SALMO 29
Buongiorno a tutti,
oggi cercheremo di seguire il cammino tracciato dal Salmo 29, di seguito riportato:
Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato
e su di me non hai lasciato esultare i nemici.
3 Signore Dio mio,
a te ho gridato e mi hai guarito.
4 Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita perché non scendessi nella tomba.
5 Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
rendete grazie al suo santo nome,
6 perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera sopraggiunge il pianto
e al mattino, ecco la gioia.
7 Nella mia prosperità ho detto:
«Nulla mi farà vacillare!».
8 Nella tua bontà, o Signore,
mi hai posto su un monte sicuro;
ma quando hai nascosto il tuo volto,
io sono stato turbato.
9 A te grido, Signore,
chiedo aiuto al mio Dio.
10 Quale vantaggio dalla mia morte,
dalla mia discesa nella tomba?
Ti potrà forse lodare la polvere
e proclamare la tua fedeltà?
11 Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.
12 Hai mutato il mio lamento in danza,
la mia veste di sacco in abito di gioia,
13 perché io possa cantare senza posa.
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre.
Il Salmista ci propone la sua esperienza di vita, che si trasforma in esperienza di Dio. Egli ci racconta come nella sua autosufficienza nei confronti di Dio abbia sperimentato la morte e come, invece, nell’affidamento totale a Dio abbia ritrovato la vita. Chiama, così, ognuno di noi a lodare Dio e ad esaltarne il nome e le opere perché Egli solo ha la capacità di trasformare il pianto in gioia, il lamento in danza, il lutto in festa, la malattia in guarigione, la sconfitta in vittoria, la precarietà in stabilità, il terrore in pace, la morte in vita. La gioia del Salmista per avere ritrovato in Dio tutto il senso della sua esistenza è talmente grande che egli risponde al Signore aprendogli il suo cuore. Viene, infatti, coinvolto emotivamente dall’amorevole cura con cui Dio lo sottrae dal male e da questa esperienza di amore ne rimane piacevolmente e volontariamente sedotto. Capisce che Dio cerca il suo cuore, che Dio vuole essere da lui amato e che non vuole nient’altro dall’uomo che il suo amore eterno. L’Amore diviene allora il vero e unico senso della vita dell’uomo, il vero e unico motivo per vivere in eterno e per non conoscere la morte e la discesa nelle tenebre. La gioia sperimentata dal Salmista è talmente grande che egli la racconta a tutti, rendendo ognuno di noi partecipe di questa sua grande scoperta e invitando ciascuno di noi a farne esperienza diretta. Egli da parte sua, avendo ora trovato la gioia pura non vivrà per nient’altro al mondo che per lodare e cantare il Signore e le sue meravigliose opere.
Capo d’Orlando, 02/07/2012
Dario Sirna