NEBRODI – MEGALITI

MEGALITI E ROCCE SUI NEBRODI

In questo articolo vi proponiamo la documentazione di un gruppo di megaliti incontrati sulla strada provinciale di collegamento tra Favo Scuro e Montalbano Elicona.

Eravamo diretti a Montalbano per visitare l’affascinate area della riserva dell’Argimusco, al cui interno ricadono vari gruppi di  importanti megaliti, durante il percorso abbiamo incontrato, tra le varie formazioni rocciose di arenaria che emergono dal sottosuolo, questo importante complesso di rocce che ha attirato immediatamente la nostra attenzione per la semplicità della sua bellezza. Le rocce in questione non sono dei veri e propri megaliti, in quanto non hanno la classica struttura da blocco di roccia imponente che si innalza dal suolo come una stele o come una torre isolata che domina su tutto il territorio.  Sono, invece, molto simili alla cima di una roccia che dalle profondità della terra affiora in superficie. Ciò nonostante trattandosi di rocce particolari per forma, colori e collocazione abbiamo deciso di documentarne la loro bellezza con un piccolo reportage. Queste rocce si trovano nelle strette adiacenze della Strada Provinciale e si affacciano direttamente sul Tirreno. Sono dunque facilmente raggiungibili e non richiedono cammino a piedi. Occupano una posizione dominante, grazie alla quale sono in grado di offrire una visone paesaggistica di grande effetto. Trovandosi proprio sul dorso della catena dei Nebrodi godono sia della bellezza dei paesaggi che degradano verso il mare, sia dell’altrettanto interessante bellezza dei paesaggi dell’entroterra. L’affaccio sul Tirreno passa attraverso il dolce degradare dei versanti montuosi dei Nebrodi verso la costa e incontra in questo percorso vari interessanti aspetti naturalistici scanditi principalmente dalla lenta e costante mutazione altimetrica delle essenze vegetali e boschive. In un solo colpo d’occhio è possibile individuare sui versanti esposti a nord tutte le fasce climatiche che a partire dalla costa si sviluppano fino alle cime più alte dei Nebrodi e dei vicini Peloritani. Ogni fascia climatica presenta le sue caratteristiche dovute alla variazione dei colori delle diverse specie vegetali che colonizzano il territorio alle varie altezze. Su questi dolci pendii ricchi di verde, come delle pietre preziose incastonate in un diadema regale, emergono in tutta la loro bellezza gli abitati dei centri urbani della zona, tra cui sulla sinistra, segnaliamo Montalbano Elicona e il suo maestoso castello. Spostando lo sguardo ancora più in basso incontriamo la linea della costa ove l’azzurro compatto, uniforme e infinito  del mare si sostituisce in tutto ai colori del territorio non lasciando spazio a nessun altro tono. La freschezza dominante delle tinte  del Tirreno dalla costa si estende nell’infinito allontanandosi rapidamente della terra ferma per perdersi nell’illimitato confine dell’orizzonte, ove cielo e mare  si fondono, ma senza mai toccarsi. Tutt’altro panorama offre invece il versante sud, quello orientato verso l’entroterra siciliano. Qui per bellezza, conformazione, colori, luce e dimensioni emerge con prepotenza e imponenza il cono vulcanico dell’Etna, inquadrato in tutto il suo sviluppo verticale, dalle falde di base fino alla sommità dei crateri più alti. L’immagine dell’Etna regala sempre grandi emozioni dovute ad una bellezza fatta non solo di aspetti paesaggisti eccezionali, unici e rari, ma soprattutto al mistero di una perenne attività vulcanica, costantemente segnalata dalle colonne di fumo eruttate verso il cielo. La bellezza dell’Etna non può assolutamente essere valutata se all’aspetto seducente della montagna non si associano tutti quei fenomeni vulcanici che da essa prendono vita. Elogiare gli aspetti paesaggistici di questo grande cono vulcanico senza menzionare l’attività che da esso si sprigiona e che continuamente interferisce direttamente e prepotentemente con il resto del paesaggio, arricchendolo di ulteriori aspetti caratteristici,  significa mortificarne gravemente la bellezza. L’Etna è una delle ricchezze più importanti e di valore della natura della nostra bella isola. Essa con la maestosità delle sue imponenti dimensioni e con la potenza delle sue continue manifestazioni vulcaniche monopolizza tutta l’attenzione, divenendo protagonista principale dello scenario isolano. Ciò vale anche per i Nebrodi che direttamente con i loro versanti meridionali si affacciano sul suo grande cono vulcanico. In particolare il paesaggio del sito in questione è monopolizzato dal fascino dell’Etna e trova in essa la sua figura principale. Le rocce visitate sono collocate all’interno di un verde pascolo e si innalzano dal suo vellutato tappeto erboso come sculture collocate in un giardino moderno. La bellezza di questi monoliti è dovuta alle loro singolari forme e soprattutto ai colori caldi e, quasi profumati, delle loro superfici. La dolcezza della roccia si manifesta proprio nella rotondità di queste forme che si presentano perfettamente levigate e senza antiestetici punti di discontinuità. Le morbide forme delle rocce e i loro colori rosati non impediscono però a queste strutture naturali di assumere dimensioni imponenti e di manifestare la loro importanza sul dominio del territorio. Si tratta di rocce di arenaria, modellate dagli agenti atmosferici e ulteriormente addolcite dai colori caldi e sfumati della loro stessa natura chimica. Grazie alla loro forma poco accidentata non presentano alcuna difficoltà ad essere scalate e visitate in tutta la loro estensione, sono quindi accessibili a tutti, ma sempre con le dovute attenzioni per i pericoli della loro altezza. La bellezza paesaggistica del posto e il fascino del silenzio in cui lo stesso ci introduce sollevano l’anima verso le altezze celesti e attraverso la contemplazione la proiettano direttamente nella pace di Dio. Il viaggio compiuto diventa dunque un’occasione preziosa offertaci da Dio per incontrarlo e per vivere con Lui il mistero del suo amore e della nostra creazione. Per questa grande opportunità ringraziamo e lodiamo il Signore con gioia facendoci guidare dal richiamo contemplativo di questo suggestivo angolo del creato.

Capo d’Orlando, 14/02/2013

Dario Sirna


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