“LA VOSTRA TRISTEZZA SI CAMBIERA’ IN GIOIA”

GIOVANNI 16, 16-20

Buongiorno a tutti,

il cammino odierno è suggerito dai seguenti versi del Vangelo di Giovanni:

16Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». 17Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: «Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete», e: «Io me ne vado al Padre»?». 18Dicevano perciò: «Che cos’è questo «un poco», di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
19Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: «Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete»? 20In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.”

Allegria e gioia, due termini apparentemente uguali, ma profondamente diversi. Il rallegrarsi non è che uno stato momentaneo dell’anima che deriva da una soddisfazione fugace, la gioia invece è uno stato generale della persona che parte dalle profondità del cuore e trova fondamenta salde nella coscienza della persona. Ci si può rallegrare anche per il male subito da una persona a noi poco simpatica, e questo è il caso del “mondo” che si rallegra nel vedere perseguitato, percorso e ucciso prima Gesù e poi i suoi discepoli, una sorta di ripicca personale, una rivincita sull’altro che trae la sua origine solo ed esclusivamente dall’invidia e dall’egoismo e trova la sua soddisfazione nella vendetta. La gioia invece è una condizione paradisiaca che deriva dalla pace interiore, dalla comunione con Dio, dalla pace con il mondo, dall’amore per i fratelli, dal rifiuto del male, dalla fuga dal peccato, dalla salute dell’anima. La gioia è lo stato di ottimale salute dell’anima e si trasmette a tutta persona con il benessere e il superamento di ogni disagio. Nella gioia non manca il dolore, né la sofferenza, ma esse non sono espressione del male, ma solo desiderio di crescita nell’amore per se stessi e per gli altri. La tristezza invece è la negazione di Dio e la separazione dal Signore, l’anticamera della disperazione. Il Signore parla chiaramente di queste condizioni della vita e ci promette la gioia piena solo con la perseveranza nell’amore. In queste parole c’è un segreto che ci viene svelato, una rivelazione nuova che ci viene annunciata. Questa rivelazione riguarda il cammino da effettuare per raggiungere la gioia e la strada da evitare per restare nella tristezza. Il mondo con tutti i suoi limiti ci può offrire solo una temporanea allegria, surrogato insoddisfacente della gioia vera. Il mondo ci porta su vie lontane da Dio, su strade che hanno come obiettivo la cancellazione di Dio dalla nostra vita. Questi sono i tempi in cui noi nel corso della vita terrena non vediamo più Dio, non sentiamo più la Sua presenza accanto a noi, ci convinciamo che Dio non esiste, che Dio non è interessato a noi, che Dio si fa i fatti suoi. Se ci troviamo in questa condizione, se il nostro cuore sente il peso duro di questa realtà falsa è perché siamo totalmente assorbiti dal mondo e dal nostro io e non riusciamo più ad ascoltare la voce dell’amore che esce dalle parole di Dio e che ci chiama e ci interpella.  Non possiamo conformarci alla massa perché questa ci travolge con il suo paganesimo e perché andare contro corrente è troppo duro. Bisogna essere forti nel cuore, essere saldi nella fede, restare fermi in Dio, credere nel valore assoluto dell’amore, valore dato e spiegato da Cristo sulla Croce. La società spesso ci trascina lontano da Dio, su vie che negano l’amore. Mettersi contro, assumere una posizione decisa, esprimere un parere contrario, parteggiare per Dio, parteggiare per l’amore, difendere Cristo, difendere l’oppresso, schierasi dalla parte del povero, dell’ultimo, dell’emarginato, dell’innocente, di colui che non conta niente, può sembrare sconveniente e costa molta fatica, procura lacrime, accresce le sofferenze, rende tristi, allontana gli amici, crea isolamento, sottopone alla calunnia, ci fa rischiare una condanna ingiusta. Ma questa via che apparentemente sembra essere la via della croce, delle lacrime  e del dolore è l’unica via che mantiene inalterata la gioia nel nostro cuore e che, al contrario di quanto appare, contribuisce ad accrescerla, perché  è l’unica via in cui si sperimenta l’amore, l’unica via in cui si realizza la comunione con Dio e si vive nella pace interiore. Per chi percorre questa via cosa può essere rimproverato alla sua coscienza? E cosa può essere rinfacciato al suo cuore? Nulla. Le lacrime diventano prova inconfutabile di crescita nella fede e di sequela di Cristo. Il Signore ci avverte di tutte queste cose, non per scoraggiarci o per invitarci a desistere dal seguirlo nella via dell’amore, ma solo ed esclusivamente per dirci che a queste sofferenze, apparentemente e momentaneamente incomprensibili, seguirà la vera gioia, quella della eterna soddisfazione dell’Amore nella comunione del Paradiso, ove nulla di quanto ci affligge sulla terra potrà più toccarci.

Capo d’Orlando, 10/04/2013

Dario Sirna.

 

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