IL FRUTTO DELLE TUE VISCERE IO METTERO’ SUL TUO TRONO

SALMO 131

Buongiorno a tutti,

oggi cammineremo sul percorso illuminato dai raggi del  Salmo 131, di seguito riportato:

Ricordati, Signore, di Davide, *
di tutte le sue prove,
quando giurò al Signore, *
al Potente di Giacobbe fece voto:

«Non entrerò sotto il tetto della mia casa, *
non mi stenderò sul mio giaciglio,
non concederò sonno ai miei occhi *
né riposo alle mie palpebre,

finché non trovi una sede per il Signore, *
una dimora per il Potente di Giacobbe».

Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata, *
l’abbiamo trovata nei campi di Iàar.
Entriamo nella sua dimora, *
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.

Alzati, Signore, verso il luogo del tuo riposo, *
tu e l’arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si vestano di giustizia, *
i tuoi fedeli cantino di gioia.

Per amore di Davide tuo servo *
non respingere il volto del tuo consacrato.

Il Signore ha giurato a Davide †
e non ritratterà la sua parola: *
«Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono!

Se i tuoi figli custodiranno la mia alleanza †
e i precetti che insegnerò ad essi, *
anche i loro figli per sempre
sederanno sul tuo trono».

Il Signore ha scelto Sion, *
l’ha voluta per sua dimora:
«Questo è il mio riposo per sempre; *
qui abiterò, perché l’ho desiderato.

Benedirò tutti i suoi raccolti, *
sazierò di pane i suoi poveri.
Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti, *
esulteranno di gioia i suoi fedeli.

Là farò germogliare la potenza di Davide, *
preparerò una lampada al mio consacrato.
Coprirò di vergogna i suoi nemici, *
ma su di lui splenderà la corona».

Questo Salmo è un bellissimo dialogo di amore tra Dio e il suo popolo, rappresentato qui dal re Davide. Questo dialogo si compone di dichiarazioni d’amore, di impegni, promesse e soprattutto di zelanti iniziative che esprimono in maniera inequivocabile la profondità del sentimento che lega il popolo a Dio e Dio al popolo. E’una vera e propria gara di zelo che fornisce le dimensioni reali di questo amore. Da una parte vediamo Davide che promette a se stesso e giura al Signore di non concedersi riposo, di non permettersi di fare rientro a casa sua per stendersi sul suo giaciglio, fino a quando non avrà fatto prima tutto questo per l’Arca di Dio. L’amore di Davide scaturisce dalle profondità del suo cuore ed è un amore sincero e rispettoso, che si esprime pienamente nell’intenzione di mettere al primo posto nella sua vita le “necessità” del Signore e, solo dopo aver provveduto ad esse, di pensare alle proprie. Davide dimostra di amare veramente il Signore preoccupandosi prima di Lui e poi di se stesso. Il suo è un amore puro, non interessato,  fatto di offerta di se stesso. Egli, nel rinunciare al soddisfacimento delle proprie impellenti necessità per provvedere prima alla sistemazione dell’Arca, conferma di mettere nella propria vita Dio al primo posto. Egli dimostra, così,  a noi tutti di essere mosso da un sentimento profondo che lo spinge a rinunciare totalmente  a se stesso per adempiere allo zelo che lo attira verso Dio. In questo modo egli ci fornisce una testimonianza d’amore esemplare nei confronti del Signore, testimonianza che ci consente di affermare che in Davide Dio ha già trovato la sua più gradita abitazione, un cuore totalmente impegnato ad accogliere, celebrare e amare Dio. La risposta del Signore al comportamento di Davide, che è una vera e propria pubblica dichiarazione d’amore per Dio, non tarda ad arrivare ed è, ovviamente, capace di ricambiare il gesto di Davide con un gesto molto più grande e zelante. Davide, mosso dall’irrequietezza del cuore per le sorti “incerte” dell’Arca dell’Alleanza, offre a Dio la rinuncia alla necessità impellente del riposo e della tranquillità domestica  per ritrovare  l’Arca e procurarle una dimora stabile, sicura, dignitosa e a stretto contatto con il popolo tanto amato dal Signore. Dio, invece, ricambia lo zelo di Davide con il dono più grande e più importante conferito da Dio ad un uomo, e cioè  con l’onore e la grazia di essere stato scelto quale  discendenza terrena  da cui far nascere il Messia. Davide riporta l’Arca in mezzo al suo  popolo, Dio, accoglie la presenza di questo popolo nella sua vita stabilendo di accettare la scelta fatta da Davide  di edificare in Sion la dimora di Dio e, nel contempo, innalza Davide alla dignità di una discendenza eccellentissima, la discendenza da cui proverrà il Messia. Inoltre il cammino compiuto dall’Arca che dai campi di Iaar in Efrata, e quindi dalla regione di Betlemme, viene portata per volere di Dio e per l’impegno di Davide al monte Sion, precorre il cammino compiuto da Gesù, da Betlemme di Efrata, sua città natale, a Gerusalemme, città della sua glorificazione. Così la promessa fatta da Dio a Davide di aver scelto Sion come sua stabile dimora e come luogo in cui saranno  sconfitti i nemici del popolo, trova vero adempimento in Cristo Gesù che da Betlemme si stabilisce a Gerusalemme, luogo in cui Egli affronta e sconfigge definitivamente  il vero nemico dell’uomo, il peccato, edificando così in essa un tempio nuovo, sua stabile dimora, destinato ad accogliere la Chiesa di Dio.

Capo d’Orlando, 20/10/2012

Dario Sirna

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