SALMO 48, 1-13; 14-21;
Buongiorno a tutti,
nel cammino di oggi seguiamo la guida tracciata dalle seguenti parole del Salmo 48, di seguito riportate :
Ascoltate, popoli tutti, *
porgete orecchio abitanti del mondo,
voi nobili e gente del popolo, *
ricchi e poveri insieme.
La mia bocca esprime sapienza, *
il mio cuore medita saggezza;
porgerò l’orecchio a un proverbio, *
spiegherò il mio enigma sulla cetra.
Perché temere nei giorni tristi, *
quando mi circonda la malizia dei perversi?
Essi confidano nella loro forza, *
si vantano della loro grande ricchezza.
Nessuno può riscattare se stesso, *
o dare a Dio il suo prezzo.
Per quanto si paghi il riscatto di una vita, †
non potrà mai bastare *
per vivere senza fine, e non vedere la tomba.
Vedrà morire i sapienti; †
lo stolto e l’insensato periranno insieme *
e lasceranno ad altri le loro ricchezze.
Il sepolcro sarà loro casa per sempre, †
loro dimora per tutte le generazioni, *
eppure hanno dato il loro nome alla terra.
Ma l’uomo nella prosperità non comprende, *
è come gli animali che periscono.
Il Salmista ci fa scuola di vita mettendoci di fronte alla realtà della morte. Nella nostra cultura questo argomento nel corso della vita non viene affrontato, esso è rinviato al momento della malattia grave e della vecchiaia. La vita viene così vissuta senza la piena consapevolezza di questa importante realtà, la quale è stata introdotta per dare il giusto senso al nostro vivere e al nostro essere. Succede, infatti, che senza tenere conto di questo inevitabile “passaggio” che spetta a tutti senza discriminazione alcuna, si dà eccessivo peso alla vita materiale a discapito delle verità spirituali, stravolgendo così i valori della vita. Non tenere conto della morte, di ciò che essa significa, di ciò che essa comporta e di tutto ciò che accade successivamente ad essa, ci fa falsare il significato di questa esistenza terrena, conducendoci per vie errate che confluiscono nella vera morte, quella dello spirito, della perdita della vita eterna e della comunione con Dio. Bisognerebbe attenzionare molto di più questo argomento al fine di impostare la propria vita non sulle realtà terrene che conducono alla perdizione, ma su quei valori saldi che assicurano la vita eterna e la gioia senza fine del Paradiso. Il Salmo richiama la nostra attenzione proprio su questo fondamentale argomento facendo luce sulle conseguenze delle nostre scelte di vita. In primo luogo il Salmista ci invita a meditare sul valore effettivo della ricchezza, della gloria, del potere, della conoscenza, della tecnologia e del successo. La morte sulla terra è una realtà comune a qualsiasi essere vivente e a qualsiasi ceto sociale. Anche Gesù Cristo ha dovuto affrontare questa realtà. Dunque nessuno di noi può sottrarsi ad essa e a nulla valgono tutti i nostri sforzi per sfuggirla. L’uomo non può pagare la propria vita né con la ricchezza, né con il successo, né con la gloria, né con il potere. Tutte le fatiche e gli sforzi compiuti in tal senso sono completamente inutili e servono solo a sprecare il tempo terreno. Il Salmista ci indica, invece, una via diversa per strappare dalla mano della morte la vita umana, questa via è Dio. Noi cristiani, sappiamo ancora di più. In Cristo Gesù abbiamo, infatti, la certezza assoluta della risurrezione dai morti e della vita eterna. Il sangue versato da Cristo, vero “agnello senza difetti e senza macchia” è l’unico prezzo con cui può essere riscattata la vita umana. La vita volontariamente offerta da Cristo Gesù per amore e per la salvezza di ognuno di noi è la svolta fondamentale nel destino dell’uomo. In Cristo, la morte viene sconfitta e la vita eterna viene trasmessa al genere umano. Ciò grazie alla forza invincibile dell’amore, unico bene incorruttibile ed eterno. Ma, Cristo, oltre a donarci la vita eterna, ci consegna un valore nuovo su cui fondare la nostra esistenza, questo valore è l’amore. La vita deve essere vissuta in piena comunione con Dio, ossia nutrendoci del suo amore ed esercitando l’amore. Tutto in questo mondo passa, tranne l’amore, i cui trofei salgono con noi, tramite Cristo, in Paradiso, dove restano in eterno. Alla luce dell’amore l’incorruttibilità, sinonimo di eternità, acquista un significato nuovo, più vasto. Essa non va intesa nel suo significato più stretto, ma in quello più ampio in cui l’esistenza di ogni uomo deve essere trascorsa spendendo tutto l’essere e l’avere della persona in energia consumata per amare Dio e il prossimo, in modo che nulla di noi venga consegnato alla terra e alla morte. Questa nuovo valore di incorruttibilità trova in Cristo la sua attuazione, l’esempio, il testimone e l’intermediario che permette ad ogni uomo di metterlo in pratica nella vita di ogni giorno. Questa nuova luce offerta da Cristo consente a chiunque, ricco e povero, potente e non, di superare l’ostacolo della morte dando alla propria vita un pieno senso cristiano.
Capo d’Orlando, 13/09/2012
Dario Sirna