SALMO 10
Buongiorno a tutti,
il cammino di questo nuovo giorno è tracciato dalle parole del Salmo 10, di seguito riportato :
Nel Signore mi sono rifugiato, come potete dirmi: *
«Fuggi come un passero verso il monte»?
Ecco, gli empi tendono l’arco, †
aggiustano la freccia sulla corda *
per colpire nel buio i retti di cuore.
Quando sono scosse le fondamenta, *
il giusto che cosa può fare?
Ma il Signore nel tempio santo, *
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi sono aperti sul mondo, *
le sue pupille scrutano ogni uomo.
Il Signore scruta giusti ed empi, *
egli odia chi ama la violenza.
Farà piovere sugli empi
brace, fuoco e zolfo, *
vento bruciante toccherà loro in sorte;
Giusto è il Signore, ama le cose giuste; *
gli uomini retti vedranno il suo volto.
L’interrogativo iniziale del Salmista è di rilevante interesse per chi affidandosi a Dio in tutte le circostanze della vita, quando arrivano le difficoltà si sente consigliare dalle persone più vicine di cercare rifugio altrove per sottrarsi dal pericolo dei nemici. Il Salmista testimonia una fede vera, salda e profonda, che non viene esercitata a convenienza, ma che si manifesta soprattutto nelle difficoltà, nelle contrarietà e in tutte quelle circostanze in cui il dono preziosissimo della vita è messo in pericolo proprio dalla fede stessa. Il Salmista individua gli empi in tutti i nemici dei giusti e quindi anche del Signore. Tutti quelli che volontariamente si scagliano contro chi ama la giustizia, la cercano, la vivono e la esercitano, mettono a dura prova l’amore e la fedeltà al Signore. Di fronte a queste enormi difficoltà non è difficile cedere il passo e abbandonare i buoni propositi, specialmente se a ciò ci incitano anche gli amici cari, permettendo alle ingiustizie di trionfare liberamente. Il Salmista ci trasmette a questo punto il suo messaggio più importante, egli ci dice di non abbandonare mai il Signore, anzi di affidarsi totalmente a Lui proprio in queste circostanze, restando fedeli alla sua volontà, al suo amore e alla sua giustizia. A sostegno di quanto asserito Egli ci ricorda che il Signore è Dio che abita nel cieli ma tiene gli occhi fissi sul mondo per scrutare i sentimenti e le intenzioni di ogni uomo. Guardando nel nostro cuore il Signore non ci permette di ingannarlo, né di fuggire dal suo giudizio, riconosce le nostre ingiustizie, scopre le nostre cattiverie e svela le nostre infedeltà. Affidarsi al Signore significa allora credere fino in fondo al suo amore per noi, anche contro ogni evidenza ed essere pronti a darne testimonianza anche quando Dio, invocato nel momento della necessità, sembra non rispondere e farsi i fatti suoi. Dio ci ha donato la vita e con essa ci ha donato anche il suo amore, comprendere questo significa vivere per amare, vivere per corrispondere all’amore di Dio, vivere per essere in piena comunione con Lui. Il fine della vita donataci non è, dunque, la vita stessa, ma l’amore. La vita, è invece, lo strumento attraverso il quale l’amore si esprime e si esercita, essa, perciò non vale più dell’amore e non può essere scelta al suo posto. Crescere nell’amore significa proprio desiderare ardentemente di conoscere e realizzare la volontà di Dio, per corrispondere in pieno ai suoi sentimenti, senza in ciò porre alcun limite. Gesù ci ha dato il modello da seguire, la testimonianza da imitare e i mezzi per realizzare tutto quanto. Se è vero che in fatto di amore Dio è esigente è altrettanto vero che in Gesù, Egli ci viene incontro, viene incontro a tutte le nostre debolezze e difficoltà, per non perderci e per permetterci di arrivare alla perfetta ed eterna comunione con Lui. Tutto quello che Dio nel Salmista ci riferisce a parole, in Gesù Cristo, Verbo di Dio incarnato, noi lo vediamo realizzarsi e attuarsi nella vita. Ecco perché l’insegnamento del Salmista trova la sua continuazione e attuazione nell’esempio di Gesù.
Capo d’Orlando 02/08/2012
Dario Sirna