SALMO 63
Buongiorno a tutti,
oggi ci incamminiamo sulle vie tracciate dalle seguenti parole del Salmo 63, di seguito riportato:
Ascolta, o Dio, la voce del mio lamento,
dal terrore del nemico proteggi la mia vita.
Tienimi lontano dal complotto dei malvagi,
dal tumulto di chi opera il male.
Affilano la loro lingua come spada,
scagliano come frecce parole amare
per colpire di nascosto l’innocente;
lo colpiscono all’improvviso e non hanno timore.
Si ostinano a fare il male,
progettano di nascondere tranelli;
dicono: «Chi potrà vederli?».
Tramano delitti,
attuano le trame che hanno ordito;
l’intimo dell’uomo e il suo cuore: un abisso!
Ma Dio li colpisce con le sue frecce:
all’improvviso sono feriti,
la loro stessa lingua li manderà in rovina,
chiunque, al vederli, scuoterà la testa.
Allora ognuno sarà preso da timore,
annuncerà le opere di Dio
e saprà discernere il suo agire.
Il giusto gioirà nel Signore
e riporrà in lui la sua speranza:
si glorieranno tutti i retti di cuore.
In questo Salmo possiamo constatare quanto pericolosi e gravi sono i danni prodotti dalla parola umana nella vita dell’uomo. Il cuore, sede dei sentimenti, fabbrica delle emozioni, casa delle gioie e dei dolori, è la parte più vulnerabile della persona umana. Esso è tenerissimo e fragile, dolce e indifeso. Tutte le parole che giungono alle nostre orecchie vengono filtrate dalla mente e raccolte nel deposito del cuore, lì esse hanno potere assoluto e, insieme agli altri stimoli esterni catturati dai sensi, si muovono per animare tutta la vita della persona. Il potere della parola che raggiunge il cuore è indescrivibilmente grande. La parola ha la capacità di distruggere la vita di una persona, di riedificarla e di renderla felice. La parola può essere arma che uccide o medicina che salva. Di fronte a questo grande potere della parola il cuore umano è completamente indifeso e siccome tutta la persona, compresa l’anima e la mente, soccombe all’input del cuore, essa ha la capacità generare o distruggere la vita. La parola porta con sé, infatti, informazioni importantissime, quasi sempre complete ed efficaci come nessun altro mezzo di comunicazione può fare. Quando la parola giunge nel cuore essa viene recepita e assimilata insieme a tutti i suoi contenuti. Questi, trovandosi nella parte più tenera dell’essere umano penetrano in profondità con effetti immediati e inevitabili. Il cuore umano in un certo senso è come il corpo, esso, infatti ha necessità di nutrimento e ogni giorno deve mangiare. La sua fame è insaziabile e il suo appetito non ha mai fine. Unico alimento del cuore è l’Amore. Senza Amore il cuore si spegne e muore, con l’Amore il cuore cresce, si dilata, vive, progredisce, lavora, produce e moltiplica altro amore. Ogni cuore ha bisogno quotidianamente di essere nutrito dall’Amore e più è nutrito e più esso ha fame e bisogno d’Amore. Nel cuore di Dio l’Amore è senza confini e senza limiti, esso cresce continuamente e invade tutto, travolgendo qualsiasi realtà. Il cuore di Dio è la vera ed unica sorgente dell’Amore. Tutto l’Amore esistente nel cosmo proviene da tale Cuore, compreso l’Amore che quotidianamente alimenta i nostri piccoli cuori e riversato in essi dai nostri fratelli. Tramite l’Amore effuso da Dio nel nostro cuore la nostra persona si fonde a Dio entrando con Lui in una comunione perfetta. La Parola porta sempre l’Amore ed è strumento di salvezza per l’anima. La parola umana, invece, non sempre contiene la Parola e quindi l’Amore, per cui può diventare strumento di divisione e di allontanamento da Dio, ossia fonte di dolore immenso. Dunque le parole pronunziate dalla nostra bocca entrando nei cuori dei nostri interlocutori hanno la capacità di dare loro la vita e o toglierla. Esse, quando sono nutrite dalla Parola, contengono l’Amore e giovano al cuore come una medicina e un cibo insostituibile, quando, invece, sono lontane dalla Parola o sono contro di essa, hanno il bruttissimo effetto di condurre alla sofferenza e alla morte l’intera persona. Non c’è per l’uomo arma più potente della parola, perché oltre ad uccidere il corpo essa può uccidere il cuore e l’anima, allo stesso modo, non c’è per l’uomo strumento più proficuo della parola, perché essa è il canale all’interno del quale è veicolata la vera Parola e con essa l’Amore. Il Salmista ci consente di riflettere attentamente sull’uso della parola fatto nel corso della nostra esperienza di vita. Come, infatti, le parole di offesa e di calunnia che riceviamo dai nostri fratelli possono attentare gravemente alla felicità del nostro cuore e gettarci nella sofferenza più atroce, allo stesso modo anche le nostre parole hanno il potere di rendere felici o tristi i nostri interlocutori. Ognuno di noi rifletta sulle conseguenze prodotte nella sua vita dalle parole ricevute dai fratelli e su come le nostre relazioni sociali siano strettamente dipendenti dalla parola. La riflessioni ci conduca a pesare attentamente le nostre parole, quelle emesse dalla nostra bocca, perché esse possano provenire dal nostro cuore e farsi portavoce solo della Parola e dell’Amore. Il dono della parola fattoci da Dio è un dono di inestimabile valore, esso ha il potere di unirci in solo corpo e di affiliarci a Dio, ma, se usato malvagiamente, ha la possibilità di trasformare la nostra vita in un vero e proprio inferno. Dio ci ha fatto dono di questo bellissimo strumento divino non per un uso egoistico dello stesso, ma perché tramite esso noi lasciassimo veicolare tutto il suo Amore nelle nostre persone, realizzando nella comunione con Lui la perfetta unità. Il dolore prodotto dalle cattive parole immesse nel nostro cuore dalle persone a noi più care diventa potente e insopportabile. In tale circostanza il Salmista ci fornisce la via da seguire per risollevarci dal male subito e mettere al riparo il nostro cuore da eventuali danni, o da ulteriori mali. Di fronte alle calunnie che gli trafiggono l’anima la sua reazione non è la vendetta, né la risposta, né alcuna altra congettura, ma Dio, la fede in Lui, la consolazione insostituibile del suo Amore. Egli trova nella Parola di Dio la medicina che gli sana il cuore e che lo fa ritornare a gioire e ad amare. Affidandosi a Dio, rimette a Lui la sua causa perché sa che qualunque cosa Dio faccia dei suoi nemici, essa sarà giusta. Non cerca in sé il modo di ripristinare la giustizia turbata o di rimediare al torto subito, ma confida pienamente nel Signore, sapendo che nessuno è più giusto di Lui. La saggezza del Salmista è la via che conduce al perdono, la via che consente a Dio di operare nei nostri cuori e di renderci simili a Lui, di farci suoi imitatori nell’amore. L’esempio eloquente e indiscutibile che Dio in tal senso ci ha donato è la testimonianza di fede, di obbedienza e di amore di Gesù Cristo, che sulla croce ci ha insegnato e consegnato la via del perdono, via tramite la quale Egli ci ottiene la salvezza eterna e ci conduce alla comunione d’Amore col Padre.
Capo d’Orlando 09/01/2013
Dario Sirna