GALATI 3, 22-29
Buongiorno a tutti,
il nostro cammino oggi continua a dirigere i suoi passi sulle tracce indicate dai seguenti versi della Lettera ai Galati di San Paolo Apostolo:
“ 22la Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché la promessa venisse data ai credenti mediante la fede in Gesù Cristo.
23Ma prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. 24Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. 25Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo. 26Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, 27poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. 28Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. 29Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa..”
Con un esempio ancora più chiaro San Paolo ci mostra qual è la differenza pratica tra la fede nella Legge e la fede in Cristo Gesù. Tutto va riferito all’uomo e alla debolezza della sua condizione terrena. Partendo da questo punto di vista è chiaro che mentre la legge per l’uomo diventa un’arma a doppio taglio che minaccia gravemente la sua salvezza, la fede in Cristo Gesù è garanzia assoluta di riscatto dal peccato, di redenzione e di vita eterna. A causa della miseria della natura umana e quindi della concupiscenza con il peccato l’uomo di fronte alla Legge si trova sempre condannato, mai giustificato, mai in regola, mai in stato di grazia. Ciò deriva dalla imperfezione dell’amore umano, dalla incapacità dell’uomo di non lasciarsi sedurre dalle tentazioni del maligno, dall’attaccamento morboso dell’uomo alla carne e a tutto ciò che da essa è rappresentato. Ma l’uomo è stato creato da Dio non per la morte, né per il peccato, ma per l’amore e la vita eterna. La Legge indica all’uomo tale cammino e allo stesso tempo lo avverte circa il pericolo che corre nell’allontanarsi da esso percorrendo le vie del male. In se stessa essa ha solo la grazia di indicare la via dell’amore e di avvertire sui pericoli che si corrono nell’allontanarsi da essa. Oltre tale grazia la Legge non ha il potere della giustificazione, il potere cioè di liberare l’uomo dagli effetti delle sue colpe e dalla condanna che da esse scaturiscono. La Legge dunque è un pedagogo che insegna all’uomo come distinguere il bene dal male, come esercitare l’Amore, quali precetti seguire nella vita per piacere a Dio e per trovare la vera felicità, ma non ha in sé il potere del riscatto. La fede in Cristo Gesù possiede, invece, questa importantissima grazia. In Cristo Gesù il male da noi compiuto per non essere stati capaci di mettere in pratica la Legge e per non avere compreso fino in fondo il valore dell’Amore verso cui essa ci orienta, è riscattato dall’offerta del suo sacrificio d’amore. La fede in Cristo Gesù completa, dunque, il cammino formativo dell’uomo, aggiungendo ad esso il tassello fondamentale del perdono gratuito, valore in cui l’Amore assume la sua massima espressione. La grazia della fede, infatti, non si esaurisce nel battesimo e nella remissione dei peccati, ma va oltre insegnando all’uomo che prima dei dieci precetti della Legge occorre osservare e vivere il grande precetto del perdono gratuito, della fratellanza e della carità. La Fede in Cristo Gesù ci riveste di Cristo Gesù, ci rende cioè simili a Lui, capaci quindi di andare ben oltre la perfezione del rispetto scrupoloso della Legge per approdare all’Amore più alto, quello della immensa Carità Divina, ove tutti siamo fratelli e tutti abbiamo diritto alla Salvezza eterna.
Capo d’Orlando, 11/10/2014
Dario Sirna.