DAL TRABUCCO ALLA GALLERIA
In mezzo ad una natura caratterizzata per il verde da una vegetazione mista di ulivi e macchia mediterranea, è possibile ammirare in tutta la sua bellezza la costa e il suo armonioso andamento. |
E’ un susseguirsi di insenature, spiagge, piccoli lidi, calette, scogli, strapiombi, che si lasciano continuamente accarezzare dalle azzurre mani del mare.Scendendo un po’ più a valle il pendio diviene molto ripido e una fitta vegetazione mista, in cui prevalgono fichi d’india, ginestre, gelsi, fichi, olivastri, assenzio, agavi, mirti, canneti, cardi, capperi, fa da cornice ai vari quadri di uno scenario selvaggio e affascinante. Sullo sfondo, l’azzurro del mare corre verso l’orizzonte per raggiungere le sagome delle Eolie e unirsi poi da qui, nell’infinito, al telo celeste.E’ un susseguirsi di insenature, spiagge, piccoli lidi, calette, scogli, strapiombi, che si lasciano continuamente accarezzare dalle azzurre mani del mare. Scendendo un po’ più a valle il pendio diviene molto ripido e una fitta vegetazione mista, in cui prevalgono fichi d’india, ginestre, gelsi, fichi, olivastri, assenzio, agavi, mirti, canneti, cardi, capperi, fa da cornice ai vari quadri di uno scenario selvaggio e affascinante. Sullo sfondo, l’azzurro del mare corre verso l’orizzonte per raggiungere le sagome delle Eolie e unirsi poi da qui, nell’infinito, al telo celeste.In mezzo ad una natura caratterizzata per il verde da una vegetazione mista di ulivi e macchia mediterranea, è possibile ammirare in tutta la sua bellezza la costa e il suo armonioso andamento.E’ un susseguirsi di insenature, spiagge, piccoli lidi, calette, scogli, strapiombi, che si lasciano continuamente accarezzare dalle azzurre mani del mare. Scendendo un po’ più a valle il pendio diviene molto ripido e una fitta vegetazione mista, in cui prevalgono fichi d’india, ginestre, gelsi, fichi, olivastri, assenzio, agavi, mirti, canneti, cardi, capperi, fa da cornice ai vari quadri di uno scenario selvaggio e affascinante. Sullo sfondo, l’azzurro del mare corre verso l’orizzonte per raggiungere le sagome delle Eolie e unirsi poi da qui, nell’infinito, al telo celeste. La spuma bianchissima delle onde che si infrangono sugli scogli e un meraviglioso profumo di mare, salsedine e iodio miscelato ai profumi forti e odorosi delle piante della scogliera, catturano piacevolmente l’attenzione di tutti i sensi. Oltre alla vista e all’olfatto, anche il tatto, il gusto, e l’udito, trovano modo di deliziarsi di questa incantevole natura. Nel continuo e melodioso canto delle onde e della risacca, le mani e il viso si lasciano sfiorare dalla fresca e piacevole brezza marina, mentre in bocca sale il sapore forte e deciso del mediterraneo. La mente vola libera verso la pace e la serenità dimenticando ogni preoccupazione e abbandonandosi completamente all’atmosfera idilliaca del posto. Stormi di gabbiani intrecciano bianche traiettorie nell’azzurro terso del cielo mentre i loro versi sembrano inneggiare alla libertà, proclamando il possesso incontestato del territorio.
Alzando gli occhi, a sinistra il Santuario di Maria SS. di Capo d’Orlando si erge sulla cima del colle omonimo porgendo le spalle alla riviera. La presenza della Madonnina sul posto più incantevole di tutto il promontorio ci fa capire che siamo in un angolo di Paradiso. La bellissima Madre ha conferito al promontorio, con la sua preziosa presenza, una grazia ancora più grande. Ora comprendiamo il perché di tanta bellezza in questo scorcio di costa siciliana. L’azzurro del cielo e del mare, le onde, la spiaggia, la scogliera, le isole, la selvaggia natura, tutto canta un inno di lode alla Madre Celeste. Ogni cosa è stata sapientemente preparata per accogliere la Regina della pace. Per merito della Madre, qui presente per aiutare e proteggere i suoi figli, noi abbiamo la grazia di godere anche la presenza di un creato di grande bellezza.
