere approfondendo con maggiore intensità il rapporto con Dio. Il nostro atteggiamento di speranza e il concomitante intervento della misericordia divina diventano, così, esempio e testimonianza che servono a confermare noi nella nostra fede e ad aiutare chi ci sta accanto ad avvicinarsi ulteriormente all’amore di Dio. La misericordia di Dio trova la sua più alta espressione in Cristo. E’ Lui la ragione inconfutabile della nostra speranza nella salvezza di Dio, speranza che Egli fa diventare certezza. E’ la sua risurrezione che ci insegna a restare saldi nella fede e obbedienti all’amore divino di fronte a qualsiasi difficoltà del mondo e della vita. Ognuno di noi fa parte di un progetto che Dio ha elaborato per fare brillare nella nostra vita la luce della Sua santità. Corrispondere all’amore di Dio significa accogliere questo progetto come dono d’amore, espressione di un bene che non può raggiungere vette più alte.
Capo d’Orlando, 24/11/2012
Dario Sirna