AREE UMIDE DEI NEBRODI – LAGO CARTOLARI
Nell’ampia vallata racchiusa tra Serra del Re e Salvatorano, in località Cartolari del Comune di Tortorici, a un’altezza sopra il livello del mare di poco superiore a 1.400 metri, si trova questo magnifico specchio d’acqua dolce. Per raggiungere la località è sufficiente seguire tutte le indicazioni già fornite per i laghetti Cartolari, Alto e Basso. |
Raggiunta la località Salvatorano, alla quota di 1.500 m slm, sulla dorsale dei Nebrodi si incontra un grande cancello in legno di fattura forestale, da esso si accede a tutta la vallata Cartolari e in particolare al lago. Accanto al cancello, ancorate alla recinzione, esistono due scalette a pioli in legno tramite le quali è possibile entrare e uscire dall’area in questione senza aprire il cancello centrale. Noi passiamo proprio da queste scalette e, superata la recinzione, ci immettiamo immediatamente sulla pista sterrata che conduce al Lago. Il paesaggio è uno dei più grandi ed estesi della dorsale dei Nebrodi. A ovest, con una forma arrotondata e dolce, simile alla corazza di una gigantesca tartaruga verde, si innalza Serra del Re. Il mantello verde scuro della faggeta risplende sotto i raggi solari del mattino assorbendo e riflettendo su di se le azzurre tonalità di un terso cielo estivo. A Sud, partendo dal Salvatorano le dolci forme delle montagne si innalzano nascondendo parzialmente il grande cono dell’Etna. Su di esse si trovano i due laghetti di Cartolari. Alle spalle, e quindi a nord, la catena degrada ritmicamente in una sequenza di arrotondate sagome montuose, che abbassandosi sempre più verso l’orizzonte finiscono per raggiungere la costa tirrenica. Dietro ad esse il blu del Tirreno viene interrotto nella sua infinita e piana estensione dalle coniche isole Eolie. L’orizzonte, sfumato e indefinibile, è conteso tra il cielo e il mare, spostando la sua linea ora vicino a noi, ora lontano da noi, in cerca di una collocazione stabile e netta. Attraversato il cancello ci immergiamo completamente nella vallata del Cartolari e il campo visivo si restringe drasticamente, lasciandoci godere solo la visione delle verdissime e scure pendici di Serra Pignataro e Serra del Re, mentre tutto il resto scompare. Ma, già dall’inizio, questa drastica mutazione paesaggistica viene compensata dalla sempre più evidente e crescente immagine del lago. Situato nel fondovalle, spicca in mezzo alla biondissima vegetazione erbacea della cornice più esterna che lo accerchia, emergendo proprio come un diamante blu incastonato in un anello d’oro zecchino. Questo lago, rispetto a tutte le altre aree umide della zona, sembra assumere un atteggiamento timido e introverso, espressione del grande pudore con cui nasconde sapientemente le sue allettanti bellezze. Esso si è così costruito, nelle strette adiacenze della riva e lungo tutto il giro del perimetro esterno, una barriera impenetrabile di verde intenso, caratterizzata in misura prevalente da salici e simili essenze. La barriera è talmente alta e fitta da permettere la visione del lago solo da determinate posizioni, fino a quando non si raggiungono le sue sponde, da dove esso si concede agli occhi con più facilità. La vegetazione che lo circonda si compone oltre che di specie arboree, anche di specie acquatiche lacustri, di specie erbacee molto sviluppate e di diffusi rosai di rosa canina. L’insieme di tutte queste specie vegetali è talmente intricato e sviluppato da rendere questo lago il più difficile da percorrere lungo il suo perimetro. Molte zone sono di difficile accesso, altre sono addirittura inaccessibili. Il lago ha una forma ovoidale irregolare compatta con un discreto effetto a specchio. Ci spostiamo lungo il sentiero che dall’esterno dell’area recintata fiancheggia le sponde e solo in corrispondenza dei varchi più accessibili scendiamo sulla riva per effettuare gli scatti fotografici. Essendo interamente recintato, sulle sue rive non si incontrano animali al pascolo e, infatti, i prati che lo circondano sono perfettamente integri e la vegetazione arbustiva e ad alto fusto che lo accerchia ha uno sviluppo regolare. Il lago ci regala momenti di relax e di pace veramente unici. La quiete si spande in tutta la vallata e il morbido ondeggiare delle sue acque sfuma nel blu del fondale i riflessi verticali delle colline che circondano le sponde. Le immagini dello specchio si rompono e si ricompongono in continuazione sotto il soffio leggero delle brezze che attraversano l’aria. A volte a sfocare le immagini riflesse sono le vibrazioni prodotte sullo specchio d’acqua dai pesci che salgono in superficie, o dalle rane che sentendo in nostri passi si tuffano in acqua, o dagli uccelli acquatici e dalle anatre che si muovono da una parte all’altra del lago, spuntando e scomparendo nei giunchi e nei canneti. La superficie del lago si mantiene comunque sempre splendente e pulita, limpida come uno specchio d’argento, pronta a riflettere le più azzurre tonalità del cielo e i volti e le brame più bianche e luminose delle nuvole. Il posto sembra sia particolarmente preferito da quest’ultime che vengono qui per specchiare nel cielo la loro eterea bellezza. In verità questo lago per la sua conformazione e posizione sembra essere stato creato solo per loro e per chi, come loro, vive di azzurro, di cielo, di aria, di silenzio, di pace, di equilibrio, di spirito, di preghiera e di contemplazione.
Girando tutte le sue sponde abbiamo avuto la gioia di provare un po’ tutte queste sensazioni e di sentirci interiormente appagati dalla grande benevolenza del Creatore. Ringraziamo e lodiamo, come sempre, Dio per il dono della bellissima giornata offertaci e, in punta di piedi, usciamo dalla vallata per ritornare a casa felici e soddisfatti.
Capo d’Orlando, 01/08/2012
Dario Sirna