SALMO 54 (L’AMICO TRADITO)
Buongiorno a tutti,
continuiamo il nostro cammino cristiano penetrando nelle vie più dolorose del cuore umano attraverso il Salmo 54, di seguito riportato:
2 Porgi l’orecchio, Dio, alla mia preghiera,
non nasconderti di fronte alla mia supplica.
3 Dammi ascolto e rispondimi;
mi agito ansioso e sono sconvolto
4 dalle grida del nemico, dall’oppressione del malvagio.
Mi rovesciano addosso cattiveria
e con ira mi aggrediscono.
5 Dentro di me si stringe il mio cuore,
piombano su di me terrori di morte.
6 Mi invadono timore e tremore
e mi ricopre lo sgomento.
7 Dico: «Chi mi darà ali come di colomba
per volare e trovare riposo?
8 Ecco, errando, fuggirei lontano,
abiterei nel deserto.
9 In fretta raggiungerei un riparo
dalla furia del vento, dalla bufera».
10 Disperdili, Signore, confondi le loro lingue.
Ho visto nella città violenza e discordia:
11 giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura;
in mezzo ad essa cattiveria e dolore,
12 in mezzo ad essa insidia,
e non cessano nelle sue piazze sopruso e inganno.
13 Se mi avesse insultato un nemico,
l’avrei sopportato;
se fosse insorto contro di me un avversario,
da lui mi sarei nascosto.
14 Ma tu, mio compagno,
mio intimo amico,
15 legato a me da dolce confidenza!
Camminavamo concordi verso la casa di Dio.
16 Li sorprenda improvvisa la morte,
scendano vivi negli inferi,
perché il male è nelle loro case e nel loro cuore.
17 Io invoco Dio
e il Signore mi salva.
18 Di sera, al mattino, a mezzogiorno
vivo nell’ansia e sospiro,
ma egli ascolta la mia voce;
19 in pace riscatta la mia vita
da quelli che mi combattono:
sono tanti i miei avversari.
20 Dio ascolterà e li umilierà,
egli che domina da sempre;
essi non cambiano e non temono Dio.
21 Ognuno ha steso la mano contro i suoi amici,
violando i suoi patti.
22 Più untuosa del burro è la sua bocca,
ma nel cuore ha la guerra;
più fluide dell’olio le sue parole,
ma sono pugnali sguainati.
23 Affida al Signore il tuo peso
ed egli ti sosterrà,
mai permetterà che il giusto vacilli.
24 Tu, o Dio, li sprofonderai nella fossa profonda,
questi uomini sanguinari e fraudolenti:
essi non giungeranno alla metà dei loro giorni.
Ma io, Signore, in te confido.
Questa composizione di eccezionale valore letterario e umano è un esempio evidente di come la fede sia strettamente legata alla vita. La fede è un dono che Dio ci ha concesso per permetterci di affrontare le nostre passioni quotidiane e terrene. I limiti dell’uomo sono estremamente bassi e per questo motivo sono causa di grande dolore nella vita di ognuno di noi. Questo Salmo affronta il tema del tradimento ad opera di un amico. Tutti prima o poi sperimentiamo questa triste realtà terrena provando nel nostro cuore uno dei dolori più forti della vita. Nel caso in questione il tradimento è operato da un amico intimo del Salmista, un suo confidente, un suo compagno, una persona con cui era stata stretta una dolce amicizia, una persona con cui si condivideva persino l’amore per Dio. Il Salmista è fortemente amareggiato e rattristato perché questo tradimento, questo dolore fortissimo che gli lacera la vita e il cuore e lo distrugge nell’anima, gli è stato causato proprio dalla persona che egli più amava, da chi non se lo sarebbe mai aspettato, da chi attendeva conforto, dolcezza, tenerezza, comprensione e vicinanza. Le parole del Salmista scendono diritte nel nostro cuore e diventano parole nostre, parole che esprimono con forza tutta la nostra sofferenza per l’abbandono, il tradimento e le malvagità ricevuti dalle persone a cui vogliamo più bene. E’ ben comprensibile l’osservazione fatta dall’Orante “ Se mi avesse insultato un nemico l’avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario da lui mi sarei nascosto”. Di fronte al dolore procuratogli dalle parole amarissime della persona che egli ama la sua reazione iniziale è fuggire lontano nel deserto, veloce come una colomba per proteggersi da questo dolore inaccettabile e durissimo. Lontano dalla fonte del dispiacere per annullare il dolore, per dimenticare l’offesa subita, per non sentire le tristissime parole che gli hanno ferito mortalmente il cuore. Egli si sente ingannato nel cuore, nel sentimento, nell’amore. Questa esperienza è veramente l’esperienza più dolorosa della vita. Quando il nostro cuore si apre all’amicizia pura, all’amore, alla fratellanza esso si concede totalmente senza freni e senza limiti donandosi in pienezza, con sincerità e senza altri scopi se non il bene della persona amata, sulla base di una fiducia assoluta, fondata sulla certezza di un sentimento corrisposto, leale, rispettoso, capace solo di assicurare gioia e incapace di procurare il dolore. Esso diventa perciò molto vulnerabile e facilmente offendibile. Il rapporto di amicizia è uno dei rapporti di amore più belli, forse è ancora più bello del rapporto di amore uomo-donna. Esso, infatti, è basato solo ed esclusivamente sulle affinità dell’anima ed è perciò privo dei limiti derivanti dalla contemporanea esistenza di un rapporto carnale. La dimensione spirituale raggiunge in tale rapporto la sua forma più alta e si