SALMO 134
Buongiorno a tutti,
i nostri passi di oggi percorrono i sentieri segnati dal Salmo 134, di seguito riportato:
Lodate il nome del Signore, *
lodatelo, servi del Signore,
voi che state nella casa del Signore, *
negli atri della casa del nostro Dio.
Lodate il Signore: il Signore è buono; *
cantate inni al suo nome, perché è amabile.
Il Signore si è scelto Giacobbe, *
Israele come suo possesso.
Io so che grande è il Signore, *
il nostro Dio sopra tutti gli dèi.
Tutto ciò che vuole il Signore, egli lo compie †
in cielo e sulla terra, *
nei mari e in tutti gli abissi.
Fa salire le nubi dall’estremità della terra, †
produce le folgori per la pioggia,
dalle sue riserve libera i venti.
Egli percosse i primogeniti d’Egitto, *
dagli uomini fino al bestiame.
Mandò segni e prodigi in mezzo a te, Egitto, *
contro il faraone e tutti i suoi ministri.
Colpì numerose nazioni *
e uccise re potenti:
Seon, re degli Amorrèi, Og, re di Basan, *
e tutti i regni di Cànaan.
Diede la loro terra in eredità a Israele, *
in eredità a Israele suo popolo.
Signore, il tuo nome è per sempre; *
Signore, il tuo ricordo per ogni generazione.
Il Signore guida il suo popolo, *
si muove a pietà dei suoi servi.
Gli idoli dei popoli sono argento e oro, *
opera delle mani dell’uomo.
Hanno bocca e non parlano; *
hanno occhi e non vedono;
hanno orecchi e non odono; *
non c’è respiro nella loro bocca.
Sia come loro chi li fabbrica *
e chiunque in essi confida.
Benedici il Signore, casa d’Israele; *
benedici il Signore, casa di Aronne;
Benedici il Signore, casa di Levi; *
voi che temete il Signore, benedite il Signore.
Da Sion sia benedetto il Signore. *
che abita in Gerusalemme.
Il Salmo ci invita ad elevare la lode a Dio facendoci meditare sulla sua grandezza, sulla sua potenza, sulla sua bontà, sulla forza del suo amore. Il Salmista passa in rassegna le motivazioni principali per cui la lode dal nostro cuore deve innalzarsi verso il cielo per cantare il nome di Dio. La scelta della divinità per l’uomo ricade tra Dio creatore e salvatore e gli idoli. Questi ultimi sono pura invenzione dell’uomo, che per il suo bisogno immediato di Dio, sviato dal male, si lascia sedurre da pezzi di legno e di pietra forgiati con le sembianze di un essere vivente, ma che sono totalmente incapaci di amare. Il punto fondamentale della discussione è proprio l’amore. E’ ragionando su questo semplice ed immediato argomento che ogni convinzione errata può essere demolita. Se la nostra necessità di Dio non è legata direttamente all’amore, al nostro forte bisogno di amore, di dare e ricevere amore, allora è facile cadere nelle trappole tese da qualsiasi altra dottrina. Se il motivo principale per cui cerchiamo Dio è un bisogno materiale che soddisfi principalmente le nostre egoistiche necessità carnali e mondane è ovvio che tutto quello che è fatto di carme e di mondo può rientrare nella sfera dei nostri desideri diventando per noi un dio. Così un pezzo di legno è per noi un dio se riesce ad assicurarci il benessere economico e/o la salute, il denaro è un dio se riesce a soddisfare il nostro desiderio di possedere, il potere è un dio se soddisfa il nostro desiderio di comandare. Tutto nel nostro cuore può diventare per noi un dio se riesce a realizzare i nostri desideri carnali e mondani. Di contro tutto diventa spazzatura e polvere se, invece, il desiderio che anima il nostro interesse è l’amore. Quando noi ci mettiamo in cerca dell’amore e il nostro interesse non è finalizzato ad altri scopi nascosti, in tal caso tutte le cose del mondo si mostrano ai nostri occhi nella loro realtà, smettono di diventare divinità, per rioccupare il posto loro assegnato nella creazione, mentre il Signore risorge nei nostri cuori con una forza travolgente. L’amore è la chiave che ci unisce a Dio, tutto il resto ci unisce solo ed esclusivamente a false divinità da noi elevate al ruolo di Dio solo per un nostro tornaconto personale. Chi cerca l’amore vero e puro non può che trovare un solo Dio, il Dio che ha creato tutto, che tutto mantiene, che tutto governa, che fa tutto senza interesse e solo per bontà. Cercando l’amore il Dio che troviamo è il Dio che ci ha dato la vita, che ci salva, che ci soccorre, che ci assicura il bene, che ci fa da Padre, che per noi ha offerto il Figlio, che in Cristo gratuitamente ci dà la vittoria sul peccato, sul male e sulla morte, che in Cristo ci dona l’immortalità e la partecipazione al gaudio del Paradiso. La nostra anima sa quello che vuole e quello di cui ha bisogno, ma spesso non è ascoltata dal nostro cuore che facilmente si lascia corrompere da desideri contrari allo spirito e all’amore. Così ognuno di noi corre il rischio grave di vivere la triste contraddizione di sentire nell’anima il dolore di non stare con Dio e di avere nel cuore tutt’altro desiderio. Ciò genera un forte senso di disorientamento che culmina nell’infelicità. Il motivo e il senso del nostro esiste ce lo dà Dio con l’amore, tutto il resto è un surrogato il cui effetto svanisce nel nulla lasciandoci pieni solo di vuoto. La lode innalzata dal Salmista a Dio con questo canto ci aiuta a meditare profondamente sulla consistenza e sulla validità del nostro credo e del nostro modo di vivere e di concepire la vita. Egli realizza quasi un confronto fra la realtà di Dio e la fantasia degli idoli. Mentre il primo non può che essere in nostro favore, elargendo a noi solo bene e amore, i secondi sono pericolosissimi per il nostro bene, minacciano la nostra esistenza e ci procurano delusione, male, gelo e morte. Dio, invece è l’unica benedizione dell’uomo, benedizione che si realizza nella vita di ciascuno di noi grazie alla costante presenza di Cristo Gesù.
Capo d’Orlando, 22/10/2012
Dario Sirna