“IL FIGLIO DELL’UOMO NON HA DOVE POSARE IL CAPO”

MATTEO 8, 18-22

Buongiorno a tutti,

iniziamo il cammino di questa nuova settimana  mettendoci sotto la guida  dei seguenti versi del Vangelo di Matteo :

18Vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. 19Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». 20Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 21E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 22Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».”

La Tredicesima settimana del tempo ordinario è iniziata ieri con il Vangelo di Luca sulla sequela di Cristo, la liturgia di oggi ci ripropone lo stesso tema presentandocelo con il Vangelo di Matteo.  Chiariamo subito che per sequela di Cristo non si intende una scelta di vita riservata solo ad alcuni cristiani, quelli che come si usa dire in maniera errata hanno “ricevuto la chiamata”. La sequela di Cristo riguarda indistintamente tutti i battezzati, tutti i fedeli e tutti i cristiani. Tutti coloro che vogliono fregiarsi del nome di Cristiani, ossia tutti coloro che definendosi tali si proclamano seguaci di Cristo, sono “chiamati” a rispondere alla sequela, ognuno secondo il suo ruolo, ognuno secondo la sua “chiamata”, ognuno secondo la sua vocazione. Chi è sposato o aspira a questa condizione, secondo quanto richiesto dal sacramento del Matrimonio, chi è consacrato, o tende a tale condizione, secondo quanto richiesto dal sacramento dell’Ordine, o dai voti della consacrazione. Questa premessa serve a far comprendere che questo brano del Vangelo è per tutti, sposati e non, ordinati e non, consacrati e non, nessuno di coloro che si professano cristiani è escluso dalla partecipazione alla sequela di Cristo. Nel dettaglio il Signore oggi ci fa comprendere che la sequela consiste esattamente nel mettere al primo posto nella propria vita Dio, il Vangelo, l’Amore. Queste realtà per il cristiano devono prendere il posto di ogni altra realtà personale e devono diventare tanto grandi da non dare mai pace a chi le abbraccia se esse non sono continuamente servite.  Questo significa che “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. L’attenzione per il Regno dei Cieli deve essere sempre talmente alta nella vita di ogni cristiano da diventare il suo unico pensiero, la sua unica motivazione, il suo unico chiodo fisso. La realtà della sequela non è una realtà imposta dalla nostra fede, ma è una naturale e spontanea conseguenza dell’Amore. Cristo con la sequela ci invita a vivere ogni istante della nostra vita immersi nell’amore. Chi ama e lo fa alla maniera divina non può avere pace nel cuore fino a quando ogni uomo del mondo non è salvato, fino a quando ogni uomo del mondo non è raggiunto dal Vangelo, fino a quando ogni uomo del mondo non si converte, fino a quando ogni uomo del mondo non viene liberato dal possesso del male e del peccato, fino a quando ogni uomo del mondo non incontra Cristo e decide di seguirlo. In tal senso torna anche il significato del verso finale: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».” I cristiani, spinti dall’amore e dalla carità, devono indirizzare tutte le loro energie e tutti i  loro sforzi sui fratelli ancora lontani dall’amore, sui fratelli ancora lontani da Cristo. Per i morti possiamo fare ben poco, a loro provvedere direttamente Dio, noi dobbiamo sentire il bisogno e il dovere di rivolgere tutte le nostre attenzioni ai vivi, a coloro cioè cui siamo nella condizione di offrire il nostro aiuto e il nostro amore consegnandogli Cristo.   Il tempo della nostra vita terrena è prezioso e il suo valore dipende non dalla sua durata, ma dalla facoltà che con esso Dio ci dona di fare il bene ai fratelli e di praticare l’Amore. Il tempo della vita è il tempo in cui l’uomo è chiamato a innamorasi, a conoscere la bellezza dell’Amore, a conoscere Dio, ad anticipare la condizione di comunione del paradiso. Questo tempo perciò costruisce il nostro vero tesoro e la nostra vera ricchezza, esso deve renderci frenetici nella sequela dell’amore e deve essere dedicato non alle realtà improduttive e morte, quali ad esempio la cura del nostro io, della nostra  vanità, la ricerca del potere, l’affermazione sociale, le ricchezze, la vendetta, la ripicca, l’invidia etc.., ma solo ed esclusivamente per vivere in pienezza l’Amore consegnatoci da Cristo. Questo Amore non lo si trova in noi stessi, esso proviene da Dio, è un suo dono e va continuamente ricercato in Dio per poterlo vivere e trasmettere agli altri. La fede, l’obbedienza, la Parola e la volontà di Dio sono i mezzi attraverso i quali si accede all’Amore divino, lo si acquisisce, lo si vive e lo si trasmette. La nostra vita è stata voluta da Dio solo ed esclusivamente per questa Comunione d’Amore con Lui, essa dà il senso al nostro tempo e al nostro essere, essa deve perciò assorbire tutta la nostra esistenza.

Capo d’Orlando, 29/06/2015

Dario Sirna.

 

 

500 Megaliti di Floresta-0043 - Copia

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