FESTA DELLA MADONNA DEL TINDARI – PELLEGRINAGGIO E PROCESSIONE DEL 07 SETTEMBRE 2013
In occasione dei festeggiamenti per la natività della Beata Vergine Maria l’8 settembre di ogni anno, nel Santuario di Tindari della Chiesa di Patti, si rende omaggio alla Madonna con solenni celebrazioni liturgiche. La partecipazione ai festeggiamenti impegna numerosissimi fedeli provenienti da tutte le località della Diocesi di Patti e da molte parrocchie della vicina Diocesi di Messina. |
I festeggiamenti hanno inizio il 7 settembre con la solenne processione del simulacro della Madonna del Tindari dalla Casa delle Vita fino al Santuario. La processione è preceduta da una preghiera di supplica alla Madonna recitata a nome di tutta la collettività dal Sacerdote o Vescovo. A tale scopo i fedeli vengono convocati nell’arena comunale retrostante la Casa della Vita. Terminata la preghiera ha inizio la processione. Al termine della processione, quando la vara raggiunge il sagrato del Santuario il Vescovo, S.E. Mons. Ignazio Zambito, saluta e ringrazia tutti i partecipanti con una profonda riflessione sulla fede e sul ruolo della stessa nella vita dell’uomo. Segue la Santa Messa, quest’anno presieduta da Padre Ciro Versaci. La devozione alla Madonna del Tindari è molto sentita in tutta la provincia di Messina. Essa proviene da una tradizione millenaria, seconda la quale ogni anno il sette settembre il Santuario diventa meta di numerosissimi pellegrini. Il cammino viene effettuato rigorosamente a piedi. I gruppi di pellegrini spesso si compongono di tante unità, specie se le distanze da coprire sono notevoli. In tal caso le ore preferite sono le ore della notte, che offrono il vantaggio della frescura. Anche quest’anno noi abbiamo reso omaggio alla Madonna partecipando al suddetto pellegrinaggio, ma, come sempre, abbiamo preferito affrontare i quarantadue chilometri di strada a piedi che separano Capo d’Orlando da Tindari nelle ore del giorno. Questa nostra scelta è motivata dall’opportunità di muoverci nell’orario di apertura dei negozi e dal vantaggio della sicurezza offerta dalla luce del giorno. La natività della Beata Vergine Maria viene celebrata nella liturgia della Chiesa come festa e non come solennità. Ricordiamo a tal proposito che l’importanza di una celebrazione liturgica è stabilita da un calendario all’interno del quale sono fissate le precedenze. Può capitare infatti che alcune celebrazioni mobili vadano a sovrapporsi ad altre celebrazioni fisse, o che queste ultime coincidano con la Domenica, Pasqua della settimana. In tal caso la Chiesa stabilisce delle precedenze, che permettono di far omettere tutte le celebrazioni meno importanti. Le solennità del Signore e le Domeniche hanno sempre la precedenza sulle feste. Questo significa che laddove non ci sono delle eccezioni locali, come nel caso della Madonna del Tindari, quest’anno la festa della natività della Madonna è stata omessa in favore della Domenica. Nella Chiesa nulla è lasciato al caso, ogni scelta ha un suo significato liturgico, sia che si parli di decorazioni, sia che si parli di celebrazioni. Il principio fondamentale di questo argomento è che al centro della vita del cristiano e al centro della Chiesa c’è solo ed unicamente Dio, tutto il resta ruota intorno a Dio, tutto il resto indica Dio, tutto il resto è al servizio di Dio. Ciò non vale solo per la liturgia o per le rappresentazioni utilizzate per illustrare la Parola di Dio, ma vale innanzitutto per le persone, santi e Madonna inclusi. Scopo della Chiesa è partecipare al mondo intero la salvezza donataci da Cristo, salvezza messa in pericolo in primo luogo dal peccato originale dell’uomo. Questo peccato, con