“LE PIETRE E L’ACQUA” – PARCO DELLE MADONIE – LA CASCATA SCOPALACQUA
La cascata Scopalacqua si trova nel territorio del comune di Petralia Sottana, all’interno dell’area protetta del Parco delle Madonie e costituisce una delle attrazioni principali dell’itinerario naturalistico “Le Pietre e l’Acqua”.
La cascata è facilmente raggiungibile ed individuabile. Percorrendo la provinciale che collega le Petralie con Piano Battaglia, alla quota di 1.200 metri circa, guardando sulla destra è possibile ammirare questo salto d’acqua che rimbalza tra le rocce. La zona è attrezzata di sentiero, di segnaletica e di tabelle esplicative che forniscono chiare informazioni sul posto e sulle bellezze da ammirare in esso. Noi non abbiamo seguito il sentiero segnalato ma abbiamo preferito individuare tra le rocce un percorso alternativo che ci consentisse di aggiungere al cammino effettuato un pizzico di avventura in più e, nel contempo, che ci permettesse di procurarci una documentazione fotografica più suggestiva. Per questo motivo abbiamo scelto di risalire la parete rocciosa destra della faglia su cui score il getto d’acqua. Questo percorso è ovviamente molto pericoloso e quindi sconsigliabile a chi non ha esperienza in campo torrentistico. Per effettuare il cammino da noi scelto è necessario essere muniti di stivali a coscia alta. Il percorso documentato è quello compreso tra la cascata Scopalacqua e il salto delle sorgenti che l’alimentano dall’alto. Il percorso è breve, ma comunque abbastanza pericoloso, anche se molto affascinante e interessante. Esso comprende n.2 cascate. Tale area costituisce il percorso iniziale del torrente Mandarini. Come chiaramente specificato dai cartelli informativi dell’Ente Parco delle Madonie lungo questo percorso si incontrano, oltre alle cascate, altri elementi naturali di grande interesse. In primo luogo va detto che le rocce quarzarenitiche su cui scorre la cascata Scopalacqua appartengono a una faglia tettonica rilevante. Inoltre, nelle rocce inserite all’interno dell’itinerario è possibile osservare la presenza di numerosi fossili, mentre a monte della cascata si trova una delle poche aree dell’isola in cui vive “ a filici francisi”, una varietà di felce acquatica molto rara e tipica di questa zona geografica della Sicilia. La cascata copre un dislivello di circa quaranta metri ed è immersa in un contesto naturalistico ricco di rocce nude e di boschi. Nelle aree prossime al torrente crescono varie macchie di agrifoglio, mentre le zone a monte dello stesso sono alberate con Cedri atlantici. A causa della chiusura del vallone il paesaggio non gode di grandi panorami ed è fortemente condizionato dal profilo delle creste circostanti e dai colori del bosco. L’ambiente porta i segni della presenza dell’uomo a causa dell’attraversamento stradale e della bonifica forestale, ma tali opere sono ben armonizzate con la natura della montagna e non producono effetti penalizzanti. Le difficoltà di accesso lungo la via da noi seguita danno una visione naturalistica di migliore impatto, permettendo di stabilire con il territorio un contatto più intimo. L’attraversamento delle parti più selvagge e delle conformazioni più impervie permette, infatti, di recuperare in pieno il gusto originario di questo ambiente regalando forti emozioni e piacevoli spinte contemplative. In tutto il vallone il rombo dell’acqua che rimbalza sugli spigoli del fronte roccioso che ospita la cascata riecheggia negli sbalzi della faglia come grido che emerge dalle viscere della terra per segnalare lo scorrimento tettonico sottostante. Si percepisce così il respiro vitale di una terra che nella sua apparente immutabilità è invece interessata da dinamiche gigantesche, in cui l’ordine di grandezza di movimenti estremamente piccoli coinvolge invece masse dalle dimensioni impensabili. Lentissimi spostamenti trasmessi a masse di grandi dimensioni corrispondono a sforzi interni che impegnano energie incalcolabili. Il tutto fa contrasto la velocità con cui il cielo è capace di mettere in movimento volumi gassosi altrettanto estesi, ma decisamente più leggeri. E’ il lavoro continuo e fantasioso di una creazione intelligente e sempre attiva che trova il suo perché nell’amore con cui Dio si prende continuamente cura dell’uomo e di tutto quanto gli è donato in grazia per ricolmarlo di bene e di gioia.
Capo d’Orlando, 23/04/2014
Dario Sirna.