IL NOSTRO AIUTO E’ NEL NOME DEL SIGNORE

SALMO 123

Buongiorno a tutti,

oggi il nostro cammino avanza lungo la via aperta dalle parole del Salmo 123, di seguito riportato:

Se il Signore non fosse stato con noi,
– lo dica Israele – †
se il Signore non fosse stato con noi, *
quando uomini ci assalirono,

ci avrebbero inghiottiti vivi, *
nel furore della loro ira.

Le acque ci avrebbero travolti; †
un torrente ci avrebbe sommersi, *
ci avrebbero travolti acque impetuose.

Sia benedetto il Signore, *
che non ci ha lasciati, in preda ai loro denti.

Noi siamo stati liberati come un uccello *
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato *
e noi siamo scampati.

Il nostro aiuto è nel nome del Signore *
che ha fatto cielo e terra.

Il Salmo è breve ma efficacissimo per esprimere chiaramente l’agire di Dio nella vita dell’uomo. In particolare il Salmista mette in evidenza l’intervento provvidenziale di Dio  nella storia del popolo d’Isdraele utilizzando tre scene molto eloquenti, ma aventi tutte la stesso fine, consolidare la fede in Dio, visto come unico realizzatore della salvezza di Isdraele. La prima scena è quella crudelissima di popoli nemici che attaccano il popolo di Dio per divorarlo in un niente. Il pericolo e la paura trasmessici dal Salmista sono quelli vissuti da chi cadendo nelle mani del suo nemico si ritrova nella condizione imminente di essere inghiottito vivo. La frase “Inghiottito vivo” esprime essenzialmente il concetto di una voracità nemica che non aspetta né di uccidere la preda prima di consumarla, né di masticarla prima di ingerirla.  Questo pericolo è ulteriormente rafforzato dall’immagine del torrente in piena le cui acque impetuose minacciano di sommergere e travolgere il popolo di Dio, cancellandolo dalla faccia della terra e, infine, dall’immagine di un uccello catturato dal laccio dei cacciatori e liberato prima ancora di finire nelle loro mani.  Tre immagini differenti il cui scopo non è quello di trasmetterci la paura vissuta nel corso di varie situazioni di grave e imminente pericolo mortale, ma di consolidare la nostra fede in Dio. Dio, infatti, in queste tre differenti situazioni metaforiche in cui ogni cosa sembra volgere al peggio, invocato per la liberazione,  giunge garantendo e realizzando la salvezza. Tutto il senso e il contenuto del messaggio del Salmo è sintetizzato nel verso finale “Il nostro aiuto è nel nome del Signore che ha fatto cielo e terra”. Con questa affermazione il Salmista ci invita a riporre tutta la nostra speranza in Dio, la cui potenza è esaltata dall’opera della sua creazione e dalla sua Signoria sul cosmo.  Le parole del Salmo e il  suo contenuto hanno il sapore forte di un credo recitato per affermare la propria fede in Dio creatore del cielo e della terra e salvatore del credente che a Lui si affida. In Cristo le tre immagini del Salmo sono totalmente ribaltate e mostrano in maniera straordinaria come Dio per salvare l’umanità dal pericolo della morte e delle tenebre eterne abbia preso il posto dell’uomo nella battaglia contro il male che ne minaccia la vita, ottenendo, così, per noi  la salvezza eterna. Nel Salmo il male vorrebbe inghiottire l’uomo vivo, con Cristo, Dio contrappone a questa azione del male il Figlio che si fa Eucaristia, cibo vivo per noi. Nel Salmo il male è raffigurato da un torrente la cui piena minaccia di  travolgere e cancellare il popolo di Dio, con Cristo, Dio contrappone a questa volontà maligna il torrente scaturito dal costato del Figlio che ci ottiene la salvezza eterna. Nel Salmo l’uomo vive la paura di essere catturato e finito dal male come un uccello caduto nel laccio di cacciatori, con Cristo, Dio contrappone a queste cattive intenzioni del maligno il Figlio che libera l’uomo dal laccio della morte, consegnandogli la realtà della risurrezione. La salvezza sperimentata da Isdraele con la fede in Dio, creatore del cielo  e della terra, trova, quindi, la sua definitiva realizzazione con Cristo Gesù. Confrontando le parole di questo Salmo con la realtà di Cristo emerge chiaramente che Dio nel corso della storia dell’uomo si è sempre mosso per il suo bene, bene che culmina nell’offerta del Figlio.

Capo d’Orlando, 07/10/2012

Dario Sirna

 

 

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