MADONIE – DA MONTE MUFARA VERSO MONTE S.SALVATORE

MADONIE – IN EQUILIBRIO SULLE CRESTE

L’escursione di oggi si svolge sulle Madonie ed è la continuazione dell’escursione effettuata sul Monte Mufara. Nel Reportage della settimana scorsa abbiamo documentato e descritto il cammino percorso salendo da Piano Battaglia fino alla stazione di arrivo del locale impianto di risalita. Oggi illustreremo il cammino compiuto sulla dorsale che da Monte Mufara si allunga fino a Monte San Salvatore.

Si tratta di un percorso molto affascinate, sicuramente uno dei più emozionanti della zona. Esso si svolge unicamente sulle creste della lunga catena che si snoda verso sud. Il percorso è molto difficile e presenta dei punti di criticità  non indifferenti, proprio per questo motivo lo sconsigliamo vivamente ai non esperti. Ci sono infatti molti passaggi in cui occorre camminare su pendii innevati ripidissimi, tanto ripidi da rendere quasi impossibile l’appoggio dei piedi. Per avanzare in sicurezza occorre innanzitutto togliersi le ciaspole perché a causa della considerevole presenza di tratti di roccia affioranti le stesse costituiscono un impedimento, secondariamente perché le stesse rocce, che apparentemente potrebbero costituire un ancoraggio per le mani, non sono affatto affidabili essendo facilmente sgretolabili. L’unico punto di forza di questo cammino sono i piedi. Occorre, dunque procedere con scarponi da Trekking, non necessariamente arpionati, ma sufficientemente sicuri per affondare tramite essi nel manto ghiacciato in modo da ancorare tutto il corpo allo stesso. Il cammino è perciò lento, paziente e prudente. Questa condizione se da un lato è un limite in quanto rallenta la velocità di percorso, dall’altro lato consente di apprezzare con maggiore attenzione la bellezza di grandi scorci panoramici e della loro evoluzione da punti di osservazione veramente unici e per molti irraggiungibili. Connesso a questo tipo di escursione  è un forte stato emotivo, dovuto sia al brivido del pericolo corso, sia alle vertiginose vedute che si aprono immediatamente sotto i piedi. Il tratto più impegnativo è quello iniziale ed è costituito da una sottile cresta di roccia e pietrisco che collega la rocca del monte Mufara con la prima rocca della catena, andando così a formare una sella molto suggestiva ed elegante. Tutta la catena attraversata si presente abbondantemente innevata sul versante esposto a levante, mentre sul ripidissimo versante esposto a ponente presenta un innevamento scarso o addirittura assente su ampie zone. Altra differenza che caratterizza i due versanti citati è la vegetazione. I boschi di faggio, infatti, non riescono ad attecchire sulle rocche nude del versante occidentale, mentre, seppur con grande difficoltà a causa delle levate pendenze, rivestono abbondantemente il versante orientale. Anche in questa zona  l’altezza del manto nevoso, ove presente, è considerevole, tanto da inghiottire al suo interno tutta la struttura legnosa degli alberi, lasciando intravedere solo punte dei rami degli esemplari più alti. La particolare posizione conquistata permette,altresì, di scrutare in tutte  le vallate delle Madonie, lasciando intravedere i tesori naturalistici custoditi in questi preziosi scrigni. Le vedute hanno un campo ottico eccezionale, con un angolo che  grazie alla assottigliata forma delle creste si chiude quasi in un giro tondo di 360 °. Teoricamente in tale angolo è possibile osservare tutto ciò che è compreso nella sfera che avvolge il nostro corpo e che si sviluppa nelle dimensioni disegnate  da tutti gli assi, compresi quelli negativi. La posizione è veramente singolare e vale molto di più di una posizione aerea, in quanto essa ci permette non solo di guardare verso il basso, ma di esplorare simultaneamente,  con gli occhi, anche le dimensioni che corrono in orizzontale e verso l’alto. Questa eccellente condizione panoramica  si mantiene inalterata su tutto il dorso della catena ed è garantita dallo spessore  assottigliato e allungato della cresta.   Avanzare su questo percorso è veramente difficile, come difficile è anche incontrarsi con altre persone o proseguire con gruppi numerosi. Noi consigliamo di non allargare il gruppo a più di quattro unità. Lungo la catena attraversata oltre alle cime rocciose si incontrano diversi tratti a forma di sella, aventi tutti lo stesso caratteristico  profilo parabolico, tipico di una cresta erosa. Queste posizioni sono le più spettacolari e, grazie al movimento creato dal loro moto ondulato,  regalano grandi spunti fotografici. Così nello spazio di pochi passi può capitare che la prospettiva muta improvvisamente, trasformando lo stesso identico paesaggio in un nuovo affascinate quadro. Piccoli dettagli hanno la capacità  di mutare radicalmente le vedute e di regalare nuove emozioni. La bella giornata donataci dal Creatore ci permette di apprezzare la bellezza di un cielo completamente terso, trasparente e azzurro, attraversato da una leggera corrente d’aria, che come una salutare brezza  ci accarezza piacevolmente il viso. Nell’immensità degli sconfinati spazi che si aprono davanti ai nostri occhi nulla turba il silenzio di queste montagne. Non è il silenzio muto di una terra inanimata, ma il silenzio orante di un cosmo vivo da cui si alza la melodia di un canto.  Le dolci parole fioriscono nell’anima e mentre tutto sotto il sole tace nel cuore è una grande festa. La gioia nasce  dalla bellezza di un mondo amico che ci assicura che non siamo soli. Improvvisamente scopriamo che c’è qualcosa che va oltre la paura, qualcosa che rende liberi dai limiti della terra, qualcosa che non ha i vincoli dei piedi e delle mani, ma che vola nella direzione di un Volto cui poter dire grazie. Scopriamo, così, che le Madonie sono creste che parlano di Dio.

Capo d’Orlando, 25/03/2012

Dario Sirna

 

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