NEBRODI- NEVE SULLA DORSALE

DA PORTELLA MITTA A PORTELLA CHIESA

La neve caduta la settimana scorsa sulla dorsale dei Nebrodi è stata abbondante e ha raggiunto anche quote di alta collina, come già documentato nell’articolo “Dama Bianca in bella forma”.  La fase fredda ha avuto il suo culmine domenica 9 dicembre, cui ha fatto seguito un periodo meno freddo ma sempre a forte carattere invernale. L’escursione compiuta lunedì 10 dicembre a Portella Mitta ci ha regalato immagini bellissime di una coltre spessa, vellutata, soffice e modellata.

In quella occasione non era stato possibile, a causa delle pessime condizioni atmosferiche, prolungare e approfondire il reportage estendendolo ad una zona più ampia. Considerato che il manto nevoso, nonostante il rialzo termico e le piogge della settimana passata, ha comunque mantenuto una consistenza apprezzabile, pur registrando un forte calo di spessore e un notevole deterioramento della bellezza e della freschezza, sabato scorso abbiamo deciso di compiere un viaggio in mezzo alle montagne più innevate, nel regno incontaminato del cuore dei Nebrodi. L’obbiettivo era raggiungere il Lago Tre Arie a quota 1.420 m slm, partendo da Portella Mitta e attraversando tutta dorsale compresa tra Floresta, Portella Dagara e Portella Chiesa. . L’impresa è riuscita  molto bene e ci ha regalato grandissime soddisfazioni, ma è stata parecchio faticosa a causa della notevole consistenza del manto nevoso. Essa è stata resa possibile grazie alla favorevole circostanza dell’avvenuta rimozione della neve dalla sede stradale della Dorsale, che, infatti si presentava ben ripulita  fino ad un paio di chilometri prima di Portella Dagara. Precisiamo che tutto il percorso compiuto è stato affrontato a piedi anche se una buona metà dello stesso era perfettamente percorribile. Data la bellezza del materiale fotografico prodotto abbiamo deciso di dividere in reportage in due fasi, di cui la prima è dedicata al cammino compito fino a Portella Chiesa, mentre la seconda è tutta relativa al lago Tre Arie. Ciò premesso, in questo articolo descriveremo le emozioni provate durante il cammino effettuato sulla dorsale. Al punto di partenza le bellissime dune che avevamo documentato la settimana scorsa erano scomparse a causa del veloce  processo di disgelo  e del passaggio dei mezzi che hanno ripulito la strada. Il manto nevoso ci è sembrato notevolmente ridotto, sicuramente almeno della metà. La giornata dal punto di vista atmosferico è stata favorevole all’escursione in quanto pur non offrendoci un sole smagliante, ideale per le foto sulla neve e per i contrasti con il cielo azzurro, a causa di una copertura nuvolosa alta, velata  e lattiginosa ci ha risparmiato il rigore del freddo in quota e il pericolo di precipitazioni. A Portella Mitta il paesaggio invernale che si apriva verso il cuore della Sicilia indossava una sfavillante veste bianca portata con eleganza dalla Regina delle vette siciliane: l’Etna. Il suo aspetto maestoso era circondato di bianco candito dalla base fino ai crateri più alti e tutto il contesto circostante, formato dalle alture dei Nebrodi, partecipava a questa festa di luce senza creare discontinuità nella estensione del candore. In queste occasioni Portella Mitta diventa un accesso ad un mondo incantato e nascosto in cui a dominare è solo ed esclusivamente il bianco uniforme e illeso delle sagome nebroidee che incoronano il Vulcano circondandone la falda di base. Al centro di questa magnifica conca l’Etna si innalza in tutta la sua spettacolare imponenza, mostrando con i ghiacci sommitali  i segni inequivocabili del suo dominio nei cieli di Sicilia ed evidenziando con i fumi e i vapori emessi dai vari  crateri i segni della sua notevole estensione nelle profondità più interne del pianeta. Un mistero di potenza e forza dovuto alla coesistenza di ghiaccio e fuoco, due elementi affascinanti e inconciliabili costretti ad una  convivenza   forzata. Proseguendo sulla Dorsale ci inoltriamo nel bosco di faggi e pini. L’arrivo precoce della neve ha colto di sorpresa la natura che infatti ancora non aveva cessato di spogliarsi della veste autunnale per indossare quella invernale. Lo testimoniano le numerosissime foglie di faggio imprigionate in mezzo alla coltre nevosa da cui emergono in trasparenza con i loro forti e caldi colori dorati e ambrati. Sotto la faggeta il manto nevoso