MONTAGNAREALE – FESTA DI SAN SEBASTIANO – LA PROCESSIONE

MONTAGNAREALE – I FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI SAN SEBASTIANO MARTIRE

L’ultima Domenica del mese di settembre la comunità cristiana di Montagnareale dedica il culto religioso ai festeggiamenti in onore di San Sebastiano Martire. Tutte le parrocchie della Diocesi dovrebbero dedicare un giorno dell’anno liturgico ai festeggiamenti in onore di un martire della fede. Montagnareale in tal senso si distingue rispetto alle altre comunità religiose per l’attenzione dimostrata nei confronti di questo particolare cammino di santità. La santità conosce diverse vie, tutte originate da Cristo e tutte in Cristo convergenti.

Ogni Santo è una figura che avendo ricevuto in dono da Dio un particolare carisma di santità lo testimonia in maniera esemplare, divenendo così . manifestazione dell’amore divino. Quando parliamo di santità a volte ci sembra di parlare di argomenti teologici, o di argomenti ultraterreni, incomprensibili a noi miseri mortali, destinati solo agli spiriti puri del Paradiso, aventi per oggetto realtà a noi ignote e per noi inaccessibili. In verità non è affatto così. Parlare di santità significa parlare di amore. Noi uomini abbiamo ricevuto da Dio la consapevolezza di essere dotati nella nostra natura di un cuore, ossia di una sfera affettiva che ci permette di vivere e comprendere in pieno l’amore. Per questo motivo ogni uomo è in grado di comprendere la santità, di accoglierla, di esercitarla e di viverla in pienezza. Vivere la santità significa vivere l’amore, per cui ogni uomo del mondo è anche in grado di diventare un santo a tutti gli effetti. Essendo la santità un’espressione dell’amore, ed essendo l’amore principalmente una prerogativa di Dio, una prerogativa, cioè, che in Dio trova la sua origine, il suo sviluppo, il  suo compimento e la sua piena maturazione, l’uomo per accedere a questo dono deve essere ammesso alla partecipazione all’amore divino. Il cuore di cui l’uomo è stato munito dal Creatore è lo strumento tramite il quale Dio entra nella vita degli uomini e attraverso essa li conduce alla sorgente del suo amore per ristorarli, nutrirli e appagarli. Questo straordinario meccanismo ci permette ci comprendere che quando ci troviamo di fronte a un uomo santo in realtà stiamo contemplando  la santità di Dio. Il Santo è infatti strumento che permette all’amore divino di rivelarsi all’uomo, di riversarsi su di esso, di realizzare un legame tra Dio e l’uomo e tra uomo e uomo, di mettere in comunione la vita umana con la vita divina, di sollevare l’anima dell’uomo dalla miseria della condizione terrena alla grazia della condizione celeste. In ogni Santo dunque l’uomo ha la possibilità di contemplate la bellezza di Dio e del suo amore, ma ha anche la possibilità di trovare un ponte attraverso il quale  l’infinito fiume d’amore che sgorga dal cuore di Dio si riversa nel cuore di altri uomini. La santità si esprime in modi differenti, ma ognuno di questi modi ha in comune l’unica meta dell’amore,  essa ci permette perciò  di arrivare al Cuore  di Dio per vie distinte. San Sebastiano è ricordato nella Chiesa per essersi fatto testimone della santità di Dio attraverso la via del martirio. La Chiesa in merito ci dice che egli stimò la fedeltà a Cristo al di sopra di ogni onore civile e militare, per questo fu radiato dall’esercito dell’imperatore e fu ucciso barbaramente. Si racconta che subì per ben due volte le dolorosissime  pene del martirio trovando la morte solo nella seconda condanna. La prima, infatti, pur essendo stata barbaramente eseguita attraverso un uso spropositato di  lance trafitte in ogni parte del suo corpo, lo condusse in uno stato di agonia che fu scambiato per morte, ma non lo privò della vita, grazie anche alle tempestive cure di sant’Irene. Egli subì il martirio in odio alla fede, un odio che si scagliò contro di lui in maniera brutale e con grande accanimento, con lo scopo di spegnere la voce dell’amore accesa da Dio nella sua vita. In questo caso il martire con il suo esempio ci ripropone il modello di Cristo, il quale per primo stimò l’amore per il Padre e per l’uomo più grande dell’amore  per la propria vita e per se stesso, permettendoci così di contemplare l’espressione più alta dell’amore, quella secondo la quale nessuno ha un amore più grande di chi dà la propria vita per gli amici. Il sangue è il simbolo più evidente e più forte della vita,  il comandamento  dell’amore trova dunque una delle sue espressioni più alte attraverso l’offerta del sangue. Ci sono tantissimi modi diversi di dare la propria vita per gli amici, ognuno di essi rappresenta un cammino di santità e ognuno di essi si rifà all’amore di Cristo per l’uomo, ma la via dell’offerta del proprio sangue è sicuramente la via più eloquente, più evidente e più efficace. Il sangue sparso dai martiri è sangue che si unisce al sangue di Cristo per rendersi partecipe con Lui della massima fedeltà all’amore. Imitare Cristo significa dare con la propria vita una rappresentazione pratica del Vangelo. Il cristiano è chiamato a utilizzare il proprio tempo per la grande e meravigliosa causa del Vangelo. In questa causa il cristiano ha la possibilità di accogliere l’invito di Cristo maestro a seguirlo nell’amore al fine di sperimentare con la propria vita la bellezza di questa condizione. L’amore è infatti una condizione, anzi esso è la condizione in cui vive perennemente Dio. Cristo è venuto nel mondo per accompagnarci in questo importante cammino, offrendoci con la sua vita tutti gli strumenti necessari per completare tale percorso. La salvezza non si attua solo attraverso la redenzione, essa comporta anche una conversione e un cambiamento radicale di stile di vita, cambiamento che ha lo scopo di mantenere l’individuo sempre dietro al Signore, alla costante ricerca della sua guida, sotto la garanzia della sua protezione, alla grande scuola dei suoi insegnamenti e alla appagante mensa del suo amore.  San Sebastiano nasce dal sangue sparso dal costato di Cristo sulla Terra, Egli si forma alla scuola di questo sangue, cresce nutrendosi di esso, cammina seguendone le sue tracce sparse  per il mondo, viene redento da esso, si procura la salvezza tramite esso  e si offre come nuova sorgente in cui esso possa continuare a donarsi al mondo. Nel sangue sparso da San Sebastiano per amore della fede noi ritroviamo il sangue di Cristo, quel sangue che il Santo nella sua vita bevve alla mensa eucaristica e assunse alla mensa della Parola e che una volta giunto in lui lo rese libero di trasformare se stesso in Cristo. Questo cammino di santità è aperto ad ognuno di noi, anche noi infatti abbiamo per grazia di Dio la possibilità di nutrirci del Sangue di Cristo e di istruirci alla scuola del Vangelo, anche noi siamo dunque chiamati a lasciarci trasformare da Cristo per diventare grazie ai suoi meriti cittadini della Gerusalemme celeste  e testimoni dell’amore di Dio.

Capo d’Orlando, 30/09/2013

Dario Sirna.

 

 

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