1 SAMUELE 2,1-10
Buongiorno a tutti,
il cammino di oggi è tracciato dalle seguenti parole del Profeta Samuele:
Il mio cuore esulta nel Signore, *
la mia fronte s’innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici, *
perché io godo del beneficio che mi hai concesso.
Non c’è santo come il Signore, *
non c’è rocca come il nostro Dio.
Non moltiplicate i discorsi superbi, †
dalla vostra bocca non esca arroganza; *
perché il Signore è il Dio che sa tutto
e le sue opere sono rette.
L’arco dei forti s’è spezzato, *
ma i deboli sono rivestiti di vigore.
I sazi sono andati a giornata per un pane, *
mentre gli affamati han cessato di faticare.
La sterile ha partorito sette volte *
e la ricca di figli è sfiorita.
Il Signore fa morire e fa vivere, *
scendere agli inferi e risalire.
Il Signore rende povero e arricchisce, *
abbassa ed esalta.
Solleva dalla polvere il misero, *
innalza il povero dalle immondizie,
per farli sedere con i capi del popolo *
e assegnare loro un seggio di gloria.
Perché al Signore appartengono
i cardini della terra *
e su di essi fa poggiare il mondo.
Sui passi dei giusti Egli veglia, †
ma gli empi svaniscono nelle tenebre. *
Certo non prevarrà l’uomo malgrado la sua forza.
Dal Signore saranno abbattuti i suoi avversari! *
L’Altissimo tuonerà dal cielo.
Il Signore giudicherà
gli estremi confini della terra; †
al suo re darà la forza *
ed eleverà la potenza del suo Messia.
Questo bellissimo cantico è un capolavoro di sapienza che ci permette di crescere e arricchire la nostra fede con il grande tesoro dell’umiltà. L’umiltà, ossia la povertà spirituale, è quella povertà interiore che non permette all’io di prevalere su Dio e di ammutolirlo. Essa è una delle virtù più importanti della fede. Si contrappone alla superbia, causa di rovina, consentendo all’uomo di affidarsi in ogni circostanza della vita a Dio. L’uomo che si sente forte dei suoi mezzi, del suo potere, della sua parola, della sua sapienza, della sua cultura, della sua virilità, dei suoi soldi, delle sue ricchezze, della sua interiorità, delle sue capacità fisiche e mentali, del progresso, della tecnologia, e che per questa sua pienezza confida tutto in se stesso, abbandonando Dio, è in realtà in grave pericolo di rovina. Nel suo delirio di onnipotenza egli improvvisamente si mette al di sopra di Dio, perdendo la percezione della reale differenza esistente tra il Signore e l’uomo, e arrivando fino al punto di negarne l’esistenza. Chi invece abbassandosi, considera la sua unica forza l’amore del Signore e accogliendo la Sua volontà, con un’obbedienza impeccabile, si rifugia in Lui, viene fortificato, innalzato, saziato, reso fertile, riportato in vita e ammesso alla contemplazione della gloria divina. Il cantico ci dice in sostanza che il gesto più eroico che l’uomo può compiere nella sua vita non è la vittoria di una guerra, la conquista di un tesoro, l’affermazione della propria volontà, la realizzazione dei propri sogni, l’appagamento dei propri desideri o il raggiungimento della costosissima meta della gloria umana, ma il totale affidamento a Dio attraverso la prodigiosa via dell’umiltà, che permette a Dio di agire per suo tramite (grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente). Infatti, è solo attraverso questa virtù che si può entrare in connessione con l’amore divino, abbracciandolo pienamente e vivendolo quotidianamente. Gli unici prodigi che può compiere un uomo, quelli cioè che gli permettono di realizzare opere superiori alle sue normali doti umane, sono i prodigi prodotti dall’amore. Ma al vero amore, a cui tutti siamo chiamati, si può giungere solo attraverso l’umiltà. Dunque l’uomo forte e capace, meritevole di lode e di ammirazione, degno di essere ascoltato e esaudito da Dio è l’uomo che segue il precetto dell’amore imparato alla scuola di Gesù Cristo. Cristo è il vero ed unico maestro dell’umiltà (imparate da me che sono mite e umile di cuore), colui che ci ha dato l’esempio e la testimonianza di come, abbassandosi e umiliandosi, Egli sia stato innalzato da Dio alla vittoria della risurrezione e alla gloria dell’Ascensione. Egli è colui che nel salmo viene indicato profeticamente come destinatario del seggio di gloria per essersi reso povero e umile pur di essere obbediente e fedele a Dio per amore, essendo disposto a offrire in sacrificio per la salvezza di tutti la sua stessa vita. Dio, che tutto può e da cui tutto dipende ha nel cuore il desiderio di condividere la sua gloria con l’uomo, rendendolo partecipe del suo amore e delle sue opere. Egli, cioè mette a disposizione dell’uomo il godimento della sua gloria eterna, l’unica vera gloria esistente in tutto il cosmo. L’uomo non deve far altro che accettare con amore e umiltà la proposta di Dio per vedere realizzate le realtà più importanti della sua vita, quelle realtà che per la loro grandezza egli non è capace neanche di sognare e desiderare.
Capo d’Orlando, 15/09/2012
Dario Sirna