2 CORINZI 5, 17-21
Buongiorno a tutti,
il cammino di oggi è illuminato dalle seguenti parole di San Paolo, tratte dalla seconda lettera ai Corinzi:
“Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.”
L’Apostolo delle genti in questi versi ci fornisce una luce intensa utile ad indicarci e a farci comprendere la direzione del cammino di conversione. Essere una creatura nuova è un desiderio grande dell’anima. Ognuno di noi vorrebbe essere un uomo nuovo, un uomo che non ha più punti in comune con l’uomo di prima. E’ un desiderio che nasce dalla necessità di amare, di essere perfetti nel bene, di non offendere più Dio e il prossimo, di non peccare, di condurre una vita piena di pace, di serenità, di luce, di gioia, di affetto, di carità, è il desiderio della santità. Questo desiderio appartiene a ognuno di noi per dono gratuito di Dio. Esso ci viene trasferito nel cuore per consentirci di cercare Dio, di rispondere alle sue richieste d’amore, di desiderarlo, di anelare alla piena comunione con Lui. L’Apostolo ci annuncia l’esaltante novità che questo desiderio ora è realizzabile grazie a Cristo. Essere creatura nuova, aspirare, cioè, a tutto quanto sopra esposto diventa per l’uomo realizzabile in Cristo. Dunque Dio non solo ci arricchisce del desiderio della santità, ma insieme ad esso ci mette a disposizione la via per realizzarlo. Questa Via, lo abbiamo già detto, è una persona, il Figlio di Dio, Gesù Cristo. In che modo questo passaggio si concretizza nella vita di ogni giorno? Ciò che l’Apostolo ci consegna in questi versi della seconda lettera ai Corinzi, non è pura teoria, non è teologia sulla quale filosofare e riflettere per arricchirci di sapere e di conoscenze, ma pura realtà da mettere in esercizio, da sperimentare nella vita per conseguire il risultato indicato e raggiungere la meta prefissata. Non si tratta dunque di perdere tempo ad accrescere la propria cultura, ma di acquisire delle indicazioni che devono essere messe in atto da noi stessi, per viverle ogni giorno. Queste indicazioni sono chiarissime ed inequivocabili, esse ci dicono che la conversione dell’uomo, il rinnovamento, la morte dell’uomo vecchio e la rinascita della creatura nuova si realizzano mediante la riconciliazione con Dio ad opera del Figlio e per mezzo della Chiesa. La realtà della riconciliazione non è dunque una realtà teorica ed esclusivamente teologica, ma è una realtà pratica che si esercita mediante un ministero, detto appunto ministero della riconciliazione. Vediamo perché la nostra riconciliazione con Dio avviene ad opera di Cristo. Il senso di queste parole è tutto racchiuso nei tesori inestimabili ed immensi della croce. Il mistero della Croce è un mistero ragionevolmente incomprensibile e inaccettabile, esso può essere acquisito solo per mezzo del cuore. Il grande mistero della croce, racchiude infatti in sé, un altro mistero, il più grande di tutti i misteri della vita, il mistero dell’amore. La croce di Cristo è la lettura di tale mistero, la rivelazione chiara ed inequivocabile del vero significato dell’amore, la misura inestimabile del valore dell’amore. Questo mistero ci dice che Gesù, Figlio di Dio e vero uomo, perfetto e senza macchia, ha volontariamente scelto di farsi crocifiggere per pagare un debito non suo, il debito di tutti i peccati dell’umanità, il debito dell’infedeltà dell’uomo, il debito del rifiuto della dignità dell’amore. Questo debito è un debito che noi uomini abbiamo con Dio e che, nella condizione in cui ci troviamo non siamo più in grado di saldare. L’estinzione di questo debito richiede, infatti, di donare in cambio un amore puro, un amore perfetto, un amore senza macchia. Ammesso che l’uomo sia in grado di capire il vero significato dell’amore, egli, comunque, per la condizione di peccato in cui si trova ha sempre un cuore impuro, un cuore cioè dove il dono fatto agli altri non è mai perfetto, non è mai puro, ma ha sempre la macchia del tornaconto, dell’interesse, e dell’io. Qualunque amore umano possiede questo grande limite, limite che non consente all’uomo di mettersi sullo stesso piano di Dio per corrisponderlo nell’amore e vivere la piena comunione di vita con Dio. Non potendosi, dunque l’uomo innalzare nell’amore fino alle vette celesti di Dio, è Dio che si abbassa su di Lui e lo salva. Questo abbassamento divino avviene in Cristo, il quale è perfetto nell’amore, è in piena comunione con Dio, è una sola cosa con Lui, e pertanto possiede tutte condizioni necessarie per farci recuperare del debito commesso. Dio facendosi uomo nel Figlio, ci dà la possibilità, attraverso un Uomo che si immola per tutti, di recuperare questo debito. Dunque la riconciliazione viene effettuata da Cristo, unico uomo esistente nella storia dell’umanità avente tutti i numeri per offrire a Dio da parte di tutti gli uomini del mondo un amore perfetto, un amore che corrisponde all’amore divino, un amore che è al pari di quello del Padre. L’espiazione delle nostre colpe compiuta da Cristo ha il potere della riconciliazione perché essa è motivata unicamente dall’amore ed è effettuata da un uomo perfetto nell’amore quanto Dio e quindi capace di compensare col suo amore l’offesa grande arrecata all’Amore Divino da ciascuno di noi. Questo passaggio è un passaggio fondamentale della nostra fede, un passaggio senza il quale la nostra fede non vale niente, esso è il nucleo centrale del nostro Credo e deve essere profondamente meditato, riflettuto, capito e acquisito. Chiarito questo è logico che per essere riconciliati con Dio dobbiamo rivolgerci a Cristo, dobbiamo cioè essere in Lui. E’ Lui infatti l’unico riconciliatore e se vogliamo fruire di questo beneficio dobbiamo aderire perfettamente a Lui al fine di trovarci anche noi riconciliati in Lui e con Lui. Anche questo secondo passaggio è fondamentale, anzi esso è proprio quello che ci fa cristiani e che ci permette di dissociarci dal demonio per tornare a Dio. Il primo passaggio, è noto pure al nostro nemico, il secondo, invece, lui non fa, lo rifiuta e vuole farlo rifiutare anche a noi. Quindi è proprio su questo secondo punto che dobbiamo essere forti e irremovibili, ossia essere solo ed esclusivamente in Cristo e con Cristo. Entrati in Cristo, l’Apostolo ci insegna che l’amore ricevuto e accolto ci impone di essere ambasciatori di Cristo, ossia Chiesa che promuove e divulga l’amore salvifico di Dio per permettere ad ogni uomo del mondo di riconciliarsi con Dio.
Capo d’Orlando, 10/03/2013
Dario Sirna.