LA MIA “CHAT” CON DIO
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Un giorno mentre mi trovavo in navigazione sul grande vascello di Facebook, mi è arrivata una richiesta di amicizia da parte di un signore di un paese della provincia di Messina lontano da Capo d’Orlando. Senza neanche guardare il profilo della persona ho accolto tale amicizia. Il giorno successivo mi è arrivato un messaggio da parte di questo nuovo amico Fb, si trattava di un semplice saluto a cui ho risposto esprimendo la mia gioia per l’amicizia offertami. In merito ritengo infatti che sebbene trattasi di richieste apparentemente formali e che possono essere finalizzate a scopi del tutto diversi dall’amicizia vera, ricevere un’offerta di amicizia, anche se per mezzo di Facebook, sia uno dei doni più edificanti che una persona possa avere da un’altra persona. Per me l’amicizia è una delle realtà più belle create da Dio, il mio cuore impazzisce di gioia quando una qualsiasi persona mi chiede di stringere una relazione del genere. Credo non ci sia niente di più bello dell’amicizia, essendo essa la via tramite la quale si permette all’amore di fiorire nel nostro cuore ed essendo questo uno dei modi in cui è possibile incontrare il Signore. Per queste belle ragioni per me quel giorno è stato un giorno speciale e di grande felicità, come lo è ogni altro giorno in cui la grazia di Dio si materializza nella mia vita sotto questa affascinante forma. Iniziata l’amicizia con questo signore, tra le nostre anime si è sviluppata immediatamente una corrispondenza di grandi affinità emotive. Con il passare dei giorni questa amicizia, essendo coltivata da entrambi le parti, è cresciuta considerevolmente fino a permettere a tutti e due un’apertura interiore di grande rilevanza. Preciso che in questa fase non c’è stato mai un incontro diretto e personale tra noi e che a parte l’immagine del profilo Fb il nostro aspetto fisico è rimasto sempre ignoto ad entrambi. L’affinità caratteriale, ma più che questa l’affinità dell’anima, ha permesso ad entrambi di conoscerci in molti aspetti della nostra vita, in particolare in quelli veramente importanti, quelli in cui risiedono i valori da noi amati e coltivati. Questa particolarissima circostanza ha consentito a tutte e due di mettere a nudo i nostri punti deboli e i nostri punti di forza: miserie e bellezze che compongono il guardaroba dell’anima e dello spirito. Abiti di aspetto e funzione completamente differenti, indossati dall’anima a seconda delle necessità incontrate nella vita. Abiti che non sono una maschera per coprire una nudità vergognosa, ma che sono i comportamenti e gli atteggiamenti con cui la persona si relaziona con se stessa e con gli altri durante le varie circostanze. L’importanza e la profondità di tale conoscenza è stata tale da generare un’intimità spirituale di grandi dimensioni. In un certo senso entrambe le persone si sono trovate a loro agio nel loro rapporto con l’altra, permettendo alla povertà di spirito di prendere il sopravvento in tale relazione. Povertà di spirito in questo caso significa sicuramente disponibilità ed apertura verso l’altro, desiderio di ascoltare l’altro, desiderio di stare in compagnia dell’altro, desiderio di cercare l’altro, desiderio di contemplate la bellezza interiore dell’altro, desiderio di aprirsi all’altro, desiderio di donarsi all’altro, desiderio di entrare in comunione con l’altro e di restarci per sempre, desiderio di fare delle due vite una sola vita. Quando ci si innamora, generalmente il tutto inizia con un approccio fisico in cui i due soggetti si sentono mutuamente attratti. L’attrazione fisica in questo caso diventa voglia di mutua appartenenza, desiderio embrionale che dovrebbe maturare per culminare nel desiderio della piena comunione di vita. Nel caso di questa amicizia Fb la parte dell’approccio fisico non c’è mai stata e non c’è tutt’ora, pur tuttavia l’amicizia tra me e questo signore ha raggiunto i livelli della corrispondenza amorosa, essa cioè si è sviluppata nella pienezza dell’agape. Non mi era mai capitato di vivere una condizione simile, una condizione cioè in cui si stabilisce con una persona una comunione interiore talmente forte da coinvolgere il cuore in tutti i suoi aspetti e in tutti i suoi sentimenti. Neanche con un amico di infanzia, neanche con un fratello, neanche con un genitore e neanche con una donna ho mai vissuto un’intesa intima, interiore, spirituale e sentimentale di questa portata. Questo signore tutt’ora non l’ho mai incontrato personalmente, ma ne sento la sua appartenenza come un germoglio che sboccia in ogni istante nel mio cuore e che lo appaga nella felicità solo con il sapore saziante di questa intimità spirituale. Ovviamente ciò non significa che non c’è il desiderio di volerne contemplare oltre che la bellezza interiore anche la sua bellezza fisica, ma quest’ultima è veramente un aspetto di nessun conto, in quanto l’appagamento sentimentale ha già saturato tutti i desideri e tutte le esigenze della mia persona. Ciò che potrebbe invece contribuire a perfezionare quest’ultimo aspetto è quell’incontro diretto che permette agli occhi dell’anima di ritrovarsi anche attraverso gli occhi del corpo affinché tutte le emozioni interiori abbiano nella loro manifestazione