IO VI DARO’ CONSOLAZIONE

ISAIA 66, 10-14

Buongiorno a tutti,

oggi il cammino seguito dai nostri passi è illuminato dalle seguenti parole del Profeta Isaia:

Rallegratevi con Gerusalemme, *

esultate per essa quanti la amate.

Sfavillate di gioia con essa *

voi tutti che avete partecipato al suo lutto.

Così succhierete al suo petto †

e vi sazierete delle sue consolazioni; *

succhierete, con delizia,

all’abbondanza del suo seno.

Poiché così dice il Signore: †

«Ecco io farò scorrere verso di essa,

la prosperità come un fiume; *

come un torrente in piena la ricchezza dei popoli;

i suoi bimbi saranno portati in braccio, *

sulle ginocchia saranno accarezzati.

Come una madre consola un figlio †

così io vi darò consolazione; *

in Gerusalemme sarete consolati.

Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, *

le vostre ossa saranno rigogliose

come erba fresca.

Il Profeta ci annunzia delle realtà grandiose, che hanno il potere di farci sfavillare di gioia. Si tratta di Gerusalemme, la città sposata dal Signore a causa della sua infedeltà si era allontanata da Dio ponendosi nella condizione di una donna abbandonata dallo sposo, di una vedova. Il percorso compiuto da Gerusalemme è un percorso che grazie a Dio la conduce dall’infedeltà, alla riconciliazione e alla maternità, passando dalla tappa del lutto per la vedovanza. Gerusalemme dopo avere sperimentato la sventura dell’abbandono delle vie del Signore, vive, infatti, il dolore della separazione da Dio, dolore atroce che viene sentito con la stessa intensità del lutto per una vedovanza. E in effetti, essendosi essa allontanata da Dio ed essendosi prostituita agli idoli stranieri, l’assenza del Signore nella sua esistenza pesa proprio come il dolore del lutto per la morte dello sposo. Questo è il dolore più grande che una sposa possa provare nel suo cuore. Il dolore della perdita della persona amata equivale all’atroce dolore della perdita di una parte di se stessi. Gerusalemme nel prendere coscienza della gravità della sua infedeltà si imbatte in questo grande dolore. Ma il dolore in questione non è inutile e infecondo come il dolore della morte dell’anima. Esso, infatti, diventa via attraverso la quale ritornare a Dio. In questo brano il profeta Isaia si riferisce proprio a questo particolare momento della storia di Gerusalemme. Dio ha ascoltato il dolore della sua sposa ribelle, ha verificato il profondo pentimento per la sua infedeltà e la sincerità del suo amore, ed è pronto ad accogliere nuovamente la sua sposa. Dio torna ad essere lo sposo di Gerusalemme, ma la notizia annunciata dal Profeta va oltre questa felicità per diventare annuncio gioioso di maternità. Gerusalemme sarà costituita da Dio madre del suo popolo, madre premurosa, tenera, amorevole, madre capace di saziare il suo popolo delle consolazioni e delle delizie del suo Sposo. Dio, infatti, renderà prospera la sua sposa arricchendola di ogni sorta di bene, perché essa possa prendersi cura dei suoi figli con grande dedizione e tenerezza. E l’amore con cui i figli di Gerusalemme saranno nutriti, consolati, cresciuti e curati è l’amore materno di Dio che si riversa sul suo popolo tramite Gerusalemme. Lo Sposo, infatti, non solo si prenderà cura della sposa, legandola a sé per sempre con un amore indissolubile, ma la renderà feconda, conferendole l’amore necessario per essere madre attenta, premurosa, tenera e accogliente. Gerusalemme diventa allora il luogo in cui Dio personalmente si prenderà cura del suo popolo con lo stesso amore di una madre. L’annunzio fatto dal Profeta è straordinario e unico. Per la prima volta, infatti, Dio si presenta all’uomo con le stesse intenzioni amorevoli di una madre. Egli, che sempre è stato rappresentato come figura paterna, viene ora annunziato dal Profeta con chiare manifestazioni materne. E’ evidente che per Dio non esiste differenza tra amore materno e amore paterno, per Dio l’amore non ha un sesso, né deve conformarsi ai ruoli da esercitare, l’amore è libero di esprimersi in tutte le direzioni per potere corrispondere a tutte le necessità della persona cui è indirizzato. Il popolo di Dio ha bisogno di ricevere consolazione, affetto e cure con le stesse premure date da una madre ai suoi bimbi e Dio, consapevole di questa necessità, è pronto ad elargire agli uomini questo immenso bene. Con Cristo e la Chiesa le Parole del Profeta diventano grande realtà che abbraccia tutto il mondo. La Chiesa è la vera Gerusalemme madre, sposa di Cristo che genera, grazie alla fecondità dell’amore del Primogenito di Dio, nuovi figli. E’ Cristo che, costituendo la Chiesa sua sposa, la rende tramite la prosperità del fiume dello Spirito Santo, madre del popolo di Dio. E’ Cristo che conferendo alla Chiesa il potere dell’amore divino contenuto nei Sacramenti permette ad essa di rendere le nostre ossa “rigogliose come erba fresca”, ossia immortali e destinate a condividere la gloria di Dio in Paradiso.

Capo d’Orlando, 11/11/2012

Dario Sirna

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.