NEBRODI – DORSALE DORATA
L’autunno è una delle stagioni più affascinanti e misteriose dell’anno. Questa stagione, nella nostra terra, segna il passaggio dal dominio del sole e del caldo al dominio della pioggia e del freddo. E’ un susseguirsi di giornate caratterizzate da una forte altalena termica e da una grande mutevolezza meteorologica. |
Il ritorno delle correnti ascensionali associate ai vortici ciclonici che in questi mesi sfondano sul Mediterraneo favorisce, insieme al concomitante abbassamento delle temperature, il rimescolamento dell’aria e lo smaltimento alle alte quote dell’atmosfera dei vapori e delle polveri che durante i caldi mesi estivi sono imprigionati nei bassi strati dalla stabilità atmosferica dell’anticiclone. Questi movimenti nell’atmosfera hanno l’effetto collaterale di ripulire l’aria e di rendere la visibilità estremamente limpida. L’area tersa e i raggi solari più bassi e inclinati contribuiscono ad aumentare lo splendore diurno, rinvigorendo lo smalto dei colori e la lucentezza dei toni. Anche le trasparenze si raffinano divenendo quasi sempre cristalline. Nel mondo vegetale il processo naturale dell’autunno è quello di uno spontaneo decadimento dell’attività delle piante. Si arresta la crescita dei germogli e le linfe cominciano a rallentare il ciclo vitale, che gradatamente si avvia verso la quiescenza invernale. Il passaggio non si manifesta solo nell’arresto della crescita, ma soprattutto nel cambiamento dei colori e nella perdita del fogliame per le specie spoglianti. Tutti i colori si intensificano, diventano scuri, e accrescono il contrasto con l’aria, con il cielo, il mare, con il terreno e con le rocce. Il cambiamento non riguarda solo la vegetazione, ma tutta la natura, compresi i campi, le rocce e gli animali, oltre che le acque di fiumi, cascate e laghi. Anche il cielo partecipa alla festa dell’autunno, assumendo aspetti completamente nuovi. Di giorno le tinte dell’azzurro diventano sempre più profonde e sature, all’alba, al tramonto e durante i relativi crepuscoli, l’abbassamento dei raggi solari sull’orizzonte favorisce la prevalenza di tutti i più accesi toni di rosso e arancio. Il passaggio delle nubi nella volta celeste diventa un vero e proprio spettacolo di luci, forme e colori. La natura, che sotto i cocenti raggi dell’estate si era svestita di tutti i suoi abiti per indossare quello della nudità integrale, ora comincia a ricoprirsi di affascinati vesti. I colori esplodono nelle loro forme più intense e opache, creando magie e giochi che rapiscono letteralmente l’animo. A volte neanche i fiori e i frutti riescono a raggiungere le tonalità accese e intense dei colori autunnali. I terreni si ricoprono di verdissimi pascoli, la terra nuda inumidendosi con le piogge e la rugiada della notte, si tinge di meravigliose tinte vellutate e scure, le rocce mettono in mostra tutte le loro bellissime sfumature cromatiche, esaltate dalle vene d’acqua che ne bagnano le superfici. Gli alberi con fogliame caduco subiscono le metamorfosi più appariscenti e più interessanti. L’autunno offre così scenari nuovi, che trasformano completamente l’aspetto dei paesaggi e dall’ambiente naturale, creando atmosfere di grande effetto e di spettacolare richiamo. Noi, dopo l’articolo di qualche giorno fa sulle atmosfere d’autunno, riflessi e tramonti, abbiamo voluto immortalare alcuni degli scenari sopra descritti con un’escursione compiuta sulla dorsale dei Nebrodi, nell’area circostante il Lago Tre Arie. L’escursione è stata effettuata ieri e si è svolta dalle 11,30 alle 16,00. Non abbiamo potuto raccogliere i bellissimi effetti del crepuscolo, dell’alba e del mattino a causa di altri impegni più importanti. Durante l’escursione le condizioni di luce sono drasticamente mutate in peggio a causa delle condizioni atmosferiche del tutto sfavorevoli, per cui i risultati fotografici non sono stati certo eccellenti. Abbiamo lasciato l’auto in corrispondenza dell’incrocio della strada comunale che sale da Tortorici con la strada della dorsale. Da qui, a piedi, costeggiando la fiancata ovest del Monte del Moro, ci siamo diretti a Sud, risalendo in senso trasversale il versante est del catino del Tre Arie (versante