DALLA BATTAGLIETTA A PIZZO CARBONARA PASSANDO PER PIZZO PRINCIPESSA
L’escursione proposta con il presente reportage si svolge sul massiccio roccioso delle Madonie ed ha come meta il Pizzo Cabonara, cima che con il suoi 1979 m. sul livello del mare è la vetta più importante di queste montagne e, nel contempo, la seconda vetta più alta della Sicilia, superata solo dai crateri sommitali del cono vulcanico dell’Etna. |
In effetti, se dalla struttura montuosa di tutta l’isola si escludono le aree vulcaniche, la cui morfologia non è assimilabile a nessun complesso orografico, il Pizzo Carbonara detiene l’incontestabile primato di vetta più alta di tutta l’isola.
Sul Pizzo Carbonara abbiamo già prodotto qualche anno fa una dettagliata documentazione che mostra il cammino effettuato per raggiungere tale vetta scalando i pendii che si sviluppano a nord di Piano Battaglia. Questa escursione differisce dalla precedente non tanto per la sua destinazione finale quanto per il cammino compiuto per raggiungerla, cosicché, sebbene simile alla precedente, essa ci svela aspetti nuovi e per noi ancora ignoti di queste bellissime montagne.
Il percorso scelto non si svolge su sentieri esistenti ma segue le vie disegnate nel paesaggio naturale dai crinali e dalle creste delle alture che si sviluppano a est di Piano Battaglia. Partendo dalla località Battaglietta ci si dirige verso oriente, fino a raggiungere la cresta della porzione di corona che la delimita, quindi piegando prima a nord e poi a ovest si cammina sulla dorsale della catena che passa per Pizzo Principessa e da lì, virando a maestrale, ci si immette sull’ultima salita che porta a Pizzo Carbonara.
Questo tragitto è stato ideato sul posto dosando in maniera equilibrata le difficoltà di percorso con le capacità fisiche dei partecipanti e le attrattive paesaggistiche della zona considerata. Le foto delle sottostanti gallerie testimoniano il successo della scelta effettuata sia dal punto di vista naturalistico che dal punto di vista della sicurezza.
E’ ovvio che questa escursione effettuata sul fondo non innevato è molto più semplice, meno impegnativa e decisamente più leggera. In caso di neve abbondante consigliamo l’uso delle ciaspole.
Il paesaggio delle Madonie visto da questo versante mostra tutta la bellezza delle creste del costone della Quacella, ma oltre a questo importante scorcio si avvale di un paesaggio costellato in primo piano dalla presenza di tutti i rilievi più importanti del Massiccio. Nella infinita sequenza di profili paralleli che sagomano l’orizzonte emergono innanzitutto le forme accattivanti del Mufara, del monte San Salvatore, del Monte dei Cervi, quindi, in secondo piano, tutta la spina dorsale dei Nebrodi con le vette di Monte Soro e di Serra del Re, il cono Vulcanico dell’Etna, i coni delle Eolie, lo sterminato altipiano dell’entroterra siciliano, la meravigliosa e limpida costa del Tirreno.
Dal punto di vista paesaggistico l’escursione offre un’occasione unica e rara per saziare in maniera completa e appagante la fame interiore dell’anima: fame di libertà, fame di spiritualità, fame di leggerezza, fame di serenità, fame di pace, fame di bellezza, fame di amore, fame di amicizia, fame di bene, fame di solidarietà, fame di fraternità, fame di equilibrio, fame di armonia. Tutte queste necessità trovano qui la loro piena soddisfazione. Parafrasando il testo di una famosa canzone, su questi crinali, sollevata non dalla quota raggiunta ma dall’emozione della bellezza goduta, si può sicuramente affermare che “L’anima vola”. Sì, essa plana dolcemente e con grande leggerezza sulle sterminate vedute panoramiche che si aprono in ogni direzione. Visto dall’alto il paesaggio sembra quello di un’isola, il Massiccio Madonita, che emerge da un grande oceano formato da creste di onde fisse e ripetute, originate dalla cadenza illimitata dei profili delle varie colline circostanti. Tali onde, invadono l’entroterra e dall’infinito si avvicinano alla montagna assumendo dimensioni sempre più grandi e minacciose, come per infrangersi contro gli strapiombi della base. Il Tirreno, invece, schiacciato dall’altezza delle vette cavalcate, si appiattisce come un piano azzurro compatto, informe e sterminato su cui solo il sole riesce a inoltrarsi e ad appoggiarsi, premendo con i suoi lunghi, incorporei e retti raggi sulla sua misteriosa superficie.
Tra la base e le creste, nel gioco delle altezze, si inseriscono dei livelli intermedi destinati al bivacco delle nebbie. Spinte dal vento corrono su piani orizzontali quotati per formare mantelli evanescenti, bloccate dalle pareti montuose si addossano le une alle altre, incapaci di sfuggire alla prigione che le ha afferrate. Talvolta, non trovando più un posto ove essere compresse, si sollevano verso l’alto e con uno slancio improvviso prendono nuovamente il volo con invidiabile leggerezza.
Su di esse si appoggia l’anima e, vagando per il cielo, si inebria di tutti i profumi che salgono dalla Terra e di tutte le melodie che scendono dal Paradiso. L’escursione offre infiniti stimoli contemplativi utili alla crescita spirituale e al benessere della persona, capaci di riportare la vita alla sua naturale essenza, espressa dalla rinascita del desiderio di incontrare il Creatore.
Capo d’Orlando 20/03/2014
Dario Sirna
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