NEBRODI – DORSALE INNEVATA

CAMMINANDO  SULLA DORSALE INNEVATA

Nel reportage di oggi vi proponiamo le foto e le immagini di una parte del  cammino compiuto sabato 16 febbraio per raggiungere il lago Pisciotto. Il cammino in questione si sviluppa da Portella Castagnera a Passo Busica e si svolge interamente sulla dorsale che attraversa il crinale dei Nebrodi.

Pur avendo più volte documentato il tragitto della dorsale dei Nebrodi evidenziandone la sua affascinate veste invernale, ci è sembrato utile ritornare su di esso per il semplice fatto che in ogni occasione ci riempie di meraviglia e di stupore per una bellezza che non finisce mai di sorprenderci con i suoi innumerevoli volti diversi. Abbiamo perciò pensato, attraverso questo articolo, di rendervi partecipi delle grandi emozioni provate durante l’ennesima esperienza sulla neve e sulla dorsale della catena dei Nebrodi. Il fascino riscontrato è dovuto alla notevole quantità di neve caduta in questi posti le settimane scorse. La strada della dorsale con il suo fondo piano e ristretto si snoda lungo il profilo dei Nebrodi passando tra valli, pendii, altopiani, colli e vette, in mezzo ai quali si intreccia come una corda intessuta nella trama di un filare di paletti. In questo percorso la dorsale si ritrova ad alternare lunghi tratti esposti a nord a lunghi tratti esposti a sud, piegando, nei collegamenti, con brevi tratti esposti a est e brevi tratti esposti a ovest. Le quattro diverse esposizioni ai punti cardinali e le relative proiezioni dei coni d’ombra pluviometrica dei colli attraversati favoriscono o inibiscono l’accumulo delle precipitazioni nevose a seconda della direzione di provenienza delle varie fasi perturbate. Ci sono perciò punti in cui la dorsale risulta totalmente scoperta di neve e tratti in cui invece essa è totalmente sepolta da metri di neve. Questo variare dell’altezza del manto nevoso avviene secondo un ben preciso gioco di correnti che è all’origine della formazione di spettacolari dune di neve. Si tratta di cumuli livellati e levigati dal vento con un efficacissimo effetto di continuità che tramite linee morbide e allungate unisce e collega le zone meno innevate con le zone più innevate. L’effetto di questo dolce movimento ondoso nel manto bianco è particolarmente interessante e pregevole. Esso, grazie alla particolare struttura della dorsale, è evidente proprio lungo la strada. Noi abbiamo avuto la fortuna e la gioia di potere documentare tale effetto all’interno di un contesto paesaggistico di superba bellezza. La valle della Batessa, per mezzo del Monte del Moro, del Monte Sant’Antonio, del Monte Sciacca Batessa,  del Monte Tabaccaro, del Monte Formisia e della Serra Catalano,  racchiude il paesaggio visitato all’interno di una cornice incantevole. Le creste sopra menzionate formano una corona chiusa all’interno della quale è possibile ammirare tutta la poesia e la bellezza incontaminata di queste montagne. La chiusura dell’orizzonte in un circolo formato da vette montuose equilibrate  impedisce alla vista di allargarsi sui contesti esterni e nel caso della neve si rende perfettamente efficace per regalare al visitatore forti emozioni dipinte solo ed esclusivamente di candido bianco. La dorsale in questo tratto ci trasferisce fisicamente in un mondo con atmosfere polari, un mondo proiettato oltre la caratteristica dolcezza del clima siciliano per farci gustare in piccolo tutto il sapore e la forza della stagione invernale nel suo aspetto più crudo e vivo. Entrare all’interno di questo minuscolo e delicatissimo regno fatto solo di attraenti distese gelate è come immergersi in un mondo fiabesco, ove la monotonia dell’uniforme colore bianco è rotta dal movimento dolce e armonioso delle curve montuose. Profili e sagome si accavallano, si inseguono, si intrecciano, si uniscono e si fondono per formare un paesaggio monotono  ma di grande splendore e luce. La raffinatezza e l’eleganza della natura raggiungono qui le loro espressioni più incantevoli. All’interno dell’area attraversata, infatti, la vegetazione arborea è pressoché assente, confinata solo alle aree esterne o a piccoli fazzoletti di terra, ciò esalta notevolmente l’uniformità e la continuità del candore, arricchendola del grande fascino delle dolci e armoniche linee montuose. La magia della neve ammanta come un soffice drappo di velluto bianco il paesaggio mostrando il volto più seducente della Dama Bianca. La candida regina, adagiata con grazia sulle alture più belle della Sicilia, si mostra in tutto il suo  brillante fulgore destando nel cuore desideri angelici e celestiali. L’anima viene innalzata verso gli atri di Dio, ove è rapita dal canto della purezza. Il silenzio inghiotte dentro di sé ogni ricordo terreno e dà voce alle istanze di pace e di amore che salgono repentine dal profondo del cuore. Tutto sembra volerci proiettare oltre le difficoltà e le necessità del mondo per farci assaporare l’appagamento dello stato contemplativo. Il cuore entra così nell’intima camera della preghiera ove si porta al cospetto di Dio per lasciarsi illuminare dall’inalterabile e sempre eterno splendore divino. La lode sgorga spontanea e inarrestabile per corrispondere alle gioie ricevute e assaporarle in tutta la loro pienezza. La neve diventa allora uno strumento della creazione con cui il Signore nella sua infinità sapienza e nella sua immensa bontà opera nel cuore umano per ricondurlo verso le vere altezze celesti, quelle altezze in cui l’unica pace del cuore è la grande beatitudine dell’Amore.

Capo d’Orlando 25/02/2013

Dario Sirna

 

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