perfeziona con la conformazione all’amore di Dio. Quando l’amicizia assume queste caratteristiche angeliche e celestiali essa rappresenta per l’anima un ristoro irrinunciabile. I due amici del Salmo camminavano in sintonia verso la casa di Dio. Essi cioè condividevano nel loro cuore l’amore del Signore e lasciavano che fosse Esso a legare le loro vite verso l’eternità. Il cuore dell’uomo è fatto per amare e l’amore oltre alla dimensione carnale ha una dimensione di agape che non può e non deve essere eliminata dalla vita dell’uomo perché essa fa parte del disegno di Dio sulla nostra vita, essa è volontà di Dio, contro la quale opporsi è solo follia e sofferenza. Quando incontriamo Cristo sulla nostra strada e ce ne innamoriamo follemente Egli ci impone nel cuore di vivere questo nostro amore con Lui condividendolo con i fratelli, partecipandolo ad essi attraverso l’amicizia, attraverso l’Agape. L’uomo, sposato o no, non è stato creato per vivere nella solitudine del cuore, ma per amare, per ospitare cioè all’interno del suo cuore oltre che Dio tutti i fratelli e gli amici. L’amicizia è uno dei doni più grandi del Signore perché attraverso essa si vive direttamente il precetto dell’amore, della carità e della comunione, secondo un progetto che rispecchia in pieno la gioia degli angeli nel Paradiso. Gli amici veri hanno perciò bisogno, come Dio, di comunicarsi reciprocamente e frequentemente, anche più volte al giorno, il bene che si vogliono. Essi, come Dio, sono gelosi dell’amico perché lo amano e non lo vogliono perdere. Essi, come Dio, sono disposti a dare la loro vita sulla croce per l’amico. Essi, come Dio, condividono tutto, felicità e dolori, gioie e dispiaceri. Essi, come Dio, mettono tutto in comune, beni materiali e beni spirituali, cuore e affetti, senza mai negarsi, senza mai tirarsi indietro, senza mai chiedere spiegazioni, perché al centro della loro vita c’è solo ed esclusivamente l’Amore, ossia Cristo Gesù. Noi cristiani siamo i primi a dover seguire Cristo nell’esempio dell’amicizia con una testimonianza di vita esemplare. Se non cominciamo da questa vita a cercare e vivere il Paradiso, anche e soprattutto attraverso l’amicizia, come potremo mai sperare un giorno di comprendere la bellezza di questa realtà Celeste? Quando il dolore del tradimento viene da un amico con cui si viveva l’Amore, la sofferenza è terribile, tanto grande da diventare paragonabile al dolore di Cristo. Il Salmista con tutta la passione del suo cuore ci espone questa triste esperienza della sua vita, facendoci capire fino in fondo quanto è grande il dolore del tradimento e quanto è importante per l’uomo vivere l’Amicizia e rispettarla sempre, considerandola in Cristo, il cibo della vita. Il dolore del Salmista passa attraverso varie fasi che sono direttamente connesse ai limiti umani di chi è tradito, ma in conclusione Egli ci consegna il messaggio più importante del Salmo quello che ci testimonia l’aspetto più bello dell’amicizia: il perdono. Anche se non espressamente citato il riferimento al perdono è evidenziato dall’atto di totale affidamento a Dio. Il Salmista rimette il suo dolore e la sua amicizia nelle mani di Dio perché Egli possa riportare la pace nel suo cuore. Spesso la vita ci riserva queste amare sorprese, sono momenti difficili che solo Cristo può aiutarci a superare, facendoci sperimentare oltre la dolcezza del suo amorevole ed insostituibile conforto, la bellezza e la grandezza del perdono. Se veramente amiamo i nostri amici il nostro dovere di cristiani ci impone di restare accanto a loro e di aiutarli proprio nel momento in cui hanno perso la dimensione cristiana del rapporto allontandosi da noi, facendoci del male e tradendoci. Il Regno di Dio è un Regno in cui l’unica legge che vige è la legge dell’Amore, legge che si realizza anche attraverso lo strumento del perdono. Il male e il dolore che proviamo nel cuore quando veniamo traditi, derivano dal fatto che vogliamo bene alla persona che ci sta facendo soffrire, ma se le vogliamo veramente bene non possiamo desiderare per questa persona il dolore e il male, non possiamo rispondere al dolore ricevuto dando dolore, per l’amore che proviamo per l’amico l’unica nostra alternativa è il perdono, la piena riconciliazione. Quest’ultima va molto oltre il perdono perché presuppone che la persona tradita, la quale ha concesso il perdono, venga convenientemente consolata e amata. Il perdono richiesto da chi offende l’Amore, non serve a scaricare la coscienza per il male fatto, ma serve a sanare le ferite nel cuore di chi ha subito il dolore, per questo occorre andare oltre il perdono, arrivando ad esso attraverso la riconciliazione. Quest’ultima non si ferma ad una semplice e liberatoria presentazione di scuse, ma va oltre fino a comprendere in profondità la dimensione del dolore per sanarlo. Questo significa che il problema insorto deve essere portato alla luce di Cristo e lì deve essere discusso e risolto per sempre, cancellandolo dalla nostra memoria, come fa Dio con i nostri peccati di fronte all’offerta del sangue del Figlio.
Capo d’Orlando 28/12/2012
Dario Sirna