MADONIE – NEVE – MONTE MUFARA

DA PIANO BATTAGLIA A MONTE MUFARA

Il reportage di oggi racconta l’escursione effettuata il 19 marzo u.s. sul Monte Mufara nel gruppo delle Madonie. Il Monte Mufara è la cima da cui scendono le piste del comprensorio sciistico delle Madonie. Esso prospetta con il suo versante nord su Piano Battaglia e sui versanti sud delle cime appartenenti al carosello di Pizzo Carbonara. Il punto di partenza dell’escursione è stato scelto sulla Strada Statale che collega Piano Battaglia con le Petralie, sul fianco est del suddetto Monte, ad una quota  di circa 1.600 m slm,  sulla curva di livello passante per Piano Battaglia.

Il cammino, a parte il tratto iniziale, ha seguito il percorso delle piste rosse che scendono dalla cima del Mufara. Esso è stato molto semplice, pressoché privo di difficoltà, un po’ faticoso a causa delle ripidissime pendenze e della neve, ma molto esaltante dal punto di vista paesaggistico. A chi volesse avventurarsi in tale esperienza consigliamo comunque l’uso delle ciaspole, comodissime per evitare di sprofondare nella coltre di neve alta e soffice, e necessarie per affrontare i tratti moto ripidi, ove a causa della presenza di lastre di ghiaccio spesso gli scarponcini, se non muniti di appositi arpioni, sono inadatti e insicuri. Si sconsiglia vivamente di affrontare il percorso con doposci, a meno che non si ha la capacità di tenere l’attenzione sempre alta  e di sapere ancorare i piedi al suolo anche nei passaggi più difficili. Il percorso proposto in  piccola parte si svolge in pieno campo e per il resto attraversa la faggeta. Tutto il versante nord del Monte Mufara è ammantato da un bel bosco di faggio. La presenza della neve riduce notevolmente l’imponenza del bosco e attenua vistosamente l’impatto dominante dello stesso. Ciò avviene perché la coltre nevosa che ricopre tutto il comprensorio ha uno spessore considerevole, tanto alto che nelle zone di accumulo riesce  seppellire gran parte della chioma degli alberi, lasciando visibili e scoperte solo le cime dei rami più alti. L’effetto è sorprendente, sapere di camminare su metri di neve all’interno dei quali sono sepolti boschi di alberi e arbusti lascia veramente stupiti.  Questo fenomeno si presenta varie volte lungo il cammino, ma diventa predominante nelle zone sommitali, ove evidentemente lo spessore della coltre di neve è più uniforme. Salendo di quota la vista si allarga sulla bellissima vallata  di Piano Battaglia. Più che di una vallata si tratta di una conca, accerchiata dalle cime più interessanti delle Madonie. La montagna mostra tutta la sua imponenza e importanza sollevandosi con vigore e con slancio quasi verticale dall’area di base di piano Battaglia. In realtà questo sviluppo delle forme è tipico di questo importante massiccio montuoso della Sicilia e si presenta con grande evidenza su tutti i versanti. Salendo ancora di quota il panorama si allarga sempre di più e nel campo ottico il paesaggio si arricchisce di importanti presenze, che con la loro opposta natura e i loro colori forti contrastano con il gruppo montuoso generando un mutua e reciproca esaltazione. Tali nuovi elementi sono il Tirreno, con l’azzurro intenso del mare, la costa settentrionale dell’isola, con la variopinta e massiccia presenza dei centri abitati della marina, le sconfinate distese di colline dell’entroterra siciliano, con la verde e vellutata successione dei campi, l’Etna e l’infinito sovrapporsi sotto le sue falde delle verdi e innevate sagome dei Nebrodi, con l’affascinate mistero del cono vulcanico più alto d’Europa. Questi elementi paesaggistici interferiscono tra di loro formando un quadro unico che li assembla come le tessere di un puzzle. Salendo di quota il paesaggio si allarga sempre di più, l’apertura del campo ottico scopre e aggiunge ad esso nuovi elementi che sulla cima trasformano la vista in una vera e propria visione aerea. Il quadro finale del panorama godibile dalla sommità del Monte Mufara diventa un angolo giro che, oltre agli elementi precedentemente descritti, include al suo interno una pregevole vista anche sulle cime del versante sud delle Madonie. Queste cime, con le loro strabilianti pendenze e la loro caratteristica forma allungata, che come in una spina dorsale alterna selle e dossi, hanno un fascino irresistibile. Da questo punto di vista le Madonie del gruppo Sud sembrano avere forme e natura diversa da quelle del gruppo Nord. I due gruppi sono separati dalla presenza della conca di Piano Battaglia. Le cime del gruppo nord, culminanti sul Pizzo Carbonara, si stringono attorno a questa cima, formando un carosello molto compatto, mentre le cime del versante Sud si snodano come una coda, degradando verso l’entroterra siciliano con la forma di una vera e propria catena montuosa. Anche i colori, le pendenze e le forme delle rocce sono diverse nei due gruppi di cime. La cima del Monte Mufara, prima di culminare nel suo apice, degrada in uno spettacolare altopiano, un terrazzo sulla sommità delle Madonie, un bel vedere spettacolare che regala grandi emozioni, bellissimi paesaggi e una grande pace interiore. In prossimità del ciglio nord di questo altopiano si trova una evidente depressione ad imbuto, simile a un cratere vulcano, caratteristica di questa natura montuosa, presumibilmente legata al fenomeno carsico degli inghiottitoi. Al suo interno sono accumulate grandi quantità di neve, lì imprigionate costituiscono una riserva destinata a durare molto tempo. Ci fermiamo sul questo meraviglioso terrazzo del monte Mufara, lo percorriamo in tutta la sua estensione, cercando di scoprirne tutti i segreti e tutte le bellezze  di questa montagna per immortalarli con gli scatti fotografici. Ovviamente il cuore viene rapito da tali  meraviglie e, sollevato verso la contemplazione, trova quello spazio celestiale che è  necessario per godere  la pace del creato amato e baciato da Dio. La preghiera nasce spontanea dal cuore e da questo piedistallo ci trasporta direttamente davanti al trono di Dio per lodarlo e ringraziarlo per i tanti doni concessici e per l’amore riversato su tutta l’umanità attraverso la creazione.

Capo d’Orlando 21/03/2013

Dario Sirna

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