LUCA 6, 6 – 11
Buongiorno a tutti,
i passi di questo nuovo giorno seguono il cammino descritto dai seguenti versi del Vangelo di Luca:
“6Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. 7Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. 8Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. 9Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». 10E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. 11Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.”
C’è un giorno della settimana in cui il cuore si può permettere di fermarsi e di non battere più? C’è un giorno dell’anno in cui si può smettere di amare? C’è un giorno della vita in cui il nostro amore si eclissa? Quando si ama non si può impedire al cuore e alla mente di agire in direzione opposta a quella dell’amore, neanche per un istante. Per l’amore, infatti, tutti i giorni sono solo ed esclusivamente Sabato. Tutti hanno il sapore di festa del sabato, tutti hanno la gioia immensa del sabato. Se sabato è il giorno dedicato al Signore, esso non può che essere il giorno del trionfo dell’amore, il giorno in cui celebrare l’amore, il giorno in cui abbandonarsi totalmente all’amore. Il riposo sabbatico ha questo significato, esso nasce non per allontanarsi da Dio, ma, al contrario per fermarsi in Dio. Fermarsi in Dio non significa solo dedicarsi alla contemplazione divina e alla interiorizzazione spirituale, ma significa soprattutto incontrare Dio, e non c’è modo migliore e più diretto che incontrare Dio mettendo in atto la sua parola, ossia praticando l’amore. Qualsiasi azione se non è fatta per amore è sterile e faticosa, se invece è fatta con amore è fruttuosa ed edificante. Ci sono modi e modi di fare il bene, ma uno solo è il vero bene quello fatto con l’amore. Nel bene fatto per amore si incontra Dio, si consegna Dio, si è in comunione con Dio, si sperimenta la gioia e il fine del riposo sabbatico, il riposo cioè da ogni pesantezza spirituale e corporale. Questo tipo di riposo lo può donare solo Dio attraverso l’amore. Se Gesù avesse guarito la mano inaridita e non la persona con la mano inaridita, egli avrebbe sicuramente trasgredito il sabato, così come trasgrediscono il sabato tutti coloro che operano in giorno di riposo, oggi la Domenica, per lucro. Ma Gesù, invece, opera in giorno di sabato per obbedienza all’amore, per dare cioè gratuitamente il bene di se stesso ad una persona che ne ha estremo bisogno. In questo modo egli ci insegna l’altissimo e sublime valore del sabato e dell’amore. Il brano del Vangelo di oggi ci permette di capire quanto l’uomo, con la sua speculazione intellettuale, sia lontano dall’amore e quindi fuori dalla vera fede. Questo brano ci mostra quale era la fede esistente al tempo di Gesù, quanto cioè tale fede fosse lontana dalla logica di Dio e da Dio stesso e ci fa capire perché il Signore non è stato accolto da coloro che amministravano il culto. Il punto è proprio questo, noi uomini abbiamo la tendenza a trasformare tutto in culto nel disperato tentativo di realizzare attraverso esso il nostro incontro con Dio e non comprendiamo che il vero culto di Dio non un rito ma è l’amore. La verità è che l’uomo senza Dio è capace di modificare la fede consegnatagli direttamente da Dio stesso, stravolgendola completamente, spogliandola di tutto il suo significato e trasformandola in tutt’altra cosa. Culto e fede, anche oggi spesso portano l’uomo a vivere con Dio un rapporto sbagliato, un rapporto in cui non si vive l’amore, non si cerca l’amore, non si celebra l’amore, ma si cerca e si celebra solo se stessi. Cristo, vero e unico Maestro della fede, ci riporta al significato originario della fede e ci rende consapevoli che senza di Lui ogni nostra interpretazione della fede è errata, lontana dall’amore, in contrasto con Dio. Questo brano del Vangelo serve oggi anche a noi, la voce e la parola di Cristo ci interpellano e ci chiedono come viviamo noi la nostra fede, come viviamo noi il nostro sabato, quale valore abbiamo dato noi a questo giorno, che per volere divino è stato creato solo per incontrare Dio nell’amore. La nostra concezione del “sabato” è forse diversa da quella dei farisei? O anche noi ci siamo inventati un sabato con un significato completamente diverso da quello suo originario? Basta riflettere e meditare su questo brano del Vangelo per trovare una risposta. Se viviamo il “sabato” alla maniera di Gesù, ossia operando intensamente nel campo dell’amore divino siamo in sintonia con Dio, ma se, invece, lo viviamo lontano da Dio e dall’amore, alla ricerca di una soddisfazione puramente egoistica e personale siamo in netto contrasto con Dio.
Capo d’Orlando, 09/09/2013
Dario Sirna.