“NE SARA’ CHIESTO CONTO A QUESTA GENERAZIONE”

LUCA 11, 47-54

Buongiorno a tutti,

continuiamo a seguire il Vangelo di Luca per l’impostazione del nostro cammino quotidiano, in particolare oggi seguiamo i seguenti versi:

47Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. 49Per questo la sapienza di Dio ha detto: «Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno»,50perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: 51dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 52Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
53Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, 54tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

 

Quella di oggi è una sequenza di “guai” che si aggiunge alla Parola di Dio  di ieri per ammaestrarci con autorità nel difficile  cammino della vita. Le opere dei farisei e dei dottori della Legge vengono severamente biasimate da Cristo, la contestazione è talmente aspra da assumere i toni forti di una terribile condanna. Attenzione che queste parole sono rivolte contemporaneamente anche a noi, farisei e dottori della legge del XXI secolo. Di cosa si tratta? Il nocciolo centrale è il diabolico disegno di impedire a Cristo di portare a compimento la sua missione di salvezza nella vita di ogni uomo con l’intento demoniaco di allontanare il nostro prossimo da Dio e di assoggettarlo alla schiavitù del culto della nostra persona. Il gioco è diabolico perché, oltre a manifestare evidenti scopi contrari alla volontà di Dio, esso sfrutta l’arma potente della seduzione, dell’ipocrisia, della bugia, della dipendenza. Questo gioco nuoce non solo a chi lo pratica, ma anche a tutti coloro che ne diventano vittima. Ecco dunque spiegato il tono aspro di Gesù nei confronti di queste persone. Tale tono non serve solo da ammonimento, ma serve a  indicare loro l’errore che stanno compiendo, l’urgenza, quindi, di convertirsi e di abbandonare tali opere malvagie per dedicarsi all’amore. Il Vangelo ci mostra anche un altro aspetto legato sempre al nostro rapporto con la Parola di Dio. Quando la Parola del Signore entra in noi per contestare il nostro operato e per mettere in luce la malvagità dei nostri cuori, malvagità che si esprime con le opere prestate contro il prossimo, la nostra reazione nei confronti di Dio è del tutto analoga alla reazione degli scribi e dei farisei descritta dal Vangelo. Anche noi, infatti, come loro, neghiamo l’evidenza dei fatti e la fondatezza dell’accusa, preferendo passare dal ruolo di accusati al ruolo di accusatori. Ci scagliamo contro Cristo, gli tendiamo insidie per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca, lo trattiamo con grande e antipatica ostilità. Quando facciamo tutto questo contro il Signore? Ogni volta che per giustificare noi stessi attacchiamo la Santa Madre Chiesa. Se siamo divorziati, se siamo conviventi, se abbiano relazioni extraconiugali, se pratichiamo l’aborto, se vogliamo l’eutanasia, se usiamo il preservativo, se vogliamo la famiglia omosessuale,  se non abbiamo ottenuto l’annullamento del matrimonio, etc.., in tutti questi casi in cui il nostro operato è chiaramente e pubblicamente condannato dalla Chiesa, noi, invece di correggere i nostri comportamenti anticristiani e di rientrare nella grazia di Dio, ci giustifichiamo, troviamo tutte le scuse possibili ed immaginabili per derogare dall’etica dell’amore e attacchiamo la Chiesa accusandola di essere antiquata, di essere chiusa in se stessa, di essere lontana dalla vita dell’uomo, di essere fredda ed insipida, in sostanza stiamo mettendo a tacere Cristo. E’ ormai realtà di tutti i giorni, realtà che si allarga, che si diffonde, che raggiunge confini sempre più vasti, realtà che indica una fortissima crisi religiosa, una crisi di fede, un calo generalizzato di amore per il Signore. La vita di ogni giorno mette continuamente alla prova l’amore per Dio e per il prossimo che noi dichiariamo apertamente di avere aderendo alla fede cristiana, lo mette alla prova non per distruggerlo, ma per purificarlo, per accrescerlo, per renderlo sempre più perfetto, per renderlo a immagine dell’amore di Dio, per renderlo all’altezza della Comunione divina a cui il Signore ci chiama da sempre. In questo XXI secolo, pieno di contraddizioni, di crisi, di problemi, di limiti e di difficoltà immense, le parole del Vangelo di oggi sono utili più che mai per aiutarci a riflettere e per riportarci sulla via dell’amore vero.

Capo d’Orlando 17/10/2013

Dario Sirna.

 

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