IL MONTE TRE ARIE E LA RISERVA

SUL MONTE TRE ARIE E NEL BOSCO DELLA RISERVA

Dopo l’escursione del 23 giugno al Lago Tre Arie siamo ritornati nella zona per effettuare un giro panoramico sulle dorsali della corona montuosa che sovrasta il lago, con l’obiettivo di salire fino alla vetta del Monte Tre Arie. Arrivati al lago, lo abbiamo costeggiato fino a portarci in direzione del bosco che riveste i versanti orientali del catino.

Esiste qui un sentiero in salita che passa ai margini del bosco, nella valle sottostante il Monte Tre Arie. Avvicinandoci al bosco abbiamo scoperto con grande sorpresa che esso si compone di varie essenze arboree di grande effetto paesaggistico. Le essenze spontanee sono principalmente il faggio e l’acero campestre, mentre, le essenze piantate dalla Azienda Forestale, sono conifere di varietà non spontanee. Tra queste conifere primeggiano per imponenza, bellezza ed eleganza, numerosissimi esemplari di Abete. Tra le varietà osservate abbiamo potuto distinguere con certezza la presenza dell’Abies Cephalonica (abete della Grecia), dell’Abies Normandianna (abete del Caucaso) e dell’Abies Pinsapo (abete della Spagna). Sono tutte varietà di abies mediterranee che ben si adattano al clima montano della Sicilia. Gli esemplari ricadono nell’area protetta della riserva naturale Tre Arie, a sua volta assorbita dalla riserva protetta del Parco Naturale dei Nebrodi. Gli esemplari in questione mostrano nella loro magnifica bellezza di essersi ambientati perfettamente nel luogo in si trovano, tanto da riuscire nella riproduzione meglio di tutte le altre conifere impiantate dalla Forestale e meglio anche di altre latifoglie spontanee. Sotto gli esemplari grandi si possono infatti contare migliaia e migliaia di giovanissime piantine. Tra queste, considerata l’età delle piante madri, dovrebbero essere presenti già nel bosco degli esemplari di una certa dimensione. L’assenza di queste giovani piante sviluppate potrebbe essere imputata ad una non efficace opera di protezione del sottobosco, continuamente insidiato dagli animali al pascolo. Arrivati sulla sella della vallata, mantenendoci ai margini del bosco, giriamo a destra e risaliamo il monte Tre Arie. Questo Monte si presenta in parte ricoperto da verdissimi boschi di conifere, tra cui appunto numerosi esemplari di abete, e in parte adibito a pascolo. Mantenendoci nell’area di confine tra le due diverse zone, sfruttiamo l’ombra del bosco per raggiungere la cima del Monte. Più saliamo e più il panorama allarga il suo orizzonte. Da questa posizione è possibile ammirare con precisione tutta la catena dei Nebrodi, e in particolare, con maggiore dettaglio, la bellissima zona compresa tra Floresta e Monte Soro. La cornice più esterna di questo territorio si presenta verdissima, ricoperta dal manto di fitti e scuri boschi di querce e faggi. La faggeta, ad ovest è un’impenetrabile coperta finemente ricamata che dalla Portella Dagara, senza alcuna interruzione, si estende a tutta la Serra del Re, alla Foresta Vecchia, a Monte Soro, fino alla Portella Femmina Morta. Ad est un’altra area di fittissimi boschi di castagno, faggio, quercia e pino, dalla dorsale si allarga fino alla valle dell’Alcantara. Tra queste due aree di intenso verde, si trovano vari crinali, i cui versanti sono in parte rimboscati e in parte lasciati a pascolo. In questo periodo di inteso caldo e grande siccità i pascoli sono piuttosto brulli e ingialliti, conferendo al luogo un aspetto quasi desertico. Proprio all’interno di questa area si possono notare vari tentativi dell’Azienda Forestale di ricostruire il bosco. Le aree, nonostante siano protette da opportune recinzioni, vengono sistematicamente violate dagli animali, rendendo impossibile la ricrescita degli alberi