NEBRODI – BIVIERE DI CESARO’ 2

BIVIERE DI CESARO’ – SPONDA NORD EST

Questo reportage è dedicato alla sponda Nord Est del Biviere di Cesarò. Contrariamente alla sponda opposta, quella lambita dalla faggeta di Monte Soro, questa sponda è quasi totalmente spoglia di vegetazione arborea o boschiva. Ciò ci ha consentito di effettuare gli scatti fotografici sia dall’alto delle colline prative che la circondano sia dalla costa stessa del lago.

La grande panoramica che offre questa esposizione del lago ci ha permesso di immortalare negli scatti fotografici, oltre al lago e al suo ambiente circostante, anche lo straordinario contesto paesaggistico in cui il Biviere è inserito all’interno della Catena Montuosa dei Nebrodi. Cercheremo di descrivere le bellezze affascinanti di questa particolare natura tenendo presente che neanche le foto sono in grado di rendere adeguato omaggio a queste meraviglie. Arrivando da Portella Scafi, all’uscita della faggeta che fittamente ricopre tutta la dorsale, la vista si apre su di un mondo incantato. Di fronte a noi svetta la cima di Monte Soro, completamente avvolta da un fittissimo ricamo bucle, che come una verde pelliccia, riveste tutto il Monte, allargandosi alle pendici e al resto della catena montuosa. L’abito estivo indossato da queste montagne è simile ad un mantello regale che dopo avere incappucciato la vetta, scivola morbidamente giù, come seta, per ricoprirne i fianchi e per appoggiarsi a terra con un lungo ed elegante strascico verde. Indossato da sua altezza Monte Soro, cima più alta dei Nebrodi, il mantello regale conferisce alla montagna uno stile indiscutibilmente raffinato e di grande gusto. Al verde scuro, compatto e luccicante di questo mantello si contrappone l’azzurro che domina incontrastato nel soprastante cielo terso e nel sottostante lago smaltato. Sembra di essere entrati all’interno del grande salone delle feste di un ricchissimo castello regale. La sala è ornata di meravigliosi arazzi che arricchiscono di colore le azzurre pareti del cielo, sono tutti gli scorci panoramici che si susseguono nel giro dei quattro punti cardinali, il pavimento è un’unica lastra, azzurra quanto il cielo e splendente come un antico specchio d’argento, mentre la volta è lo spazio infinito dell’universo trapunto di astri. Guardando a Sud Est, sulla superficie del lago si scorge la sagoma imponente di una maestà superiore: è l’Etna, regina madre dei cieli siciliani, che, vanitosa come una giovane ragazza, si specchia ed ammira sulle acque del Biviere. Di fronte al suo dominio, continuamente confermato dalle infuocate e spettacolari manifestazioni di grandezza, potenza e forza, tutte le altre cime scompaiono, come corteggiatori caduti ai suoi piedi. Il cono dell’Etna si innalza imponente dalla piana di Catania per scalare tutte le altezze delle azzurre pareti del cielo di Sicilia e per superare le cime più alte dei Nebrodi nel tentativo di scovare, tra le loro verdi valli, le pacifiche acque del Biviere, ove ama dare nuovo spettacolo, riflettendosi in suggestive immagini. Ad est il sipario nebroideo si chiude nuovamente sotto le verdi tende vellutate della Serra del Re, sposa inseparabile di sua maestà Monte Soro. E’ dalla finestra lasciata aperta tra queste due cime che l’Etna, sporgendosi dalla sua notevole altezza, si inserisce nel palcoscenico di questo straordinario anfiteatro. Ma la coreografia teatrale di questa rappresentazione dell’Eden non finisce qui, perché essa a Nord mostra nuovi elementi di diversa natura ed eccezionale bellezza: sono le Rocche del Crasto emergenti, come un bassorilievo finemente scolpito nel calcare, dallo sfondo blu del Tirreno meridionale. I loro strapiombi altissimi, rocciosi e verticali, alzandosi dal versante orientale della grande valle del Fiume Inganno, rompono la monotonia delle dolci colline dei Nebrodi, diversificando ulteriormente il paesaggio con elementi di elevato pregio ambientale. Le grandi aquile reali e gli avvoltoi che si annidano tra le loro rocce, volteggiando in cerca di prede, sconfinano soventemente nei cieli del Biviere. Guardando a Nord, molto più in profondità, sulla labile linea dell’orizzonte marino, ingrandite dai sortilegi estivi di fata Morgana, tremule come foglie vibrate dal vento, le sagome piatte delle isole Eolie occupano gli angoli più lontani e ultimi di questo variegatissimo paesaggio siciliano. E’ come se il Creatore avesse deciso di concentrare intorno al Biviere la presenza di tutti gli elementi più belli e particolari della Sicilia: montagne, isole, mare, laghi, vulcani, rocce, foreste, prati e, nel periodo invernale, neve e ghiacci. Tutti questi elementi architettonici e paesaggistici sono tra loro artisticamente armonizzati e ottimizzati, grazie alla presenza sul posto di una natura altrettanto affascinante e ricca. La riva Nord Est del Biviere ci fa ammirare tutti i particolari nascosti di questo lago. Percorrendola da Sud verso Nord, incontriamo lungo la costa una lunga e ininterrotte cintura di canneti e giunchi vari, che, come una cornice, racchiude le acque del lago proibendone a volte anche l’accesso. In molti punti la vegetazione lacustre è talmente ricca e florida da spingersi temerariamente all’interno delle acque. Gli isolotti che occupano le zone centrali del lago da qui sono facilmente osservabili e fotografabili. Anche su questo versante una vasta vegetazione di piante acquatiche galleggianti si estende lungo tutte le rive, attribuendo al lago un grande fascino e un’incantevole atmosfera romantica. I luccicanti raggi solari riflessi dallo specchio d’acqua disegnano nella quiete del lago infiniti paesaggi capovolti colorati con tinte pastello, illusioni di un mondo sommerso che scompare sfumando sotto le brezze del vento. Infinite sono le impressioni e le emozioni regalate da questo incantevole posto e noi non riusciamo a raccontarle ed esprimerle tutte, per questo invitiamo tutti gli amanti della natura a viverle personalmente recandosi sul posto.

La gioia di questa grande escursione trova la sua spontanea manifestazione nella lode e nel ringraziamento a Dio creatore per le immense bellezze delle sue opere, per la grazia del loro dono e per la soddisfazione di averle conosciute ed ammirate.

Capo d’Orlando, 15/07/2012

Dario Sirna

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