Salendo verso le ville della collinetta il panorama si apre a ovest mostrando dall’alto tutto il centro del paese adagiato nella piccola piana racchiusa tra la costa di ponente e le prime colline dei Nebrodi . Come agli occhi di un falco in equilibrio nel cielo, ora nulla può sfuggire al nostro controllo. Saliamo ancora e ci immettiamo verso il Trabucco. Perdiamo la vista di ponente ma in compenso a levante guadagniamo una visione sempre più spettacolare. Siamo sulla parte più alta e ripida della scogliera. Le pendenze sono a strapiombo e per un centinaio di metri scivolano giù fermandosi sullo stradale che, purtroppo, interrompe la corsa verso la spiaggia e il mare. Trabucco è il nome di questa località, nome che sembra sintetizzare in una sola ed efficace parola le sensazioni di vertigine che l’alta scogliera a precipizio sul mare suscita nei visitatori. Abbandoniamo il sentiero e ci avventuriamo tra gli ulivi incolti scendendo verso l’orlo del precipizio. La rupe sottostante nasconde un piccolo falso piano ove ci fermiamo per ammirare il paesaggio. Siamo in mezzo ad una fitta vegetazione spontanea, costituita principalmente da macchia mediterranea in fiore, sotto i nostri piedi il vuoto precipita a valle sulle onde del mare, mentre davanti a noi l’azzurro domina incontrastato verso l’infinito, nel suo regno fatto di cielo e acqua.
Vorremmo entrare in questo regno, ma non possiamo camminare oltre e così fermi ad ammirare aspettiamo che sia l’azzurro stesso a penetrare dentro di noi con la sua inarrestabile forza. Respiriamo con l’anima il profumo incontaminato di questo giardino celeste. Poi riprendiamo il cammino cercando di mantenerci lungo il costone, ma i precipizi incontrati ci costringono a cambiare percorso e ad attraversare alcuni fondi privati, previa autorizzazione dei proprietari. Superate le case che dominano la zona est del Semaforo, scendiamo lungo la strada comunale e da qui ci riallacciamo alla scogliera, dopo aver bypassato la grande roccia a forma di sfinge. Ci muoviamo lungo i sentieri tracciati dalle capre, in mezzo a una fitta, alta e impenetrabile macchia mediterranea interrotta ogni tanto da qualche esemplare di quercia. La scogliera è di nuovo sotto i nostri occhi, mostrandosi in tutta la sua selvaggia bellezza marina. Pochissimi esemplari di pino si innalzano dallo strapiombo con folte e scure chiome che conferiscono al paesaggio un ulteriore pregio. Tutta la costa sottostante è costellata di scogli di grandi e medie dimensioni in mezzo ai quali la sabbia riesce a formare tante belle spiagge di media grandezza. Camminando lungo il ciglio del precipizio in direzione Messina numerosi scorci paesaggistici di notevole bellezza si susseguono in una sequenza sempre più interessante, mostrando dall’alto tutti gli angoli più nascosti e selvaggi della scogliera di San Gregorio. Il percorso, leggermente in discesa, conduce all’altipiano che sovrasta la zona della Galleria. Qui la bellezza selvaggia della scogliera raggiunge il suo apice, unendo alla conformazione rocciosa degli strapiombi che dall’altipiano precipitano in mare la ricchezza di un paesaggio molto suggestivo. Dominiamo la parte centrale della baia di San Gregorio, la più bella e la più ricca di elementi naturalistici eccellenti. Imprudentemente scavalchiamo la staccionata e con grande cautela, a piccoli passi, ci muoviamo sulle cime degli strapiombi rocciosi attraversati dalla galleria. Sia ad est che ad ovest la veduta ci regala immagini di grande fascino mettendo in risalto l’aspro costone compreso tra il Monte della Madonna e Testa di Monaco. Di fronte la scena è occupata dalle Isole Eolie, affogate nell’azzurro del mare e del cielo, mentre alle spalle sono le dolci pendici dei Nebrodi, a farci annegare in un mare di verde.
Capo d’Orlando, 11/05/2012
Dario Sirna