SIRACIDE (43, 13-33)
Buongiorno a tutti,
il cammino di oggi è sviluppato a partire dalle seguenti parole del Siracide:
Con un comando Dio invia la neve,
fa guizzare i fulmini del suo giudizio.
Così si aprono i depositi
e le nubi volano via come uccelli.
Con potenza condensa le nubi,
che si polverizzano in chicchi di grandine.
Al suo apparire sussultano i monti;
il rumore del suo tuono fa tremare la terra.
Secondo il suo volere soffia lo scirocco,
così anche l’uragano del nord e il turbine di vento.
Fa scendere la neve come uccelli che si posano,
come cavallette che si posano è la sua discesa;
l’occhio ammira la bellezza del suo candore
e il cuore stupisce nel vederla fioccare.
Riversa sulla terra la brina come il sale,
che gelandosi forma come tante punte di spine.
Soffia la gelida tramontana,
sull’acqua si condensa il ghiaccio;
esso si posa sull’intera massa d’acqua
che si riveste come di corazza.
Inaridisce i monti e brucia il deserto;
divora l’erba come un fuoco.
Il rimedio di tutto, un annuvolamento improvviso,
l’arrivo della rugiada ristora dal caldo.
Dio con la sua parola ha domato l’abisso
e vi ha piantato isole.
I naviganti parlano dei pericoli del mare,
a sentirli con i nostri orecchi restiamo stupiti;
là ci sono anche cose singolari e stupende,
esseri viventi di ogni specie e mostri marini.
Per lui il messaggero cammina facilmente,
tutto procede secondo la sua parola.
Potremmo dir molte cose e mai finiremmo;
ma per concludere: «Egli è tutto!».
Come potremmo avere la forza per lodarlo?
Egli, il Grande, al di sopra di tutte le sue opere.
Il Signore è terribile e molto grande,
e meravigliosa è la sua potenza.
Nel glorificare il Signore esaltatelo
quanto potete, perché ancora più alto sarà.
Nell’innalzarlo moltiplicate la vostra forza,
non stancatevi, perché mai finirete.
Chi lo ha contemplato e lo descriverà?
Chi può magnificarlo come egli è?
Ci sono molte cose nascoste più grandi di queste;
noi contempliamo solo poche delle sue opere.
Il Signore infatti ha creato ogni cosa,
ha dato la sapienza ai pii.
Queste bellissime parole del Siracide, adatte a questi giorni di neve e freddo, sono uno spunto eccezionale per innalzare la lode a Dio. Per lodare il Signore non basterebbero parole, perché come il testo sacro ci dice noi riusciamo a contemplare “solo poche delle sue opere” in quanto di esse, le più grandi, sono “nascoste”. Conoscere tutto quello che il Signore ha creato è un’impresa molto complicata e difficile, sicuramente superiore alla portata delle nostre singole possibilità. L’onnipotenza di Dio pone il Signore al di sopra di tutto, sia come artefice delle cose create sia come motore dell’esistenza e del mantenimento delle stesse. L’uomo, essendo stato fatto a immagine di Dio, possiede il dono di scrutare all’interno della creazione e di comprenderne con il dono dell’intelligenza e della sensibilità la bellezza e i segreti, allo scopo di crescere nella conoscenza del mistero divino e dell’amore del Signore. In tal senso Dio ci fornisce una infinita possibilità di indagine, stimolando l’interresse e la passione di ciascuno di noi in direzioni diverse, al fine di renderci tutti uniti e partecipi nella contemplazione del Suo amore. La diversità dei doni con cui il Signore ci invita a entrare nel mistero dell’Amore è dunque dovuta alla diffusione di uno spirito di mutua condivisione e di mutua collaborazione, spirito in cui ogni soggetto si sente attratto dalla bellezza di un aspetto particolare del creato e, attraverso la grazia di Dio, riesce a capire le dinamiche, la logica e l’amore che tale fenomeno contiene e comunica. La crescita nella conoscenza del creato e del Creatore è dunque consegnata ad ogni singolo individuo dell’intera umanità, dal tempo dell’istante zero fino al tempo della fine. Ognuno di noi ha la grazia e la gioia di potere scoprire un singolo segmento della creazione, che consegnato al resto dell’umanità, si