sembra una meravigliosa veneziana con sfondo bianco e decoro maculato di giallo e rosso. Il pavimento della faggeta si estende uniforme e variopinto in mezzo ai nudi e grigi  fusti degli alberi conferendo all’austera livrea del bosco una nota di allegria. Superato il bosco e raggiunta la valle della Batessa il paesaggio muta drasticamente regalandoci scenari di una bellezza indescrivibile. La valle della Batessa ha una conformazione naturale di elevatissimo pregio paesaggistico. Essa è tutta proiettata all’interno della dorsale e si sviluppa sulle quote più alte dei Nebrodi. La sua bellezza è esaltata dalla particolare combinazione delle varie sagome montuose che ne movimentano lo sviluppo. A ciò si aggiunge l’armonia delle forme di queste sagome, l’uniformità di paesaggio, l’eleganza delle linee, l’assenza di elementi contrastanti, la giusta collocazione e combinazione tra aree boscate e pascoli, la morbidezza dei versanti interni e delle sommità dei monti, l’alternanza tra  rocche e colline, la costante e dominante  presenza dell’Etna. Tutto questo insieme di elementi opportunamente e armoniosamente combinati tra loro crea il presupposto   per la formazione di suggestivi scenari innevati. La neve cauta abbondantemente in questa zona,  a causa dei forti venti che battono la dorsale, viene spazzata via dalle cime per essere accumulata nelle valli e nelle zone sottovento, ne consegue che l’innevamento non è mai uniforme e alterna zone magnificamente imbiancate a zone totalmente scoperte. Tale fenomeno diventa più evidente nei primi giorni di disgelo, quali ad esempio quelli in questione, quando cioè la neve scompare nelle zone meno innevate e si mantiene bene in quelle fortemente innevate. Si crea così un gioco di contrasti che oltre a spezzare la monotonia del bianco valorizza maggiormente lo splendore delle zone innevate. La vallata regala forti emozioni proprio per la suggestione creata dalla compatta e avvolgente coltre nevosa. Percorriamo la strada della dorsale, superiamo la masseria e ci dirigiamo verso Portella Dagara. Questo versante della valle è il più alto, esso, infatti culmina in cime che superano i 1.500 m slm e si presenta molto innevato. Cominciamo a salire osservando a vista d’occhio come lo spessore del manto nevoso aumenta con la quota. Raggiunto il tratto finale che precede la Dagara la neve supera il metro di altezza  e siamo costretti a proseguire il nostro cammino  in mezzo ad essa a causa del forte innevamento della strada. Il cammino si fa duro e richiede parecchie energie, siamo sprovvisti di ciaspole, la neve a causa della temperatura alta non tiene e ci fa sprofondare ad ogni passo, talvolta restiamo sommersi fino alla cintura senza neanche toccare il fondo con i piedi. E’ un cammino molto difficile che decidiamo di affrontare solo per la grande suggestione dei paesaggi innevati e per la gioia di mostravi le immagini del lago Tre Arie nella sua veste invernale. Alla fatica del percorso si contrappone l’emozione sprigionata dai paesaggi incantevoli della montagna. Proseguiamo lentamente, senza concederci soste per la forte distanza da coprire e per le pendenze in salita da scalare. Il cammino è intervallato dai numerosi scatti fotografici che gli scorci ci impongono di effettuare. Non riusciamo a resistere al desiderio di immortalare tutta la bellezza incontrata e nel tentativo di portarne a casa e nel cuore la maggior quota possibile, scattiamo senza sosta, cercando di rendere eterno il fugace  incanto della neve. Da Portella Dagara giungiamo a Portella Chiesa con tante difficoltà, ma il nostro cuore viene immediatamente catturato e ricompensato dalla suggestiva veduta del lago gelato e dell’Etna che lo sovrasta. E’ proprio in questo punto che sentiamo l’esigenza forte e impellente di lodare il Signore per il grande dono concessoci. La preghiera da necessità di aiuto e sostegno si trasforma immediatamente in canto di amore innalzato al Creatore per il dono  ella vita, di tanta bellezza e per il privilegio di comprenderne la sua funzione evangelica. Il legame con Dio si stringe fortemente, abbiamo la percezione di essere accolti da un nuovo Compagno di viaggio che da ora in poi ci guiderà in mezzo alle meraviglie delle sue opere per farcene gustare fino in fondo la loro bellezza.

Capo d’Orlando 18/12/2012

Dario Sirna

 

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.