GIOVEDI’ DOPO LE CENERI
Buongiorno a tutti,
il cammino quaresimale oggi è introdotto dai seguenti versi del Vangelo di Luca :
LUCA 9, 18-25
“18Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». 19Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 20Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
21Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno.
22«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
23Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. 24Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. 25Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?”
La domanda di Gesù apparentemente sembra strana. Chiedere ai discepoli cosa le folle pensino di Lui sembra fuori luogo per il Figlio di Dio. Questa domanda in effetti non cerca una risposta ma produce una doppia provocazione. Ponendo tale questione il Signore ci invita a non essere superficiali nei suoi confronti ma a rivolgere questo interrogativo a noi stessi per approfondire la nostra verità su di Lui, ma soprattutto per confermare e accrescere la nostra amicizia con Dio. La domanda ha dunque uno spirito provocatorio che attiva un processo di conversione all’interno dei nostri cuori. Allo stesso tempo il Signore, che ha il potere di compiere prodigi e di leggere nel cuore degli uomini, ponendoci questa richiesta sembra invitarci a soffermarci davanti a Lui per spronarci a leggere il suo cuore. Egli inverte le parti. Le folle si interrogano su di Lui, ma lo fanno con superficialità e con grande diffidenza, Gesù invece vorrebbe essere guardato con gli occhi della fede e dell’amore, per questo il suo interrogativo ha lo scopo di stuzzicare la curiosità del nostro cuore per indurlo ad approfondire il rapporto con Dio. La domanda di Gesù, inoltre parte dall’interesse delle folle, per arrivare all’interesse di ogni singolo discepolo. Quello che sembra un esame ha invece lo scopo di estendere a tutti i discepoli la grazia dei doni concessi da Dio a Pietro nel rivelargli la presenza di Cristo in Gesù. Ognuno di noi è strumento di Dio, mezzo che si rende disponibile al Signore per veicolare verso l’intera umanità i doni e le grazie celesti. Queste infatti non sono mai finalizzate all’interesse di un singolo, ma al bene dell’umanità intera. Perché allora il Signore dopo aver confermato la rivelazione di Pietro a tutti gli altri discepoli impone loro di tenerla nascosta al resto del mondo? Perché il passaggio dal singolo alla comunità non avviene mai direttamente e senza il vaglio della Santa Madre Chiesa. Ogni dono celeste prima di essere reso disponibile al mondo intero deve essere trasferito alla Chiesa, che sotto la guida dello Spirito Santo lo amministra nelle forme e nei tempi più opportuni. Nel caso in questione la Chiesa è impersonata dal suo stesso Capo, cioè da Cristo, il quale per il bene della collettività sa che la diffusione di questa rivelazione per il momento deve fermarsi nel cuore dei discepoli. La verità su Cristo infatti si completa e si capisce fino in fondo solo con l’attuazione della sua missione di salvezza. Il mistero della morte e risurrezione del Signore passa attraverso il dramma della croce, dramma che certamente non riscuote attenzione e successo nella vita dell’uomo se ad esso non segue la prova della risurrezione. Cristo deve affrontare l’umiliazione di essere condannato e crocifisso per i nostri peccati, al fine di indicare all’uomo qual è la via dell’amore e della vita eterna. Nessuno di noi da solo e spontaneamente può scegliere questa via perché essa scandalizza chiunque. E’ necessario che Cristo in tal senso si faccia guida per tutti coloro che vogliono seguirlo. La sequela di Cristo impone all’uomo la morte del suo io, nonché la fatica e il dolore della croce. Tutti abbiamo una croce da portare e tutti abbiamo un io che si ribella alle fatiche dell’amore, ma ognuno di noi ha un cuore che risponde alla chiamata di Cristo e che non trova la sua pace fino a quando non si consegna interamente a Dio. Il segreto dell’amore è proprio nell’esempio e nella testimonianza dataci dal Signore sulla Croce, testimonianza che diventa rivelazione storica non a parole, ma con eventi profetizzati da Dio con l’anticipo di vari millenni e realizzati dal Signore a tempo opportuno. Il valore stesso della vita è dato dall’amore. E’ l’amore che riempie di significato la vita e le dà compimento, per questo ogni uomo ha la necessità di conoscere e seguire Cristo.
Capo d’Orlando, 19/02/2015
Dario Sirna.