CORINZI2 13, 4
Buongiorno a tutti,
oggi ci metteremo all’ascolto dei seguenti versi tratti dalla seconda lettera ai Corinzi di San Paolo Apostolo:
“Cristo fu crocifisso per la sua debolezza, ma vive per la potenza di Dio. E anche noi che siamo deboli in lui, saremo vivi con lui per la potenza di Dio.”
Queste parole dell’Apostolo sono una luce intensa che rischiara le tenebre della nostra mente e ridesta il nostro cuore. Qual è la debolezza di Cristo per cui Egli venne crocifisso? E’ la debolezza di un uomo che non riesce a sottrarsi alla calunnia e alla forza bruta di chi lo vuole uccidere, o è la debolezza di un cuore che, innamorato totalmente dell’uomo, non riesce a rinunciare ad averlo con sé in Paradiso nonostante tutto l’odio con cui la sua storica benevolenza viene continuamente rifiutata? Sicuramente in Cristo crocifisso per l’umanità non contempliamo una debolezza fisica, psichica, morale, di un uomo indifeso, ingiustamente condannato alla crudele morte di croce, beffato e umiliato, giudicato pazzo, meritevole di morte perché pericoloso per il genere umano, di un uomo sconfitto. Celebriamo, invece l’ampiezza, l’altezza, la larghezza e la profondità di un cuore che nessun ostacolo riesce a far smettere di battere. Questa grande forza del cuore l’Apostolo la chiama debolezza perché essa cede tutto il suo invincibile vigore al desiderio di portare con sé in Paradiso, al cospetto del Padre, quell’uomo, che completamente accecato da se stesso, ha perso di vista Dio e l’amore. La debolezza è allora un eccesso di zelo per il Padre, è un eccesso d’amore per l’uomo. Vinto da questa debolezza Gesù trova nell’amore, nell’affidamento e nella volontà del Padre tutte le forze per affrontare la croce e la morte e per sconfiggerle definitivamente, insieme alle tentazioni e al peccato. Queste realtà, appartenenti esclusivamente al genere umano, vengono abbracciate da Gesù Cristo, ad esclusione del peccato, e da Lui vengono affrontate e sconfitte con l’arma invincibile dell’amore. Quest’arma è l’unico punto in comune tra Dio e l’uomo. E’ l’unico punto di forza della condizione umana. E’ l’unico mezzo che consente a Gesù di salvare l’uomo. Se Dio non avesse concesso all’uomo l’importante prerogativa dell’amore in che modo Gesù avrebbe potuto realizzare il suo piano salvifico per l’uomo? L’apostolo ci invita a sperimentare nella debolezza di Gesù la potenza di Dio che sconfigge la morte e dona la vita eterna. Egli ci invita a unirci nell’amore al cuore di Cristo per ritrovarci con Lui vivi grazie alla potenza di Dio. Dunque la croce e la morte vengono affrontate direttamente da Gesù, egli le sperimenta vivendole entrambe su se stesso, e mentre apparentemente sembra essere sconfitto da esse, in realtà, proprio per non essersi sottratto ad esse e per essersi, al contempo, totalmente affidato alla volontà del Padre, Egli ricava un sacrificio eterno da offrire al Padre per ottenere il premio della vita eterna per ogni uomo. Mentre la debolezza di Gesù si manifesta nell’accogliere su di se la croce e la morte e nell’affidarsi completamente a Dio rimettendosi in tutto alla sua volontà, la potenza di Dio si manifesta nella risurrezione di Cristo e nella eterna vittoria dell’amore.
Capo d’Orlando 05/08/2012
Dario Sirna