piantati. Arrivati sulla cima del Monte la prospettiva si arricchisce di nuovi e più interessanti elementi paesaggistici. A Sud, l’Etna con il suo altissimo cono vulcanico, si impone sul territorio, conferendo al panorama un fascino di grande attrazione. L’Etna in questa stagione non è più innevata, a parte qualche chiazza di neve presente sul versante nord. Nonostante ciò con la sua aria di mistero e con la sua mole da regina, riesce ugualmente a restare la protagonista principale di questo incantevole scenario, di cui, qui, è palesemente evidente che il regista non può che essere Dio. Alle falde del vulcano, nello spazio rimasto tra una colata lavica e l’altra, come tante perle incastonate in un diamante nero, si possono osservare con nitidezza i paesini dell’Etna. Ad ovest, sul verde e lussureggiante costone che scende da Serra del Re, si innalza, invece, l’obelisco di Nelson. A nord la veduta precedentemente descritta, grazie alla maggiore visuale acquisita con l’altezza raggiunta, si impreziosisce di ulteriori elementi paesaggistici di rilevante effetto. Ad Est, nel versante che degrada a valle si estende una vasta zona di pascoli, in mezzo ai quali si trova la cappella delle Tre Verginelle. Torniamo in basso attraversando il bosco e portandoci così sul versante del Monte Tre Arie che prospetta direttamente sul lago. Scopriamo tanti scorci aerei del lago di grande effetto che immortaliamo con degli scatti fotografici. Scendiamo ancora, attraversiamo l’inera valle, e risaliamo sulla corona nord del rilievo. Questo percorso ci introduce all’interno del fitto bosco dell’area di riserva. Sotto la volta verde e compatta dei faggi possiamo godere della piacevole frescura del bosco che ci consente di camminare in salita senza stancarci troppo. Camminiamo proprio percorrendo il crinale di questa corona montuosa. All’inizio il bosco è talmente fitto da impedire allo sguardo di attraversare la volta per raggiungere gli scorci esterni. Poi scalata la quota più alta, una piccola radura divide il bosco dei due versanti della corona, permettendo allo sguardo di spaziare sul lago, mentre il versante nord continua a restare occluso alla vista dalla fitta vegetazione di faggi. Anche su questo versante scopriamo l’esistenza di tanti magnifici scorci paesaggistici di suggestiva bellezza che si aprono agli occhi in mezzo alle finestre lasciate libere dal bosco. Prima di avviarci alla conclusione, ossia prima di ritornare alla Portella Tre Arie, abbandoniamo il sentiero seguito e ci immettiamo sul costone roccioso che domina lo specchio d’acqua. Lo raggiungiamo in pochissimi minuti e, senza eccessivi sforzi, veniamo ricompensati da uno spettacolo di impareggiabile bellezza. Sotto di noi si estende tutto il lago, che ora possiamo ammirare da una posizione aerea strategica. Tutto quello che il giorno precedente avevamo scoperto passo passo, durante l’escursione sulla costa del lago, oggi, invece, lo vediamo in un unico quadro d’insieme di grandiosa bellezza. Dall’alto vediamo gli aironi cenerini spostarsi nelle acque del lago, dall’alto vediamo la folla di mucche e cavalli, trascorrere, come turisti al mare, lunghe ore a bagnarsi e a riposarsi sulle spiagge. Dall’alto vediamo lo splendido scenario che incornicia il lago e che al contempo lo nasconde all’interno di questa corona circolare di monti. Qui, la particolare e affascinate bellezza del paesaggio ci invita a sostare un po’ più a lungo per goderci questa meravigliosa natura, prima di riprendere la via del ritorno.

Con grande gioia nel cuore ringraziamo e lodiamo il Creatore e Signore del Cielo e della Terra, delle cui magnifiche opere non finiamo mai di stupirci.

Capo d’Orlando, 24/06/2012

Dario Sirna

 

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