DEUTERONOMIO 1, 31b
Buongiorno a tutti,
a sostegno del cammino di questo nuovo giorno proponiamo le seguenti parole del Deuteronomio:
“ Il Signore tuo Dio ti ha portato, come un uomo porta il proprio figlio, per tutto il cammino che hai fatto. “
La vita può assumere per ciascuno di noi due direzioni differenti a seconda della nostra impostazione personale e del modo di rapportarci con Dio, con noi stessi e con gli altri. Se decidiamo di mettere al centro della nostra esistenza noi stessi, il nostro io, le nostre idee, la nostra volontà e i nostri desideri, restiamo fermi, staticamente ancorati e proiettati sul nostro egoismo. Perdiamo di vista il vero senso della vita, restiamo nella realtà tenebrosa di una esistenza senza speranze e senza meta, con la morte come nostra unica destinazione. Se invece usciamo da noi stessi, per metterci in cammino, bisognosi ogni giorno e ogni attimo di avvicinarci sempre di più a Dio, desiderosi di ricevere il perdono, di riconciliarci con tutti, Dio per primo, sforzandoci continuamente di crescere nell’amore, allora la nostra vita si arricchisce di una gioia sempre più grande, la gioia di vedere realizzato il desiderio di vivere in eterno, in piena comunione con Dio. La vita deve essere, dunque, per ciascuno di noi un cammino che ci allontana sempre più dal nostro egoismo e che ci avvicina sempre di più a Dio e all’amore. Le parole del Deuteronomio ci incoraggiano ad avere fiducia in Dio, a non desistere nel desiderio di camminare verso di Lui, a non perderLo mai di vista, in quanto è il Signore stesso che con la cura e l’amore di un padre verso un figlio, vigila sul nostro cammino, ci insegna a muovere i primi passi verso di Lui, ci raccoglie da terra quando cadiamo, fascia le ferite procurate dalle nostre cadute, le guarisce, ci ridona la forza e la gioia di rimetterci in piedi, accresce in noi il desiderio di riprendere il cammino e di restare sempre saldi in esso. Quando poi, come pecorelle smarrite, perdiamo completamente l’orientamento e con esso la via giusta da seguire, smarrendoci nelle tenebre e nella prigione del peccato, Egli stesso viene in nostro aiuto, ci libera dalla schiavitù in cui siamo caduti e sollevandoci sulle sue spalle ci riporta nei suoi atri, prendendosi continua cura di noi, con lo stesso amore di un buon Pastore. Dunque, ringraziamo Dio per l’amore immenso con cui ci sta sempre vicino e corriamo verso di Lui mentre Egli apre le sue braccia verso di noi. Cristo sulla croce, ha aperto e disteso per sempre le braccia di Dio verso tutta l’umanità in segno di amore, accoglienza e perdono. Non allontaniamoci mai da queste braccia aperte, ma piuttosto corriamo sempre verso di esse, allargando anche noi le nostre.
Capo d’Orlando 11/08/2012
Dario Sirna
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