IL LAGHETTO DI MONTE SORO SOTTO LA NEVE
In meteorologia la stagione primaverile per convenzione ha inizio il primo giorno del mese di marzo e segna l’avvio di processi termodinamici con prevalente sviluppo meridiano. |
Le differenze di temperatura tra l’area polare, ancora satura del grande gelo invernale, e l’aria tropicale, già sufficientemente riscaldata dal maggiore irraggiamento diurno, generano un elevato gradiente termico cui corrisponde una maggiore azione di forza delle spinte anticicloniche sub-tropicali. Questo meccanismo permette all’aria calda accumulatasi alle basse latitudini di migrare verso le regioni polari, ove in risposta alla sollecitazione termodinamica, l’aria fredda è costretta a scendere in direzione dell’equatore, consentendo il riscaldamento dell’Artico. In questi scambi meridiani le zone che sono sotto il flusso anticiclonico si surriscaldano, mentre le regioni che sono interessate dalle colate fredde vivono intensi brividi invernali. Questa premessa per spiegare il motivo per cui marzo non è più un mese invernale, ma è un mese primaverile. Le configurazioni bariche di questo mese, infatti, sono nettamente diverse da quelle invernali e permettono sia forti anticipi della stagione estiva, sia forti ritardi di quella invernale. Nel mese di marzo gli scarti termici tra un giorno e l’altro possono essere molto rilevanti, più che in ogni altro periodo dell’anno.
Ciò premesso in atto le configurazioni meteo non hanno ancora assunto la vivacità tipica della primavera marzolina, pur registrando lievi segni di cambiamento, ma sono in lento ritardo, continuando a permanere nella posizione tipica di questo anomalo inverno.
L’indomabile vigore del vortice Canadese continua a dettare legge, imponendosi con la sua eccellente energia rotazionale sugli scambi meridiani. Tale vortice in sostanza è ancora troppo attivo per rendere possibili travasi di aria calda dai tropici verso il polo e contemporanei passaggi opposti.
Dal punto di vista meteorologico la prima settimana di marzo è pertanto dominata dalle ingerenze fredde del vortice islandese nel Mediterraneo. In seno a tali ingerenze si stanno sviluppando depressioni italiche di stampo invernale, ma senza carattere gelido. Grazie a queste ultime fasi perturbate la Dama Bianca è ritornata sui maggiori rilievi dell’isola, posizionandosi ad una quota non inferiore ai 1.300 m. slm, con locali sconfinamenti fino a 1.000 m durante le fasi più acute.
Questa neve, che impropriamente potremmo chiamare neve di primavera, ha ridato un leggero gusto invernale a questi ultimi giorni.
Desiderosi di vivere le emozioni della neve in un inverno povero di occasioni, mai sazi della sua bellezza, abbiamo effettuato il nostro reportage settimanale in una località mai visitata prima d’ora, il laghetto di Monte Soro.
Si tratta di un piccolissimo specchio d’acqua situato sul versante sud di Monte Soro, ad una quota di circa 1.750 m slm, in posizione panoramica, all’interno di un contesto montano di elevatissimo pregio ambientale e naturale. Il laghetto in questione è sicuramente l’area umida più alta della Sicilia, e nonostante le sue dimensioni non gli conferiscano importanza, gode di un primato ineguagliabile, quello di essere il lago più innevato della Sicilia e con il numero più alto di giorni di gelo.
Per raggiungere questo meraviglioso posto occorre salire fino alle antenne di Monte Soro e poco prima dell’area recintata svoltare a sinistra. La pista forestale da seguire attraversa la fitta faggeta del versante Sud e dopo circa venti minuti di cammino conduce al laghetto, che rispetto alla strada si trova sulla sinistra incuneato in una affascinate depressione.
Lasciamo alle immagini il compito di descrivere il posto e le sue incantevoli e paradisiache bellezze.
Capo d’Orlando, 06/03/2014
Dario Sirna
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