“MIO RIFUGIO E MIA FORTEZZA”

SALMO 90

Buongiorno a tutti,

in questo nuovo giorno muoviamo i passi del nostro cammino secondo le indicazioni fornite dal Salmo 90, di seguito riportato:

Tu che abiti al riparo dell’Altissimo *
e dimori all’ombra dell’Onnipotente,
di’ al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, *
mio Dio, in cui confido».

Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, *
dalla peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne, *
sotto le sue ali troverai rifugio.

La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; *
non temerai i terrori della notte,

né la freccia che vola di giorno, †
la peste che vaga nelle tenebre, *
lo sterminio che devasta a mezzogiorno.

Mille cadranno al tuo fianco †
e diecimila alla tua destra; *
ma nulla ti potrà colpire.

Solo che tu guardi, con i tuoi occhi *
vedrai il castigo degli empi.
Poiché tuo rifugio è il Signore *
e hai fatto dell’Altissimo la tua dimora,

non ti potrà colpire la sventura, *
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli darà ordine ai suoi angeli *
di custodirti in tutti i tuoi passi.

Sulle loro mani ti porteranno *
perché non inciampi nella pietra il tuo piede.

Camminerai su àspidi e vipere, *
schiaccerai leoni e draghi.

Lo salverò, perché a me si è affidato; *
lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome.

Mi invocherà e gli darò risposta; †
presso di lui sarò nella sventura, *
lo salverò e lo renderò glorioso.

Lo sazierò di lunghi giorni *
e gli mostrerò la mia salvezza.

Il Salmo ci invita ad accogliere la proposta di protezione e aiuto che ci viene avanzata da Dio. Confidare solo ed esclusivamente nell’aiuto del Signore è certezza di salvezza. Nel Salmo vengono citate tutte le possibili avversità che travolgono frequentemente l’esistenza umana mettendola continuamente alla prova e minacciandone l’integrità. Rifugiarsi all’ombra dell’Onnipotente, abitare al riparo dell’Altissimo, fare di Dio la propria Dimora, significa principalmente avere fede in Dio, affidarsi solo a Lui, confidare esclusivamente nelle sue promesse. Quali sono queste promesse? Quelle di camminare su aspidi e vipere? O quelle di schiacciare leoni e draghi? Se con questi termini noi ci rivolgiamo all’unico vero nemico dell’uomo, ossia al diavolo, la risposta è certamente sì. La vittoria che ci consegna il Signore rifugiandoci all’ombra del Figlio è la vittoria sul peccato, sul male, sulla morte e sul demonio. Come si attua questa vittoria? Solo ed esclusivamente attraverso la risurrezione. E’ la risurrezione la salvezza e la gloria dell’uomo. Essa testimonia che chi si mantiene fedele a Dio anche se muore vivrà e vivrà non per essere assoggettato nuovamente alla morte o per essere sottoposto alle avversità e ai dolori della vita, ma per sperimentare in eterno la gioia dell’amore e del Paradiso. Questo cammino nella direzione della vita eterna non è un cammino che si attua dopo la morte, ma un cammino che è possibile intraprendere già nel corso della vita attuale, un cammino che ci dà la possibilità effettiva di superare tutte le difficoltà del vivere quotidiano e tutte le insidie del male attraverso la pratica dell’amore. Rifugiarsi in Dio e confidare totalmente in Lui non significa affidare la propria vita al Signore attraverso la preghiera e continuare a operare come prima. Affidarsi al Signore Significa seguirlo con massima diligenza nella via dei comandamenti e dell’amore. Chi segue questa via rimane esente dal male, anche se continuamente tentato, non cede alle lusinghe del demonio e non fa comunione con Lui. Il vero male che affligge la vita dell’uomo è infatti il peccato, e la vera morte che procura dolore è quella dell’anima. Chi si allontana da Dio rimane lontano dall’amore e comincia ad ascoltate un linguaggio diverso da quello del bene, le sue parole subiscono allora l’influenza del maligno e le sue opere diventano simili a quelle del diavolo. Per mettersi al riparo da questi pericoli occorre fuggirli e per fuggirli occorre allearsi con chi li ha già vinti per noi definitivamente, ossia con Gesù Cristo. E’ Cristo che ci insegna a vivere secondo l’amore, è Cristo che con l’esempio dell’obbedienza al Padre fino alla croce ci insegna a dare valore assoluto all’amore e a temere tutto ciò che nega l’amore. La fedeltà all’amore è l’unica certezza di salvezza, essa ci garantisce il sublime bene della comunione con Dio, comunione di felicità e gioia che nessuna sofferenza presente può negarci o scalfire. I dolori della vita umana diventano spesso causa di fuga dall’amore, cedimento alle lusinghe del male, debolezza che ci spinge a rinunciare di vivere e attuare il bene in cambio di un tornaconto puramente personale, i cui effetti sono quelli di arrecare danno alla vita degli altri. Ciascuno di noi non vive per se stesso ma per Dio e per gli altri. Ciò significa che ogni nostro sforzo deve essere orientato a realizzare sempre ed esclusivamente il bene di tutti. Allearsi con Dio, rifugiarsi al suo riparo, abitare in Lui significa condividere in pieno il suo disegno di salvezza e di amore per l’intera umanità, significa prendere parte a questo disegno, cominciando a realizzarlo con il proprio piccolo contributo personale. Il Salmo ci invita a seguire il Signore per scovare la salvezza che è in Lui e offrirla a tutti i nostri fratelli. Essere fratelli significa appartenere alla stessa famiglia, avere lo stesso Padre, partecipare alla stessa felicità, condividere gli stessi obiettivi, essere un corpo unico ove ogni membro non lavora, vive e gioisce per se stesso, ma lavora vive e gioisce per tutto il corpo. Unico nemico di questo corpo è il demonio, apportatore di male, odio e separazione all’interno del corpo. Ogni nostro sforzo deve dunque essere indirizzato a salvaguardare l’intero corpo di Cristo dagli effetti della contaminazione con il maligno e ciò può essere ottenuto solo mettendosi al riparo di Cristo, ossia solo aderendo con il cuore alla legge dell’amore insegnataci dal Signore.

Capo d’Orlando, 30/07/2013

Dario Sirna.

 

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