APOCALISSE 15, 3-4
Buongiorno a tutti,
sono le parole dell’Apocalisse, di seguito riportate, a illuminare il cammino di questo nuovo giorno:
Grandi e mirabili sono le tue opere, †
o Signore Dio onnipotente; *
giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti!
Chi non temerà il tuo nome, †
chi non ti glorificherà o Signore? *
Tu solo sei santo!
Tutte le genti verranno a te, Signore, †
davanti a te si prostreranno, *
perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati.
E’ un inno di lode e di vittoria in cui viene celebrata la gloria del Signore su tutta la terra. Tale gloria si manifesta apertamente a tutte le genti del mondo nella grandezza delle opere realizzate da Dio e nella realizzazione completa del suo disegno di salvezza in favore dell’uomo. Tali opere mettono in chiara luce la signoria di Dio, la sua onnipotenza e la sua regalità. Esse catturano l’ammirazione degli uomini non su se stesse, mettendo a rischio di idolatria la fede dell’uomo e minacciandone la salvezza, ma direttamente sul loro autore, ossia su Dio. Ciò si evince chiaramente dal canto di lode innalzato a Dio per la realizzazione di tali opere, ossia dalla celebrazione fatta nel canto dall’autore non delle opere in sé, ma di Dio come loro autore. La lode assume una direzione ancora più perfetta nel farci comprendere che l’autore mettendo in rilievo l’azione continua di Dio in favore dell’uomo vuole esaltare il grande amore che unisce Dio agli uomini. Dunque Dio, che di per sé non ha bisogno di lode umana, né di titoli che esprimano la sua grandezza, la quale non è accresciuta dalla lode dell’uomo, né dai titoli che gli vengono attribuiti, per gli uomini diventa, invece, motivo di lode e di onorificenze proprio per riconoscere e accogliere la manifestazione chiara e plateale del suo immenso amore per tutta l’umanità. Nell’usare i titoli di signore, di re e di onnipotente, San Giovanni si riferisce più alla grandezza dell’amore di Dio per l’uomo che alle Sue facoltà. Dio è per l’uomo una presenza trascendente e come tale la signoria, la regalità, l’onnipotenza, sono ovviamente comprese e sottomesse alla sua divinità, la quale supera ogni onorificenza umana. Tali titoli sono, invece, giustamente utilizzati per esprimere la grandezza dell’amore di Dio per l’uomo, di cui la massima manifestazione è Gesù Cristo. In sintesi se a un re terreno lo si chiama barone, certamente si sminuisce l’onore della sua carica, ma se a questo re si dà il titolo di barone dell’amore, gli si riconosce nella sua regalità un primato anche nel campo dell’amore. Dio, come tale, è primo in tutto ed è prima di tutti, egli non ha bisogno di nulla, siamo noi che abbiamo bisogno di Lui e che esprimiamo questo nostro bisogno attraverso i vari titoli che gli riconosciamo. Dunque celebrare Dio come Re, Signore, Onnipotente, significa semplicemente riconoscere il primato di Dio nel soddisfacimento del nostro bene e nella realizzazione piena della nostra vita. San Giovanni rende magistralmente omaggio all’amore di Dio facendoci comprendere che Dio è un Dio vicino ad ogni uomo della terra, un Dio che si prende amorevolmente cura di ciascuno di noi, un Dio che per il nostro bene esercita la sua giustizia, ci indica la via della santità e ci guida in essa per la realizzazione di una piena comunione con Lui. Nell’immagine di tutte le genti che verranno al Signore e che davanti a lui si prostreranno, ossia di ogni uomo in ogni tempo che viene condotto al Signore e che davanti a Lui si prostra, possiamo vedere la salvezza di ciascuno di noi e la realizzazione piena della relazione d’amore tra Dio e uomo.
Capo d’Orlando 26/08/2012
Dario Sirna