aggiunge nel corso del tempo e della storia ai segmenti consegnatici da altri fratelli, per allungare e comporre il circolo tondo che si chiude intorno a Dio e alle sue infinite bellezze. Secondo, dunque, un ben preciso disegno d’amore che risponde alle regole della carità, della fraternità e dell’unità, tutta l’umanità per volere divino ha la gioia e la grazia di essere chiamata a conoscere e contemplare le infinite bellezze di Dio. Se ognuno di noi si guarda come singolo soggetto di fronte alla infinita mole di queste bellezze la potenza di Dio appare nella sua dimensione di onnipotenza, ma se tutta l’umanità, formata dall’unione degli uomini di tutti i tempi, si riunisce in un solo corpo, questo soggetto, il cui capo è Cristo, viene reso partecipe da Dio della conoscenza e contemplazione di tutta la intera bellezza del Signore e del suo infinito Amore. Il segreto di questa logica sta proprio nell’amore, nella collaborazione pacifica, nella condivisione e nella gioia di volere essere un solo corpo che avanza verso il Signore per entrare nelle sue grazie. L’unità è dunque elemento fondamentale, elemento che Dio ha posto alla base della creazione e che si realizza attraverso Cristo. Cristo Gesù è il centro di questa unità, il centro attraverso il quale essa si realizza, il centro a cui convergono tutte le singole membra del corpo, il centro che unisce, aggrega, nutre, salda, alimenta, stimola e conduce l’intero corpo. Senza Cristo il lavoro dell’uomo e il suo impegno nella crescita, diventano vani, controproducenti e disgreganti. Analogo argomento riguarda la fede. Fino a quando la Terra non è stata salvata da Cristo, il quale in tal senso ha concluso definitivamente il progetto della manifestazione divina all’uomo portando a termine in se stesso la rivelazione di Dio con la contemplazione del volto umano e divino del Signore e l’apertura delle porte del Paradiso a tutti gli uomini, la crescita nella fede di ogni uomo è avvenuta attraverso una rivelazione storica che ha impegnato il popolo di Dio per millenni attraverso esperienze di fede e di cammino accumulate, trasmesse e consegnate alle generazioni future fino al culmine di Cristo Gesù. In tale culmine il Corpo di Cristo ha iniziato a unire le sue membra disgregate attorno ad un Capo, facendo così nascere la Chiesa, Sposa di Dio. L’umanità intera dovrebbe acquisire questo concetto e farlo proprio a partire dalla fede per giungere tutta insieme, unita e compatta, guidata da Cristo, alla conoscenza di tutto lo scibile di Dio, scibile che apre il cuore dell’uomo, lo predispone all’amore, lo innalza, lo proietta nella bellezza divina, lo illumina di una luce straordinariamente grande che apre la mente alla intelligenza del Creato, della natura, dell’Amore, della Scienza Divina e soprattutto di Dio in persona. E’ la via della comunione dei figli di Dio, comunione in cui il Padre rivela e consegna a tutti i membri della sua Famiglia le grandi bellezze del suo regno. Impariamo dalla Sapienza, dono ricevuto con lo Spirito Santo, ad ascoltare il canto del creato, canto di lode e di gloria innalzato a Dio nella contemplazione della sua bellezza e del suo Amore, a cogliere da tale canto la gioia di essere nella volontà di Dio, la gioia di esistere per volere divino, la gioia di essere uno strumento di Dio che partecipa alla costruzione della sua bellezza, la gioia di essere noi stessi bellezza del nostro Creatore e Salvatore, la gioia di amare, la gioia di essere amati da Dio e di essere chiamati a corrisponderlo. Tutto il creato, dalle più insignificanti e minuscole creature alle cose macroscopiche, non smette mai di innalzare tale canto al Signore e di rivelarci attraverso esso l’amore di Dio per noi. Lasciamoci sedurre da questa dolcissima serenata e dalle buie camere del nostro cuore apriamo le finestre dell’amore al nostro bellissimo e luminoso Corteggiatore.
Capo d’Orlando 19/01/2013
Dario Sirna