GIOVANNI 17, 11b-19
Buongiorno a tutti,
continuiamo a trarre energie utili al cammino dal Vangelo di Giovanni. Fermiamo la nostra attenzione sui seguenti versi:
“Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
12Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. 13Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. 14Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
15Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. 16Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17Consacrali nella verità. La tua parola è verità.18Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; 19per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.”
Le parole del Vangelo ci illustrano la preghiera con cui Gesù affida i suoi discepoli al Padre prima della sua crocifissione e morte. Le preoccupazioni di Gesù ci rivelano anche le intenzioni e motivazioni della sua missione. L’unità e la fede dei discepoli emergono come beni preziosi da custodire e consacrare. Cristo ci ha consegnato se stesso rivelandosi attraverso la sua Parola. La conoscenza e l’acquisizione della Parola di Dio opera nell’uomo un profondo cambiamento che consiste nella volontà libera e convinta di volere rompere definitivamente con la mentalità del mondo. Accogliere la Parola di Dio nella vita significa attuare un profondo processo di conversione che si realizza con la morte dell’io al mondo e la sua rinascita in Cristo. Il mondo e la Parola di Dio sono due realtà opposte che si lottano a vicenda e che non possono coesistere nella stessa persona. Ne consegue che la mentalità del mondo trova spazio nel cuore dell’uomo fino a quando quest’ultimo non accoglie dentro di sé la Parola di Dio. Essere del mondo non è dunque compatibile con l’essere di Cristo. La Parola di Dio ha invece l’effetto di unire tutti coloro che la accolgono con un legame che trasforma gli individui in membra di un unico corpo, il cui capo è Cristo. Come Cristo e il Padre sono una cosa sola anche noi tramite l’accoglienza della Parola siamo chiamati a diventare una cosa sola. Dunque la Parola di Dio ci distacca dal mondo e ci unisce a Cristo per farci diventare con Lui e tra di noi un unico corpo. Questo corpo vive di Cristo e opera in Cristo, esso si muove, pensa, parla, agisce, ama, crede, prega con Cristo. Il mondo, che sin dalla sua origine, in Adamo, ha rifiutato Dio rifiuta anche le membra di questo corpo e si muove contro di esse per disgregare il corpo stesso. Cristo affida la custodia delle membra del suo corpo al Padre garantendo così ad ogni discepolo la vittoria sulla malvagità del mondo. Essere di Cristo non significa dunque essere esenti da problemi, perché l’odio del mondo si riversa su chi accoglie Cristo nella sua vita, ma è garanzia e certezza sicura di vittoria sul potere malefico del mondo, garanzia di unità delle membra di Cristo, conseguimento sicuro della salvezza, attuazione dell’amore. Tutti coloro che accolgono nel cuore e nella vita la Parola di Dio, anche se soggetti a tribolazioni, hanno la certezza di essere salvi perché custoditi dal nome di Dio e consacrati nella verità. Ma le membra del corpo di Cristo, essendo le parti che costituiscono un unico corpo seguono in tutto i movimenti del Capo e sono così coinvolte in prima persona sia nella comunione divina sia nella partecipazione alle sue attività. Cristo, vero Dio e vero uomo, dopo aver assunto la natura umana ed essersi fatto uomo in mezzo agli uomini si è adoperato per realizzare le membra di un corpo mistico in cui venissero inclusi tutti gli uomini pronti ad accogliere la sua Persona con la finalità di elevare l’intero corpo così costituito alla dignità della comunione del Paradiso. In questa preghiera di intercessione elevata da Cristo al Padre, Egli chiede che questo corpo da Lui realizzato, consacrato e santificato possa essere custodito dal maligno per continuare ad esercitare tramite esso la sua missione nel mondo. Il nostro impegno di cristiani è dunque quello di lasciarci guidare solo ed esclusivamente dalla Parola di Dio, di mantenerci sempre fedeli ad essa, di resistere alle infinite tentazioni del mondo facendo continuo riferimento alla verità del Vangelo e costruendo solo ed esclusivamente su di essa tutta la nostra vita e le nostre ambizioni. Essere cristiani significa essere di Cristo, quindi vivere in comunione con Lui, vivere come Lui, muoversi nel mondo in sintonia con Lui. Questa unità è voluta, difesa, custodita, protetta e garantita dal Padre attraverso l’intercessione sacerdotale del Figlio.
Capo d’Orlando, 15/04/2013
Dario Sirna.