L’ULA FUNNA SOPRA IL CATAOLO – GUALTIERI SICAMINO’
Con questo reportage riprendiamo il cammino all’interno del Torrente Gualtieri e ci proponiamo di documentare le bellezze e la struttura della gola da cui scendono i salti del Cataolo, nota con il nome di Ula Funna.
All’uscita del canyon alto di Gualtieri il fiume riprende a scorrere in un contesto orografico ordinario, caratterizzato da un impluvio a V abbastanza ampio, ammantato da boschi e macchia mediterranea. Il posto è difficilmente praticabile, l’accesso al torrente è possibile proprio in questa sua zona e grazie alla presenza di uno sterrato che scende quasi fino al fondovalle, ove vi giunge per mezzo di un successivo sentiero battuto dagli animali. Per individuare questo accesso è necessario continuare oltre il bivio che porta al Cataolo ed immettersi sulla prima deviazione che salendo si incontra sulla destra. Questa stradina interpoderale, in parte asfaltata e in parte sterrata, risale il fianco sinistro del complesso vallone a cui appartiene il canyon. Proseguendo per circa un paio di chilometri, si incontra sulla destra una traccia in terra battuta che scende verso il torrente. A questo punto occorre lasciare la macchina e proseguire a piedi. Raggiunto il torrente, risalendolo si arriva al canyon alto, ridiscendendolo si entra nella Ula Funna. Attenzione che queste due gole sono molto complesse e parecchio difficili da esplorare, richiedono esperienza, preparazione e attrezzatura adeguata. In particolare la Ula Funna è percorribile solo fino alla prima cascata, oltre questo salto è obbligatorio utilizzare imbragature e corde per ridiscendere i ripidissimi strapiombi che caratterizzano tutta la gola. Noi abbiamo cercato di individuare nel territorio circostante vie di accesso alla esterne al letto del fiume, ma purtroppo le ricerche effettuate ci hanno dato esito negativo. L’Ula Funna, infatti, è un canyon le cui pareti laterali sono degli strapiombi continui che non lasciano alcun margine di accesso. Inoltre il territorio circostante alla gola è assediato da una fitta ed intricata vegetazione di macchia che si rende del tutto impenetrabile. La presenza di tale macchia cambia comunque poco le cose, in quanto l’accesso all’interno della Ula Funna è comunque impedito dalla corona di pareti verticali che avvolge il fiume. Questa corona ha una forma a S che chiude il campo ottico in un labirinto senza uscita e senza visuale alcuna. Per questo motivo la gola è ispezionabile solo ed esclusivamente dall’interno, munendosi di corde ed imbragature per superare gli strapiombi da cui scendono le cascate del torrente. La documentazione di questo primo reportage si ferma proprio alla prima cascata.
Dal punto di vista naturalistico la Ula Funna è un tesoro di inestimabile valore. Unica nel suo genere, presenta un ambiente intatto, incontaminato, totalmente esente da segni direttamente o indirettamente legati alla presenza dell’uomo. La sua bellezza la si può definire vergine e indomabile. Grazie alle caratteristiche strutturali della gola, l’Ula Funna è come una bestia selvaggia che l’uomo non è riuscito mai ad addomesticare, come un leone da cui occorre tenersi lontani per il suo carattere e per la sua potenza. Corde e imbragature non la sottomettono alla volontà dell’uomo, permettono di ammirarne la bellezza ma senza poterla incatenare, senza poterla possedere, senza poterla sottomettere. Meglio non essere presenti quando questo gigante si sveglia e sprigiona le sue forze, impossibile uscire indenni dalla sua furia. Questa bellezza, infatti, è aspra, disegnata da linee nette, tagli duri, geometrie forti che si associano a eventi straordinari ec calamitosi, incompatibili con la presenza continua dell’uomo. L’Ula Funna è un regno che non accetta estranei e che non gradisce visitatori, perché nel suo silenzio l’unica attività consentita è la contemplazione. Una contemplazione che parte dal rispetto e dall’ammirazione delle meraviglie del creato per giungere al canto e alla lode delle bellezze celesti e dell’amore divino. Le difficoltà di percorso sono paragonabili alle difficoltà del cammino della vita. Laddove sono in gioco grandi ricompense e beni importanti, come l’amore e la pace, il sacrificio da affrontare è grande, le capacità richieste sono molte, ma l’appagamento ottenuto supera ogni aspettativa e ripaga abbondantemente ogni sforzo. Bisogna necessariamente entrare dalla porta stretta della Ula Funna per collocarsi al centro di questo regno di grandi bellezze naturali, analogamente bisogna varcare la “Porta Stretta” del Vangelo se con la nostra vita vogliamo entrare nel regno dell’Amore eterno.
Capo d’Orlando 16/06/2014
Dario Sirna