esterno). Siamo passati dalla rocca che domina i due piccoli laghetti del Tre Arie, ci siamo portati sulla cresta nord della bellissima corona che circonda il catino, la abbiamo valicata e siamo giunti al lago. Dopo aver percorso tutta la sponda nord del Tre Arie siamo usciti dal catino passando dalla Portella omonima. Per tornare al punto di partenza abbiamo seguito il percorso di uno dei tanti piccoli ruscelli che dall’area sommitale scendono in direzione di Monte del Moro. Durante il giro compiuto abbiamo raggiunto quota 1.500 m slm, abbiamo attraversato la faggeta del Tre Arie, siamo passati al limite esterno dell’area della riserva Tre Arie e abbiamo fiancheggiato la bellissima abetaia della riserva. L’escursione è stata impreziosita dalla straordinaria ricchezza di una sequenza veramente unica ed infinita di scenari autunnali e montani di grandissimo effetto. Le atmosfere più affascinati e romantiche ci sono state offerte indubbiamente dalla faggeta. Il suo aspetto autunnale è veramente accattivante e seducente. L’intensa colorazione verde scuro dell’estate ha lasciato ora il posto a una brillante colorazione giallo oro, con sfumature più accese che degradano verso l’arancio. I vari esemplari si distinguono l’uno dall’altro grazie a toni leggermente diversi dovuti ad una fase più o meno avanzata del processo, cosicché la macchia colorata della faggeta, invece di presentarsi uniforme ed informe come d’estate, assume una bellissima veste variopinta, animata da tutti i toni compresi tra il verde chiaro e il giallo arancio. Ogni albero sembra fare a gara con il suo vicino nello sfoggiare la livrea più colorata e più attraente. Ogni fogliolina è una piccola pregiata pennellata, un capolavoro cromatico, un concentrato di pigmenti, una vera forza scatenante, uno stimolo irresistibile, un’emozione incontenibile, una scintilla che accende l’amore, una fiamma che brucia il cuore, una breve ma intensa poesia che rapisce l’anima per condurla a Dio. Ogni fogliolina diventa una chiave che apre le porte del salone della contemplazione, un invito a visitare e celebrare le bellezze del divino castello terrestre, un sentiero che conduce nel parco delle meraviglie di Dio. Entrare in questo giardino significa superare l’invisibile porta che ci separa dalla Bellezza eterna, scalare la vetta del cielo e amare ogni cosa, dalla più insignificante alla più maestosa, scoprendo in tutto ciò che ci circonda l’indelebile impronta del Creatore. Come non stupirsi e non meravigliarsi nello scoprire la genialità del cuore e della mente di Dio? Una genialità tutta concentrata e impegnata a esaltare l’amore per allietare il cuore dell’uomo. Ci aspettiamo sempre grandi miracoli e segni prodigiosi dal nostro Dio, ma se non sappiamo leggere il miracolo della vita e della natura che istante dopo istante ci viene offerto da Dio, come possiamo mai scorgere e comprendere il significato e l’esistenza di ogni altro segno? La bellezza di Dio rifulge allo stesso modo nell’invisibile atomo e nella grande galassia. Non occorre necessariamente scrutare i grandi misteri dell’universo per comprendere l’amore, basta girasi attorno e attribuire il giusto valore a tutte quelle “insignificanti” cose che ci circondano. Tutto ha un valore perchè tutto è stato creato da Dio, perchè tutto ci parla di Dio e perchè tutto ci conduce a Dio. Questa è la missione a cui è stato chiamato il creato, questa è la più grande funzione della natura. Non è fondamentale la scelta della porta attraverso la quale entrare nell’eden, l’importante è entrarvi, non uscirvi più, e da lì cominciare a girare per scoprire le infinite bellezze dell’Eterno. Forse ci sembrerà banale, ma una piccola foglia di faggio pronta a cadere per scomparire nel nulla, può ancora dare e insegnare molto a ognuno di noi.
Capo d’Orlando, 05/11/2012
Dario Sirna
P.S.: chiediamo scusa agli utenti per la scarsa qualità delle foto, dovuta alle difficili condizioni di luce causate da una estesa copertura nuvolosa e da bassi banchi di nebbia. Abbiamo comunque deciso di pubblicare ugualmente l’articolo perchè camminin non è un sito di fotografie, ma un sito che documenta e testimonia attraverso l’osservazione della natura l’amore di Dio.