TORTORICI – LAGHETTO CARTOLARI BASSO
Tra il Lago Tre Arie e il Lago Cartolari la catena dei Nebrodi innalza un costone montuoso alto circa 200 metri sulle cui dolci pendici si trovano due piccoli e bellissimi laghetti di alta quota. L’escursione di oggi si svolge al primo di questo laghetti, quello a quota più bassa. Per arrivare sul posto si può salire da Tortorici, nel cui territorio comunale questo laghetto ricade. |
Occorre raggiungere la dorsale dei Nebrodi, utilizzando la strada comunale a servizio delle frazioni Ilombati e Batana, oppure accedendo ad essa da Portella Mitta, in corrispondenza del bivio con la SS 116. Proseguendo oltre Portella Dagara, alla fine della salita che attraversa la faggeta, alla quota di circa 1.500 m slm, si giunge su un altopiano, in località Salvatorano, alla cui sinistra si estende il costone che separa il Lago Tre Arie dal Lago Cartolari. Il contesto paesaggistico che circonda il lago è caratterizzato dalla presenza della faggeta che scendendo da Serra del Re e Serra Pignataro si estende in tutte le direzioni, creando ampie zone di verde scurissimo in netto contrasto con il giallo secco dei pascoli laterali. Sul versante ovest, attraversando il bosco Salvatorano, lungo il cammino si aprono, tra le fronde verdi del faggio, diverse finestra panoramiche che prospettano sulla valle sottostante la Serra del Re. Da alcune di esse è possibile ammirare i fantastici scorci del lago Cartolari, posto nel fondovalle. Proseguendo verso Sud ci si avvicina a laghetto verso cui siamo diretti, che diventa visibile dall’alto di una formazione rocciosa calcarea, incontrata lungo il cammino. Il Laghetto occupa la falda di base del monte Cartolari che, infatti, si innalza alle sue spalle. Ma gli scorci panoramici non finiscono qui. Superato il bosco Salvatorano, sul versante est del costone che si percorre, appare la bellissima vallata del lago Tre Arie, dominata dal Monte Tre Arie, mentre di fronte si staglia l’imponente sagoma vulcanica dell’Etna. Spostandosi ad est la visuale si allarga ancora di più, consentendo all’occhio di ammirare nella sua intera estensione il sottostante lago Tre Arie e la bellissima abetaia che lo circonda sul versante Nord. Lungo il percorso che dalla dorsale conduce al laghetto si incontrano cavalli e mucche allo stato brado che pascolano pacificamente sui dolci pendii della montagna. Dopo circa mezzora di cammino nella direzione che percorre il dorso del costone e che si affaccia sulle bellezze sopra descritte, si raggiunge questo piccolo specchio d’acqua. L’area occupata dal lago è di forma circolare ed è immersa in una estesa zona destinata a pascolo. Il lago è protetto da una recinzione in legno e rete metallica di fattura forestale, munita in più punti del perimetro esterno di scalette a pioli funzionanti sia in entrata che in uscita. Il bordo esterno del lago è parzialmente ricoperto di vegetazione arborea, costituita in maggioranza da salici. Le acque del laghetto sono azzurre e in mezzo al giallo intenso dei secchi prati che lo circondano splendono come uno zaffiro blu incastonato in un una corona d’oro. Esse sono ulteriormente abbellite dai riflessi dei raggi solari, che, accarezzandone la superficie creano stupendi effetti di luce. Ci spostiamo lungo la riva del laghetto fotografandolo dall’alto e dalla battigia. Catturiamo negli scatti pomeridiani tutto il fascino di questo meraviglioso specchio d’acqua. La vegetazione lacustre, limitata alla presenza di piante acquatiche con fogliame galleggiate, occupa solo poche porzioni della superficie, generalmente quelle meno profonde e più prossime alla riva. Nel gioco di luci e riflessi del controluce esse assumo un ruolo fondamentale, conferendo all’immagine del lago l’aspetto di un vassoio d’argento cesellato e splendente. L’artistica interferenza tra il vento, l’acqua del lago, i raggi solari, le ombre delle colline, le foglie galleggianti, le nubi sull’orizzonte, l’inclinazione sempre più obliqua della luce pomeridiana, crea giochi ed effetti di luce sul pelo libero dell’acqua talmente plastici da dare l’impressione di assistere al lavoro eccellente e fine di uno scultore che, utilizzando come uno scalpello i raggi solari, combina le diverse azioni dei vari reagenti, per ottenere straordinarie ed evanescenti sculture. La maestria e la familiarità con cui questo Scultore usando lo scalpello di luce lavora l’acqua e l’aria è evidente nell’impronta impressa con i colpi di scalpello sul lago e nelle schegge luminose di acqua, che come brillanti azzurri, schizzano dalla superficie di quest’ultimo verso il cielo. Insomma è un vero e proprio ricamo realizzato con un filo di luce solare, sapientemente intessuto nella fitta tela dello specchio d’acqua. Intorno al disegno centrale, frange e balze di luce abbelliscono il tutto. Di fronte a questo effetto di grande suggestione restiamo incantati e decidiamo perciò di fermarci per goderci, nella pace e nel silenzio d’alta quota di queste meravigliose montagne, la meraviglia di un pomeriggio sul lago.
Nella rilassante quiete che avvolge montagne e valli si sente soltanto una musica Celeste che, riflessa dal Paradiso, entra nell’anima per dirci con le parole di un canto che il Signore ci ama e che in virtù di quest’amore ha creato tutto per noi. Sentiamo questa voce del silenzio entrare nell’anima e accarezzarla, come la morbida luce solare accarezza lo specchio d’acqua. Nasce nel cuore la gioia di dire grazie al Signore e di lodarlo per la grande esperienza donataci, per le bellezze che ha creato e per l’opportunità che ci dato di ammirarle ed apprezzarle.
Capo d’Orlando, 23/07/2012
Dario Sirna