le sue antichissime origini, si protrae nella storia dell’umanità, trasmettendosi da una generazione all’altra. Esso indica la propensione dell’uomo a farsi Dio, a sostituirsi a Lui, a separasi da Lui e a rendersi indipendente. Ancora oggi il peccato originale è il pericolo più grande a cui l’uomo può andare incontro nel corso della sua vita. Esso infatti crea l’illusione di una falsa gloria, mettendo in serio rischio la vita eterna dell’uomo e la sua comunione con Dio. La Chiesa è attentissima a questo problema e non perde mai occasione per evidenziarlo, combatterlo e arginarlo. Ciò avviene anche nel caso della Madonna. La sua natività è il compleanno della Madre di Dio, eppure questa celebrazione liturgicamente viene ricordata come festa e non come solennità, proprio per non attribuirle la stessa importanza del compleanno del Figlio di Dio, Gesù Cristo, celebrato nel giorno del Santo Natale. Dal punto di vista liturgico quindi tutte le celebrazioni che riguardano la Madre di Dio hanno importanza inferiore rispetto alle solennità del Signore. Analogamente, nelle rappresentazioni iconografiche, la Madonna viene sempre presentata con un ruolo secondario rispetto al Figlio. Ad esempio nella statua della Madonna del Tindari, lo sguardo della Madre si posa sul Figlio, ma non per un senso di legame materno con Gesù, ma per un senso di legame materno con ciascuno di noi. Ella infatti porta sulle ginocchia il nostro Salvatore e con il suo sguardo piegato su di Lui non fa altro che indicarci da dove viene la nostra salvezza, chi dobbiamo cercare, chi dobbiamo mettere al centro della nostra vita, chi dobbiamo seguire, a chi dobbiamo dare fiducia, chi dobbiamo ascoltare e imitare. La Madre di Dio è anche madre nostra, ma lo è proprio in relazione a Cristo. Essa, infatti, ci genera in Cristo e ci spinge verso di Lui. Tutta la Santità della Madonna altro non è che partecipazione dell’unica Santità di Cristo. Nella Madonna, per grazia divina, ci viene offerta un’ulteriore possibilità di accedere a Dio, in tal senso la Madonna è intermediaria tra noi e Cristo. La potenza di tale intermediazione è inferiore solo a quella dell’intermediazione di Cristo presso il Padre. Inoltre il legame esistente tra la Vergine Maria e il Figlio di Dio è tale che nulla di quanto chiesto dalla Madre viene rifiutato da Cristo. Ciò spiega la notevole diffusione della devozione alla Madonna. La Madonna è via certa per accedere al favore di Cristo e Quest’ultimo è unica garanzia sicura di accesso al Paradiso. La Madre ci insegna a trovare il Figlio, ad ascoltarlo, a collaborare con Lui, a imitarlo, a seguirlo, ad accoglierlo, a credere in Lui, ad accedere ai benefici del suo amore. Il cammino del pellegrinaggio è un’occasione unica per sfruttare il vantaggio derivante da questa relazione. Tramite la Madonna il pellegrino raccolto nella preghiera del Rosario e immerso nella meditazione della vita di Cristo, penetra in profondità il mistero dell’amore divino e ne viene totalmente assorbito. Il cammino nel creato così motivato e guidato dalla Vergine Maria diventa cammino spirituale che elimina tutte le distanze con cui noi nella vita giornaliera ci allontaniamo da Dio. Camminare verso Tindari significa camminare verso Sion, camminare verso la Gerusalemme celeste per entrare negli atri della Casa del Signore. Succhiate dalle profonde e lunghissime radici impiantate dalla Santità di Dio nel cuore della Madonna Nera le vite di tutti i fedeli della Sicilia vengono irresistibilmente trascinate verso il centro del Santuario, nel cui tabernacolo li aspetta Gesù Eucaristia.
Capo d’Orlando 09/09/2013
Dario Sirna
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