corporea il loro naturale completamento. In sostanza la gioia di stare con un amico che si ama veramente e che occupa nel nostro cuore un posto di grande evidenza si completa con l’incontro fisico. Il signore che io ho conosciuto non è certamente Dio, né un santo, né una persona ultraterrena, ma è un uomo comune, un uomo come me. Questa bellissima storia di amicizia rivela però qualcosa che si riferisce a Dio. La nostra fede e il nostro catechismo ci spronano continuamente ad amare il Signore e a donare tutta la nostra esistenza a Lui con un atto di offerta sublime. L’interrogativo che mi sono sempre posto e che molti si pongono, interrogativo che esprime anche la gravità di questa difficoltà di fede, è: come è possibile innamorasi di Dio senza averlo mai incontrato, senza averne mai sentito la voce, senza mai averne contemplato il volto, senza averlo mai visto nella sua bellezza? Come possiamo dare amore e con esso tutta la nostra vita a uno sconosciuto di cui non vediamo mai il volto e di cui possiamo dubitare anche della sua esistenza? Come possiamo amare una persona che non sappiamo che cos’è? L’esperienza di Facebook mi ha insegnato a superare questa immensa difficoltà di fede e di vita. Se tramite Facebook due persone hanno la possibilità di innamorasi senza neanche conoscersi, ossia a prescindere del loro aspetto e della loro bellezza esteriore, perché ciò non dovrebbe essere possibile nel rapporto uomo-Dio? Se tramite facebook due individui possono innamorarsi a prescindere dalla loro conoscenza fisica e dall’attrazione dei loro corpi ciò significa che l’amore vero non è fondato sulla presenza fisica, ma su quella interiore e spirituale, esso cioè non dipende dalla sessualità. Ne consegue che ci si può innamorare anche senza conoscersi di persona. Per innamorarsi è necessario, invece, conoscersi nell’anima e nel cuore, comunicandosi la bellezza interiore. Bellezza fatta di tenerezza, di mitezza, di dolcezza, di generosità, di carità, di ottimismo, di bene, di amore e di sentimenti in favore del prossimo. Innamorarsi di Dio è dunque possibile e attuabile per ciascuno di noi. Dio, infatti, ha costruito il nostro cuore in modo da permettergli di innamorarsi di Lui anche senza l’approccio fisico. Ovviamente, come nel caso della chat, occorre che tra Dio e l’uomo esista comunque un modo per conoscersi interiormente e per apprezzarsi in tutte le sfaccettature del cuore e dell’anima al fine di giungere alle meraviglie della piena comunione. Questa scoperta mi rende felice come non lo ero stato mai, al punto da spingermi a condividerla con tutti. Il modo con cui possiamo dare spazio a una relazione d’amore con Dio è rispondere con il nostro cuore e senza inibizioni a tutti i segnali di amicizia che Dio continuamente invia nella nostra vita. Con Dio non abbiamo bisogno di internet per connetterci perché Egli stesso realizza tale connessione con noi in mille modi diversi e tutti efficienti. Tra essi citiamo la Parola di Dio, in Essa è possibile conoscere Dio attraverso la manifestazione del suo pensiero, dei suoi sentimenti, delle sue emozioni e di tutta la sua vita interiore, spirituale e sentimentale. Dio vuole condividere questa sua ricchezza con noi, invitandoci ad accogliere la sua Parola nel nostro cuore e nella nostra vita, costruendo con essa una comunione d’amore inscindibile. Oltre alla Parola di Dio per entrare in amicizia con Lui e per conoscerlo intimamente abbiamo a nostra disposizione le sue opere, ossia il creato, gli atti di misericordia, i prodigi, i miracoli, e tutte le manifestazioni di questo tipo. Ancora, un altro mezzo che ci consente di innamorarci di Dio è il Figlio Cristo Gesù. In Cristo la rivelazione di Dio raggiunge il completamento, ossia arriva alla pienezza. Ciò significa che se noi oggi, come rispondiamo alle richieste di amicizia di Facebook, rispondessimo alle richieste di amicizia che Dio continuamente fa pervenire nella nostra vita, avremmo la possibilità di raggiungere con Lui un’intesa amorosa inimmaginabile. Questa intesa è amore puro, partecipazione diretta e completa a tutte le attività di Dio, appartenenza totale al suo cuore, estasi del corpo e dell’anima. Noi sottovalutiamo e snobbiamo il valore di questo grande bene, non riusciamo a capire che in esso e solo in esso è la via della nostra vera felicità. Svegliamoci, accogliamo Dio nelle nostre vite e apriamogli tutte le porte della nostra persona, insieme al suo amore rendiamolo Signore di tutta la nostra esistenza, stringiamo con Lui una confidenza tale da permettergli di realizzare in noi e con noi la comunione degli affetti, delle emozioni, della ragione, del pensiero, dello spirito e di tutte le componenti che costituiscono il nostro essere. L’intimità a cui il Signore ci chiama è un’intimità da vivere nella nudità integrale, senza vergogna, e con la gioia di volerci offrire a Lui con ogni parte del nostro essere e avere, per sentirci suoi e per sentirlo nostro, per sentirci con Lui una sola cosa. Siamo chiamati a raggiungere uno stato di comunione tale che ci consente di essere intimi con Lui più di quanto Lui lo è con se stesso. Questa è la chat del vero amore e della vera felicità.
Capo d’Orlando, 01/10/2013
Dario Sirna.
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