GIALLO, BIANCO E ROSSO ORO
In questo Reportage vi proponiamo le immagini scattate nel corso di un’escursione svoltasi sui Nebrodi nella zona compresa tra Portella Dagara e Cartolari, nel Comune di Tortorici, all’interno dell’area tutelata dal Parco dei Nebrodi. Le foto sono state scattate nell’arco temporale compreso tra le 17,00 e il tramonto del Sole. |
In questo Reportage vi proponiamo le immagini scattate nel corso di un’escursione svoltasi sui Nebrodi nella zona compresa tra Portella Dagara e Cartolari, nel Comune di Tortorici, all’interno dell’area tutelata dal Parco dei Nebrodi. Le foto sono state scattate nell’arco temporale compreso tra le 17,00 e il tramonto del Sole. Esse ci mostrano i tre colori dell’oro, ossia il giallo, il bianco e il rosso, che in particolari condizioni ambientali di luce e di tempo meteorologico abbiamo riscontrato nel corso dell’escursione effettuata in questi luoghi. Il colore giallo oro lo abbiamo apprezzato quando percorrendo la dorsale dei Nebrodi, nella salita che conduce a Portella Dagara, abbiamo attraversato diversi campi di grano con la messe matura. Nelle luce pomeridiana le spighe, già seccate dal caldo della stagione, sotto i riflessi dorati dei raggi solari, luccicavano come un tappeto vellutato ricamato con un unico grande filo di oro giallo. Le distese coltivate a grano, un tempo molto diffuse, oggi, purtroppo, sono diventate una rarità per cui le loro biondissime colorazioni spiccano in mezzo ai prati secchi e aridi che le circondano come un prezioso gioiello indossato sulla nuda pelle di una principessa. Quando l’oro biondo delle messi ammantava anche il più piccolo campo, la grazia dell’abbondanza, offerta dalla terra, entrava direttamente attraverso le nostre mani nelle case di ognuno di noi, facendoci apprezzare la ricchezza e la bontà dei frutti offerti da queste belle terre, oramai abbandonate. Sapori e colori di altri tempi che riempivano il cuore di una gioia che oggi sembra persa per sempre e di cui queste ultime coltivazioni ci richiamano un nostalgico ricordo. La spiga di grano, oltre ad offrire l’utile e importante seme del pane e della pasta, ci regala il dono di una bellezza veramente straordinaria fatta da esili fusti culminanti in un cuore di grani avvolto da un fascio di biondissime e lunghe setole. Ogni spiga è come un raggio di sole che illumina il volto dell’uomo e tutte insieme sono come un sterminato tesoro che si stende davanti ai suoi piedi. Tutta la natura partecipa alla festa delle spighe esaltandone così la loro bellezza. Il cielo si stende sopra di esse indossando i toni di azzurro più intensi, i boschi e le montagne riflettono lo splendore del biondeggiante oro delle spighe esaltando il mantello verde degli alberi, gli uccelli del cielo tra cinguettii e voli banchettano felici in mezzo ad esse, richiamando l’attenzione di altri volatili. Un campo di grano è una vera grazia donata dal Cielo per allietare tutto il Creato. Dopo avere apprezzato le bellezze dei campi e delle spighe, salendo oltre la Portella Dagara, ci siamo spinti in località Cartolari ove abbiamo ammirato il secondo colore dell’oro: il bianco. Improvvisamente i versanti nord della dorsale sono stati raggiunti e interessati da una corrente più fresca ed umida che ha addensato sulle loro sommità un letto di bianchissime nubi. Queste, formatesi dalla condensazione del vapore acqueo, si sono addossate l’una sull’altra, senza riuscire mai a tracimare oltre la cresta delle montagne. I raggi solari, che le illuminano da dietro, in parte vengono riflessi verso di noi, ma, considerato che non si tratta di nubi particolarmente dense, in gran parte vengono rifratti all’interno della nube stessa generando un singolare effetto di lucentezza bianco oro. Il contrasto con le scurissime, quasi nere, ombre delle valli sottostanti, contribuisce ad esaltare il fenomeno e a farci godere lo spettacolo. L’alta quota a cui ci troviamo ci consente di ammirare dall’alto questo continuo gioco di luce, raggi, nubi, vento e colline. Questi elementi interagendo tra di loro nelle ore della sera creano un effetto magico e misterioso in cui le nebbie trasportate dai venti di caduta si volatilizzano, scomparendo sotto i nostri occhi, nella bianca luce che sembra muoversi al loro interno per animarle e tenerle in continua evoluzione. Ci fermiamo per ammirare questo meraviglioso e mutevolissimo effetto meteorologico in cui anche se ogni istante è diverso dal precedente, tutti hanno in comune il fascino e la seduzione dello splendore dei lucenti raggi di oro bianco effusi dalle nubi. Con il trascorrere del tempo il sole inizia ad abbassarsi sempre di più sull’orizzonte fino a raggiungere la posizione del tramonto. Ci rimettiamo in cammino per il ritorno e passando nella faggeta che si estende in località Salvatorano ammiriamo il terzo colore dell’oro: il rosso. Ora i raggi solari perdendo la loro componente fredda si presentano sempre più infuocati. L’effetto sulle montagne, tra i fusti dei faggi, dietro le fronde del bosco diventa molto interessate. Le ombre si fanno scurissime, il cielo si tinge di rosso sfumando di rosa sulla superficie esposta delle nubi , tutto il resto lentamente scompare nella fresca oscurità della notte, mentre le prime stelle cominciano a brillare nella volta celeste. Il Sole è ormai scomparso dietro l’orizzonte sagomato delle nubi e delle montagne, ma nel cielo, ancora per parecchio tempo, rimane la meravigliosa luce rosata del crepuscolo. Questa escursione sulle alture dei Nebrodi, effettuata nelle ore serali, ci ha permesso di ammirare la bellezza del cielo di queste montagne sotto i diversi effetti dei raggi solari. I Nebrodi ci sono, così, apparsi in una vesta nuova e più affascinante, colorata dalle calde e luminose sfumature dell’oro. Abbiamo scoperto che il vero tesoro del mondo è il mondo stesso con tutte le sue singole componenti e tutti i suoi particolari: ogni cosa creata è preziosa e tutte si equivalgono tra di loro in bellezza ed utilità. Ringraziamo e lodiamo il Signore per farci fatto apprezzare queste inattese bellezze e per averci fatto comprendere che nel creato tutto canta il suo amore per noi.
Capo d’Orlando, 25/07/2012
Dario Sirna